La nuova fiammata, stando ai dati Istat, è trainata in particolare dai prodotti alimentari e bevande analcoliche, che segnano un +3,7%. L’Unione Nazionale Consumatori: "Per una famiglia con due figli 622 euro in più all’anno". Federconsumatori: sempre più famiglie costrette a rinunce sul cibo.
La spesa quotidiana diventa sempre più cara. A giugno, secondo le stime preliminari dell’Istat, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono cresciuti del +3,1% su base annua, contro il +2,7% di maggio. È l’accelerazione più netta degli ultimi mesi, ed è trainata in particolare dai prodotti alimentari e bevande analcoliche, che segnano un +3,7%. L’inflazione generale invece è salita solo di un decimo di punto, dal +1,6 al +1,7%. Ma mentre gli indici headline rassicurano, la realtà del carrello della spesa racconta altro: sono le spese obbligate – cibo, igiene, beni essenziali – a trainare i rincari, colpendo in pieno soprattutto chi non può scegliere se comprare o meno. Cresce intanto anche l’inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi: a giugno è salita al +2,1% dal +1,9% di maggio. L’indice armonizzato europeo (IPCA) resta stabile al +1,7%, ma il dato più significativo è l’acquisito per il 2025, che per la componente di fondo è già a +1,8%. Segno che le pressioni non si stanno dissipando.
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, il decollo del carrello della spesa per una famiglia con due figli significa “622 euro in più all’anno, di cui 338 solo per alimentari e bevande”. Il rincaro si estende anche alle vacanze: nella top ten mensile dei rialzi, i voli nazionali crescono del 32,1% in un solo mese. Seguono villaggi vacanze, campeggi e ostelli (+15,7%) e noleggio auto (+6%). Sei voci su dieci sono legate all’estate. Sul fronte annuo, i voli nazionali toccano +38,1%, il caffè +25%, la gioielleria +22,5%, il cacao +21,4%. Anche il burro (+19,9%) e il trasporto marittimo (+19,6%) contribuiscono a pesare su chi parte.
Per Federconsumatori gli aumenti “renderanno sempre più marcate ed evidenti le disuguaglianze e le disparità anche in tema di consumi alimentari, con una crescita delle famiglie costrette a tagli e rinunce“. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori da tempo denuncia la riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati), l’incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini) e l’aumento della spesa nei discount (+12,1%). “Tendenze che si aggraveranno, se il governo non avvierà provvedimenti urgenti per arginare i rincari, sostenere il potere di acquisto delle famiglie e colpire l’insorgere di fenomeni speculativi. A tal fine riteniamo improrogabile l’avvio di alcuni interventi immediati”. Tra questi la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo, la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare, la promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici, lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e una riforma fiscale equa che sostenga i ceti medio-bassi.
30/06/2025
da Il Fatto Quotidiano