Il Parlamento europeo ha approvato, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”.
Gli eurodeputati italiani hanno votato essenzialmente contro la risoluzione. Si registrano però divisioni nel Pd e in Forza Italia. Compattamente contrarie le delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia e, a sinistra, Movimento 5 Stelle e Avs. In Forza Italia, infatti, Massimiliano Salini e Marco Falcone hanno votato a favore del punto, che invece vede i voti contrari di Caterina Chinnici, Salvatore De Meo e Flavio Tosi (anche se Marco Falcone ha fatto sapere che ora intende cambiare il suo voto).
Defezioni anche nel Pd. A favore del punto 8 – quello che chiede l’abolizione nelle restrizioni delle armi – hanno votato Pina Picierno e Elisabetta Gualmini. Contrari invece Brando Benifei, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Alessando Zan e Nicola Zingaretti. Astenuta Lucia Annunziata. Ma sono state diverse le schede degli eurodeputati dem non inserite nel sistema al momento del voto sul punto 8: parlamentari poi di nuovo presenti al momento del voto finale al testo completo.
Molti hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Zingaretti, Annunziata e Ruotolo, oltre a Pina Picierno, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
“Noi oggi voteremo al Parlamento Europeo ‘no’ all’emendamento che prevede l’utilizzo delle armi al di fuori del territorio ucraino – aveva detto questa mattina ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, leader di Forza Italia – in sintonia con quello che ha sempre deciso il governo, e in sintonia con le scelte del Consiglio Affari Esteri che non ha approvato la proposta di Borrelli di usare le armi fuori dal confine ucraino. Voteremo a favore della risoluzione e sostegno dell’Ucraina. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina. Ecco perché voteremo sì e continueremo ad aiutarla politicamente, finanziariamente e anche militarmente, ma non siamo in guerra con la Russia“.
Anche Europa Verde ha detto no: “Votiamo decisamente contro una proposta apertamente volta all’incremento delle forniture militari, all’utilizzo di tali forniture a scopo offensivo rischiando l’escalation anche sul territorio delle Federazione Russa, ed ostinata a perseguire la vittoria militare ad ogni costo senza realmente affrontare il tema dei negoziati di pace e della perdita di vite umane che appare ormai essere accettata nell’indifferenza generale”, avevano fatto sapere prima del voto gli eurodeputati Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi.
Atto politico, ma non vincolante. La risoluzione non è vincolante, ma ha un forte significato politico, anche se non fa che ribadire, più per esteso, quello che il Parlamento aveva già affermato il 17 luglio, nella prima plenaria della legislatura. Il testo approvato sottolinea che “le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l’impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte dei Paesi dell’Ue”.
“Gli Stati diano lo 0,25 % del Pil annuo in aiuti militari a Kiev”. Gli eurodeputati ribadiscono inoltre l’invito agli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all’Ucraina e ad accelerare la consegna di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili Taurus. Il testo ribadisce poi che “tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuo“.
“Estendere le sanzioni contro la Russia”. Nel documento si chiede inoltre agli Stati membri di “mantenere ed estendere la politica di sanzioni Ue contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all’Ue che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso“. I deputati condannano inoltre la vendita di missili balistici dall’Iran alla Russia e chiedono un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran e la Corea del Nord. Gli eurodeputati infine invitano gli stati membri a lavorare attivamente per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l’Ucraina e individuare una soluzione pacifica alla guerra.
19/09/2024
da Il Fatto Quotidiano