Vietare il triangolo rosso con la punta rivolta verso il basso in quanto «è un simbolo di Hamas».
Non si ferma in Germania la geometrica censura a tutto ciò che rappresenta una minaccia contro Israele secondo i canoni stabiliti dal governo Scholz o dalla maggioranza che governa uno dei 16 Land della Bundesrepublik, in questo caso la città-Stato di Berlino.
L’ultima offensiva è la mozione parlamentare congiunta firmata dai deputati locali di Spd e Cdu con l’invito al cancelliere di «intraprendere urgentemente azioni adeguate per proibire il segno equivalente a una minaccia per chi ne viene marchiato. Quando si tratta di combattere l’antisemitismo dobbiamo stare sempre sulla difensiva», riassume il portavoce della Spd berlinese, Martin Matz.
Senza addentrarsi nella giungla semiotica di significante e significato che investono anzitutto la storia nazionale, il triangolo rosso rovesciato è il simbolo della persecuzione dei prigionieri politici del Terzo Reich sterminati nei lager dai nazisti. Per questo motivo fin dal 1945 spicca inciso su centinaia di monumenti a loro dedicati nelle vie e piazze dei comuni tedeschi, oltre che nelle targhe commemorative tuttora appese nei muri delle abitazioni e nelle stazioni dei treni da dove vennero deportati.
Non basta a frenare lo zelo inflessibile, a quanto pare destinato a bannare il poligono in tutte le sue declinazioni. A partire dall’immagine della fetta di cocomero utilizzata nelle proteste pro-Palestina perché contiene i colori della bandiera nazionale. Poco importa se la tesi dell’anguria antisemita applicata tout-court rischierà di colpire in primis fruttivendoli ed etichette del supermercato, senza considerare gli emoticon preinstallati in tutti gli smartphone.
10/08/2024
da Il Manifesto