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Violenza di genere, a Roma solo 50 posti nelle case rifugio

Violenza di genere, a Roma solo 50 posti nelle case rifugio

A Roma il numero di ospiti nelle case rifugio dedicate alle donne in uscita da situazioni di violenza di genere sono in aumento, ma non basta.

Un quadro decisamente molto lontano rispetto a quello auspicato dall’Unione europea. Nella Capitale, infatti, sono appena una cinquantina i posti letto disponibili nelle case rifugio, mentre l’Ue prevede un posto ogni 10mila abitanti che, a Roma, vorrebbe dire, quindi, circa 300.

A ROMA IL NUMERO DI OSPITI NELLE CASE RIFUGIO DEDICATE ALLE DONNE IN USCITA DA SITUAZIONI DI VIOLENZA DI GENERE SONO IN AUMENTO

Nel 2022 si sono registrate ben 185 richieste di ospitalità non accolte, la maggioranza delle quali – l’85% – nelle Case Rifugio, proprio a causa, nella maggior parte dei casi, della mancanza di posti letto. Raggiungere lo standard europeo sembra, dunque, molto difficile visto che, come sottolinea la presidente di “Differenza donna”, Elisa Ercoli, il problema riguarda anche i fondi a disposizione che sono a dir poco esigui. “Ogni struttura”, ha spiegato Ercoli, “ha a disposizione meno di 70mila euro l’anno e uno dei problemi principali sono le gare al massimo ribasso: un criterio inconcepibile se si vuole garantire il lavoro di professionisti specializzati nella valutazione del rischio, oltre al counselling di psicologhe e avvocate esperte”.

Intanto, il governo Meloni ci mette del suo. Sì, perché se In Italia, in dieci anni, dall’entrata in vigore della legge numero 119 del 2013, le risorse economiche stanziate annualmente per prevenire e contrastare la violenza sono aumentate del 156%, l’attuale governo ha deciso di invertire il trend e di attuare un taglio netto ai fondi per la prevenzione della violenza rispetto al 2022 del 70%. “Dagli oltre 17 milioni di euro del 2022 ai 5 milioni attuali stanziati per il 2023”, denuncia ActionAid che con con la campagna Black FreeDay, appena inaugurata, chiede al Governo “di costruire davvero un futuro libero dalla violenza per bambine e ragazze, perché senza fondi sufficienti e politiche mirate alla prevenzione si continuerà ad intervenire sempre e solo in risposta alle violenze già subite”.

Tutto questo accade in un contesto in cui, negli ultimi anni, si registra in media un femminicidio ogni tre giorni. Secondo i dati Istat, sono quasi 7 milioni le donne che nel corso della propria vita hanno subito una forma di violenza fisica, più di 2 milioni quelle che hanno subito stalking. Per non parlare, poi, delle milioni di vittime di abusi psicologici o economici. Si tratta di numeri da cui emerge la chiara inadeguatezza delle misure messe in campo finora. “La prevenzione”, aggiunge ActionAid, “non è mai stata una priorità per nessun Governo che si è succeduto negli anni. I pochi finanziamenti dedicati si sono concentrati in alcuni periodi come il 2022 per essere poi tagliati di nuovo”.

NELLA CAPITALE SOLO 50 POSTI. PER L’UE NE SERVONO ALMENO 300. TROPPO POCHI I FONDI PER LE STRUTTURE

Ma com’è la situazione a Roma? Sul territorio romano i centri antiviolenza – che offrono gratuitamente alle donne servizi di ascolto, accoglienza, assistenza psicologica, consulenza legale, supporto ad eventuali figli minori, orientamento al lavoro, orientamento all’autonomia abitativa – sono una dozzina e sono presenti praticamente in ogni municipio. A questi si aggiungono poi tre Case Rifugio, cinque Case per la Semiautonomia e cinque di Seconda Autonomia. Ma parliamo soltanto di venticinque strutture in una città che sfiora i tre milioni di abitanti non sono evidentemente sufficienti se, come si evidenzia nel report su femminicidio e violenza di genere realizzato dal UIL LAZIO e dall’Eures, si registrano più di una donna al mese uccisa e più di una violenza sessuale al giorno nella Capitale.

NON SONO STATE ACCOLTE LE RICHIESTE DI OSPITALITÀ PER 185 DONNE A CAUSA DELLA CARENZA DI LETTI

A Roma si concentrerebbe addirittura il 74% di tutte le denunce del Lazio che risulta tra le prime regioni in Italia per i reati di genere e la terza, dopo soltanto Lombardia e Veneto, per numero di donne uccise nei primi dieci mesi dello scorso anno. Certo, secondo quanto si legge nell’ultimo Report Servizi Anti Violenza realizzato dal Dipartimento Pari Opportunità, rispetto all’anno precedente c’è stato un incremento delle persone accolte nei centri del 42,5% ma, ancora una volta, non basta.

23/11/2023

da La notizia

Ilaria Giudice