Nella relazione tecnica della manovra, il governo è costretto ad ammettere che la Quota 103 sarà un fallimento, stimando pochissime adesioni.
La Quota 103 rivisitata che entrerà in vigore nel 2024 è destinata a essere un fallimento. E a dirlo è, nei fatti, lo stesso governo. Il dato riportato nella relazione tecnica della legge di Bilancio, trasmessa in Parlamento, chiarisce che le domande di adesione alla pensione anticipata saranno pochissime.
Nella relazione tecnica viene riportata una stima dei potenziali soggetti interessati, sulla base di una distribuzione prudenziale delle adesioni e degli accessi al pensionamenti: secondo questi calcoli sono 17mila i lavoratori interessati alla Quota 103 nel prossimo anno.
ARRIVA LA NUOVA QUOTA 103, MA È DESTINATA A ESSERE UN FALLIMENTO
La manovra introdurrà una nuova forma della Quota 103, con una penalizzazione per gli assegni di chi decide di ricorrere alla pensione anticipata. La Quota 103 prevede la possibilità di lasciare il lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi.
Secondo i calcoli contenuti nella relazione tecnica della manovra si prevede che nel 2024 possano usufruire di questa pensione anticipata circa 17mila persone. Per un onere complessivo per lo Stato di 149 milioni di euro. La platea sarebbe poi destinata a salire a 25mila lavoratori nel 2025, per un onere complessivo di 835 milioni di euro, mentre nel 2026 sarebbero solamente 3mila i lavoratori in pensione con la Quota 103.
Le cifre così basse derivano, secondo quanto scrive lo stesso governo, dal metodo di calcolo dell’assegno interamente contributivo e del tetto fissato a quattro volte il trattamento minimo, ovvero 2.252 euro lordi, fino al momento di raggiungimento dell’età di vecchiaia. Influisce, inoltre, il fatto che le finestre passano da tre a sette mesi per il privato e da sei a nove per il settore pubblico.
PENSIONE ANTICIPATA, I DATI DEL 2023: UN DISASTRO COMPLETO, ALTRO CHE RIFORMA DELLA FORNERO
D’altronde i dati del governo non stupiscono, se pensiamo a come è andata la Quota 103 nell’anno in corso. Anno per cui, tra l’altro, non era ancora prevista la penalizzazione che verrà introdotta nel 2024. I dati al 30 giugno 2023, forniti dall’Inps a La Notizia, mostrano che le domande presentate per l’anticipo pensionistico sono state meno di 20mila.
Inoltre, alla stessa data, i benefici concessi erano stati solamente 7.238. Di cui quasi tutti uomini: 6.400 contro le sole 815 donne. Si è anche registrato un calo costante delle domande nei mesi, passando dai picchi di quasi 300 domande al giorno tra febbraio e marzo alle sole 130 istanze al giorno di maggio e giugno. Insomma, altro che superamento della legge Fornero: di fatto la legge è pienamente applicata già oggi, figuriamoci con le penalizzazioni del prossimo anno.
01/11/2023
da La Notizia