Tra gli espositori c’è chi semina morte a Gaza”. E possono entrare anche i bambini
“Ma lo sa che per entrare al Vinitaly, la fiera del vino, bisogna avere compiuto 18 anni e che per visitare Eos Show, la mostra internazionale delle armi, non c’è limite di età? Questa è un’istigazione alla cultura delle armi”. Giorgio Brasola, attivista della Rete per la Palestina di Verona, è uno degli organizzatori della manifestazione convocata per il 17 febbraio nella città scaligera contro l’industria delle armi, che sta realizzando profitti stratosferici con le guerre in corso. L’ingresso di minorenni a Eos (European outdoor show), in programma dal 17 al 19 febbraio, è in effetti consentito, purché siano accompagnati dai genitori: possono accedere agli stand, toccare le armi, perfino provare quelle ad aria compressa. Se hanno meno di 13 anni, inoltre, vanno alla cassa, si registrano e ricevono il biglietto omaggio. Formalmente la rassegna è dedicata agli appassionati di caccia, pesca e tiro sportivo. Ma fino a qualche giorno fa nell’annuncio della Fiera di Verona c’era anche il riferimento alla “difesa personale”: quindi a essere esposte saranno armi di ogni tipo, escluse quelle da guerra. Adesso quella dicitura è stata tolta, ma la sostanza non cambia, perché gli espositori restano gli stessi, così come la merce esposta: armi che possono essere usate per uccidere come per colpire un bersaglio in un poligono. Tanto che sono previste pure delle prove di sparo, anche se non negli stand di Verona: sarà organizzato un bus navetta per raggiungere il poligono di Lonato, in provincia di Brescia, dove gli appassionati potranno sbizzarrirsi a loro piacimento.
Quest’anno la mostra fa più rumore a causa dell’offensiva di Israele in corso nella Striscia di Gaza. Tra i 300 espositori compaiono anche produttori di armi da guerra, bersaglio dei pacifisti: “Cessate il fuoco in Palestina! Cessate il fuoco in Ucraina! Deponete le armi! La complicità dei governi occidentali e l’escalation militare globale non sono più tollerabili”, sono le parole d’ordine della mobilitazione nazionale, che ha già raccolto l’adesione di decine di associazioni e movimenti. L’appuntamento è alle 14:30 di sabato 17 febbraio in Piazza Fiera a Verona. “Di fatto Eos sarà una vetrina di esposizione per i prodotti delle maggiori industrie di armi del mondo, poiché chi vende armi da caccia, da tiro e da difesa personale equipaggia anche gli eserciti che portano orrore e distruzione attraverso la “guerra mondiale a pezzi”. Semplicemente inaccettabile”, denunciano gli organizzatori, che sul tema hanno preparato un dossier, con un focus specifico sui produttori israeliani. “Non dimentichiamo che le loro armi vengono usate anche in Palestina per colpire, e cancellare, vite di persone, ospedali, scuole, chiese, case, cimiteri. Non possiamo renderci complici delle atrocità che si stanno verificando”.
L’organizzazione della manifestazione è stata segnata da qualche polemica tra le due anime del movimento pacifista. In municipio a Verona, infatti, alcune sigle hanno incontrato Patrizio Carotta, amministratore delegato di Eos, raggiungendo una sorta di compromesso: “Finalmente Eos sarà dedicata solo alle armi per la pratica sportiva e non per difesa personale. I minori potranno entrare solo se accompagnati dai genitori”, ha festeggiato Meo Valpiana, storico pacifista veronese. In passato, infatti, qualsiasi ragazzino poteva entrare insieme ad amici maggiorenni. Giorgio Beretta, analista Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere), vede il bicchiere mezzo pieno: “Adesso il riferimento alle armi da difesa è stato tolto dall’intestazione di Eos e anche dal sito della Fiera di Verona ed è rimasto quello alle armi sportive. Il fatto è che in Italia tutte le armi semiautomatiche sono considerate armi comuni da sparo, solo che una persona ne può detenere tre come tali e altre 12 come armi sportive”. Quindi non c’è distinzione, un’arma vale l’altra e tutte sono idonee ad uccidere. “Abbiamo trovato alcuni punti di convergenza e accolto alcune richieste e a questo ci atteniamo. Siamo lieti del dialogo costruttivo, ragionevole e rispettoso delle rispettive posizioni, lontano da certi estremismi”, rivendica l’ad della kermesse.
I promotori del corteo, però, mantengono una linea di contestazione dura. “Non vogliamo fare polemiche interne al fronte pacifista. Ma ricordiamo che Eos organizza convegni in fiera sulla detenzione di armi comuni da sparo. Sono le cosiddette armi leggere che l’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, non esitò a definire “armi di distruzione di massa“, non meno letali di quelle per uso militare. Dietro l’ipocrita vetrina dei produttori per caccia e pesca ci sono anche quelli che producono armi e strumenti antisommossa, usati per la repressione del dissenso, di armi per la difesa personale che uccidono anche quando sono detenute in modo legale, e di armi che seppur non dichiarate “belliche” sono usate oggi nelle guerre di gran parte del mondo”.
16/02/2024
da Il Fatto Quotidiano