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Zelensky: ‘purghe’ in casa e niente missili Taurus per colpire in Russia

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Alla vigilia di Pasqua Volodymyr Zelensky ha rimosso dal loro incarico ben sei figure ai vertici dello Stato. Tensioni politiche interne, assieme a molti dinieghi dall’esterno. Quei missili a lunga gittata che insiste e chiedere agli Usa per colpire la Russia in casa. E il No definitivo del cancelliere tedesco Scholz ai missili da crociera Taurus. Né direttamente né indirettamente, riferendosi alla proposta di Londra di cedere i Taurus alla Royal Air Force che avrebbe ceduto altri missili da crociera Storm Shadow all’Ucraina.  

                 

Tensioni ai vertici politici ucraini

Licenziato il primo assistente presidenziale Serhiy Shefir, fondatore assieme allo stesso Zelensky della casa di produzione televisiva ‘Kvartal95’, in carica dal 2019 e scampato a un tentativo di assassinio qualche mese prima dello scoppio della guerra. Si tratta di una delle persone più vicine all’attuale presidente di Kiev, di cui ha favorito e sostenuto l’ascesa politica. Oltre a Shefir sono stati licenziati altri tre consulenti, Mykhailo Radutsky, Serhiy Trofimov e Oleg Ustenko, la commissaria per la garanzia dei diritti dei militari, Olena Verbitskaya, e la commissaria per le attività di volontariato, Natalia Pushkareva.

Disagi interni senza spiegazioni

Non ci sono al momento motivazioni ufficiali per questa decisione, ma, di fatto, si parte dallo scorso febbraio con la sostituzione del comandante delle forze armate Zaluzhny, occasione in cui Zelensky aveva fatto trapelare che ci sarebbe stato un «serio reset ai piani alti» (ancora quattro licenziamenti l’altro ieri, oltre al trasferimento ‘eccellente’ di Oleksei Danilov all’ambasciata moldava). Una lunga analisi dell’Ukrainska Pravda rilanciata dal Manifesto conferma, attraverso fonti interne al governo, che il ‘repulisti’ (o resa dei conti di potere) non è affatto finito.

L’ultimo a credere nella vittoria finale

Problemi interni, certamente sul finale possibile della tragedia guerra, ma anche sul fronte esterno delle armi invocate che non arrivano. Dal Washington Post sappiamo che il presidente ucraino ha chiesto che gli forniscano i missili a lungo raggio Atacms, senza i quali Kiev «potrebbe essere costretta ad arretrare». La tattica è quella di colpire obiettivi militari e aerei in Crimea, occupata dalla Russia ormai da dieci anni e territorio da sempre sensibile agli occhi di Mosca per via della base di Sebastopoli.

I Taurus tedeschi della discordia

Nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha nuovamente affermato che Berlino non fornirà missili da crociera Taurus all’Ucraina, né direttamente né indirettamente, riferendosi alla proposta di Londra di cedere i Taurus alla Royal Air Force che avrebbe ceduto altri missili da crociera Storm Shadow all’Ucraina. Proposta che la ministra degli esteri Annalena Baerbock (Verdi), aveva definito «una opzione». Berlino -sintesi finale-, ha rifiutato di trasferire i missili da crociera Taurus a Kiev non solo per non rischiare che armi di questa portata possano venire ere impiegate contro obiettivi in Russia e certamente in Crimea.

Gli equipaggi nascosti di certi armamenti

I timori di Berlino riguardano soprattutto la necessità di inviare in Ucraina personale tedesco ed equipaggiamenti di supporto per assicurare l’efficacia dei Taurus con il rischio che ‘tali assetti’ vengano colpiti dai raid russi che sempre più spesso colpiscono la base che ospita i Sukhoi Su-24M equipaggiati con i missili da crociera occidentali. La Germania non poteva/voleva fare quello che già fanno Francia e Gran Bretagna rivelando così la presenza di personale francese e britannico al fianco degli ucraini. Un «segreto di Pulcinella» la cui rivelazione pubblica ha però determinato dure reazioni a Londra e Parigi.

La politica elettorale Ue e le opinioni pubbliche

Il cancelliere sembra più attento di tutti all’opinione pubblica: un sondaggio realizzato da YouGov riferisce che il 58% dei tedeschi appoggia la decisione di non fornire a Kiev i missili da crociera Taurus mentre solo il 28% degli interpellati si è espresso a favore. Inoltre il 31% si è detto contrario per principio a ogni forma di sostegno che preveda la fornitura di armi tedesche mentre il 14% non si è espresso. Secondo le inchieste Yougov, l’opposizione alla consegna di missili Taurus è andata crescendo nelle ultime settimane: all’inizio di febbraio, il 31% era ancora a favore, il 49% contrario.

Troppi aiuti di armi già date

I tedeschi sono inoltre divisi sulla quantità degli aiuti militari forniti a Kiev, tema non irrilevante considerato che la Germania è il secondo maggior fornitore di armi all’Ucraina dopo gli Stati Uniti. Il 43% degli intervistati ritiene che siano state consegnate troppe armi dall’inizio dell’attacco russo, il 22% ritiene che le armi fornite siano la giusta quantità e il 21% che non siano state sufficienti.

A sostegno della decisione di Scholz -segnala Analisi Difesa-, sembrano contribuire i dubbi espressi il 4 marzo da un articolo del New York Times circa la possibilità che i Taurus possano «fare la differenza nel conflitto in Ucraina».

01/04/2024

da Remocontro

Remocontro

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