17/10/2025
da Il Manifesto
Terra rimossa. Ostaggi. Tel Aviv: «Violata la tregua». In Cisgiordania un bimbo di 11 anni è stato ucciso dai soldati mentre giocava a pallone.
Durante le commemorazioni per l’anniversario ebraico dell’attacco di Hamas avvenuto il 7 ottobre 2023, il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato di non aver ancora terminato il lavoro. «La lotta non è finita – ha detto durante la cerimonia pubblica – ma una cosa è chiara oggi: chiunque alzi una mano contro di noi sa già che pagherà un prezzo molto pesante». Dopo aver accusato Hamas di non rispettare gli accordi di cessate il fuoco, ha dichiarato che Israele è determinato a «completare la vittoria che modellerà l’ordine delle nostre vite per molti anni».
GLI STATI UNITI hanno negato le accuse mosse da Tel Aviv e lo stesso presidente Trump ha raccontato ai giornalisti che il recupero degli ostaggi israeliani tra le macerie di Gaza «è un processo raccapricciante», lungo e complicato. Durante un incontro con i giornalisti a Washington, i consiglieri di Trump hanno dichiarato che secondo le intese Hamas avrebbe fatto uscire tutti gli ostaggi vivi e recuperato i corpi di cui conosceva la posizione. Per questo motivo, dopo aver consegnato i resti di nove israeliani, il gruppo palestinese ha dichiarato di aver tenuto fede all’impegno preso. Israele motiva le sue accuse facendo riferimento alla parte dell’accordo in cui si prevede la liberazione di «tutti gli ostaggi israeliani, vivi e deceduti» entro 72 ore dall’inizio del cessate il fuoco.
Tuttavia, Netanyahu e i suoi alleati fingono di dimenticare ciò che è chiarito nelle clausole subordinate: «Entro 72 ore, Hamas rilascerà i resti degli ostaggi deceduti in suo possesso e quelli in possesso delle fazioni palestinesi a Gaza». E ancora, «Hamas condividerà, entro 72 ore, tutte le informazioni ottenute relative a eventuali ostaggi deceduti rimanenti». D’altro canto, all’inizio di agosto, Eyal Zamir, capo di stato maggiore israeliano, aveva avvertito che allargare le operazioni militari a Gaza avrebbe potuto rendere per sempre impossibile il ritrovamento di alcuni ostaggi.
Nella Striscia rimangono ancora 19 corpi. La Turchia si è offerta di inviare 80 specialisti ma l’ostacolo principale rimane la carenza di macchinari e attrezzature adatte, di cui Israele continua a negare l’ingresso. Le uniche violazioni del cessate il fuoco, al momento, sono l’arrivo ridotto degli aiuti umanitari, la mancata apertura del valico di Rafah e gli attacchi israeliani che continuano a fare vittime nella Striscia (altre 3 ieri).
ALCUNE PANETTERIE, sostenute dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite, hanno ricominciato la produzione e la distribuzione. In certi mercati si iniziano a vedere prodotti che prima mancavano completamente. Ma la carestia non è sconfitta né scongiurata e il flusso è esiguo e troppo lento. L’Autorità idrica di Gaza ha dichiarato che la crisi dell’acqua continua e che porterà a un peggioramento delle condizioni umanitarie. Le squadre la distribuiscono attraverso le autocisterne ma è necessario supporto per riparare le infrastrutture idriche a Khan Younis e di altre aree. Il direttore dell’ospedale al-Shifa, a Gaza City, ha dichiarato di non aver visto ancora nessun progresso significativo nella disponibilità dei medicinali.
IERI SONO STATI trasferiti all’ospedale Nasser i corpi di altri 30 prigionieri palestinesi sequestrati da Israele a Gaza. In totale le salme sono 120. Sperando di identificarli, i sanitari hanno sistemato in una tenda uno schermo per trasmettere in loop le foto dei volti dei cadaveri. Decine persone rimangono sedute a guardare, tra la speranza e la paura di riconoscere i propri familiari scomparsi. Non solo i corpi ma anche i prigionieri palestinesi sono utilizzati come ostaggi. Lo hanno denunciato ieri le organizzazioni di diritti umani, quando un tribunale israeliano ha ordinato di estendere di altri sei mesi la prigionia del dottor Hussam Abu Safiya. Il direttore dell’ospedale Kamal Adwan è stato sequestrato e imprigionato senza accuse a dicembre 2024.
Intanto, nella Cisgiordania occupata, un bambino di 11 anni, Mohammad Al-Hallaq, è stato ucciso dai soldati israeliani mentre giocava a pallone nel cortile di una scuola nel villaggio di al-Rihiya, a sud di Hebron. L’esercito ha dichiarato di aver ucciso un altro palestinese nel nord.