“È patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile. Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”. È quanto ha detto oggi, a Sky Tg24, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
“IL MAGISTRATO NON PUÒ CRITICARE LE LEGGI, COME IL POLITICO LE SENTENZE”. LO HA DETTO IL GUARDASIGILLI NORDIO PARLANDO DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
Il Guardasigilli ha espresso il “rammarico” che l’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, non possa “assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista “. “Il reato di abuso d’ufficio – ha detto ancora Nordio – è stato modificato varie volte per circoscriverne i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini”.
L’ANM CRITICA L’ELIMINAZIONE DEL REATO DI ABUSO UFFICIO
Intanto l’Anm ribadisce le sue critiche all’eliminazione dell’abuso ufficio. Ed è il presidente Giuseppe Santalucia a insistere sulle ragioni di fondo: “Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale ‘deve fare questo o devi omettere di fare quest’altro'”.
SANTALUCIA: “QUANDO IL PRIVATO SI SENTE VIOLATO DAL PUBBLICO UFFICIALE, LE INDAGINI VANNO FATTE”
“Come si può pensare – ha aggiunto il presidente dell’Anm parlando ai microfoni di Radio anch’io – che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco”. Secondo Santalucia, l’abrogazione del reato non potrà avere l’effetto di fermare le indagini su questo tipo di condotte. “Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l’ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte”.
“CREDO SI VADA INCONTRO A UNA NUOVA PRONUNCIA DI INCOSTITUZIONALITÀ”
Anzi, ha avvertito il presidente dell’Associazione dei magistrati, “l’abrogazione del reato , di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto”. “Credo si vada incontro a una nuova pronuncia di incostituzionalità”, dice poi Santalucia sull’eliminazione del potere di appello del pm contro le sentenze di assoluzione per i reati non particolarmente gravi, contenuta nel ddl Nordio.
“Questa norma era stata introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella già nel 2006 e appena un anno dopo bocciata dalla Corte Costituzionale, che disse non si può alterare la parità delle condizioni tra pm e imputato”. E ora, ha concluso il presidente dell’Anm, “si comprime il potere del pm e non si interviene sull’altro versante.E’ uno sbilanciamento a danno dell’accusa pubblica”.
15/06/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da La Notizia
di Redazione