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Il marzo francese. Oltre le pensioni, ora è crisi di democrazia

Il marzo francese. Oltre le pensioni, ora è crisi di democrazia

24/03/2023

da Remo Contro

Remocontro

 

«Guardiamo in faccia la realtà», aveva detto Macron. Ma la realtà ha guardato lui e non le è piaciuto. 3 milioni e mezzo di persone in tutte le piazze di Francia dice il sindacato: scuole occupate, blocchi a strade e ferrovie, mezzo paese fermo. E martedì si ricomincia.
«Questa riforma è l’ultima goccia. Non si tratta più di pensioni, ma di democrazia».

    

Il marzo francese. E il governo è nel caos

Nono sciopero generale contro la riforma delle pensioni, tutti compatti: studenti, lavoratori, ambientalisti, ieri in place de l’Opéra. La polizia attacca il corteo, prova a dividere la testa dalla coda: «ma è lei che va in tilt», racconta Filippo Ortona da Parigi. Da una parte idranti e gas, dall’altra spray sui muri e fiamme di spazzatura sparsa ovunque.

«Questa mobilitazione è storica»

È il nono sciopero generale contro la riforma delle pensioni di Macron. Philippe Martinez segretario della Cgt uscente, a una tv francese: «Noi glielo abbiamo scritto al presidente della Repubblic, nero su bianco, che la situazione era esplosiva. Ha scelto di fregarsene». Marie Buisson che dovrebbe succedergli alla testa della centrale sindacale tra una settimana: «C’è una crisi sociale profonda in Francia, che si esprime sulle pensioni, ma soprattutto sulle lotte per i salari».

Ma ora è crisi democratica

«Ora si è aggiunta una crisi democratica, nella quale ci ha gettato questo governo irresponsabile. È inquietante». In tv, mercoledì, Macron «ha detto che bisognava guardare in faccia la realtà e approvare la riforma. Non ha capito che la realtà è qua, in questa mobilitazione storica. È emblematico del suo modo di fare dal 2017: ignorare i sindacati e il mondo del lavoro. Ora siamo qua per ricordargli che non può farlo».

Successo sindacale incontestabile

La manifestazione parigina è immensa, blocca l’intera città. «Un enorme gruppo di testa raccoglie i manifestanti più giovani e i movimenti più radicali, decine di migliaia di persone che marciano prima del corteo sindacale. Liceali, movimenti ambientalisti, studenti, scandiscono slogan contro Macron e la polizia, lasciano scritte sui muri, bruciano la spazzatura sparsa lungo il percorso», elenca il Manifesto.

Polizia d’attacco a perdere

Durante tutto il percorso i giovani vengono caricati a ripetizione dalla polizia e sommersi dai gas. È l’abituale strategia della prefettura parigina di cercare di dividere il «cortège de tête» da quello sindacale, con l’altrettanto abituale unico risultato di bloccare il corteo per ore, aumentando le tensioni. «Mentre i ragazzi più giovani si passano le gocce per gli occhi, o si travestono di nero in mezzo al corteo, con la folla a proteggerli da telecamere e poliziotti in borghese, gli altri spezzoni seguono a passo di marcia».

Place de l’Opéra

Il corteo sotto attacco via via si avvicina a place de l’Opéra, punto d’arrivo della manifestazione. Un fumo nero e spesso annuncia il traguardo: un’edicola è in fiamme. La piazza intera è circondata da un imponente schieramento di polizia, con barriere e camion idranti.La polizia cerca di nuovo di separare il corteo di testa dal seguito sindacale riuscendoci, di nuovo, a metà.

Una piazza bloccata, un corteo incontenibile, una polizia fuori controllo e in confusione: l’immagine della Francia di Macron in questa primavera 2023, conclude Filippo Ortona.

All’assalto dei diritti tutto il paese

La riforma delle pensioni impedendo il voto parlamentare edesasperata dall’intervento in tv di Macron mercoledì, ritenuto freddo ed arrogante, hanno ridato forza alla protesta. Significativa e in aumento la partecipazione dei giovani- 400 licei sono stati bloccati ieri in Francia, alcune università sono in agitazione (persino Panthéon-Assas, facoltà di diritto feudo dell’estrema destra ribattezzata ‘Assas la rossa’). «La rivolta oltre il rifiuto delle pensioni a 64 anni, sulla questione della democrazia», la valutazione politica di Anna Maria Merlo-

Gli studenti, precarizzati, sono vicini alle preoccupazioni dei lavoratori. Attorno alle pensioni si sono coagulate tutte le inquietudini e le rivendicazioni, dai salari bassi all’inflazione, dalle condizioni di lavoro alle diseguaglianze.

Non solo Parigi

Record di partecipazione molto forte anche in provincia. Slogan e scritte nei cortei rispondono alle accuse della vigilia di Macron: «La piazza è legittima», riprendendo la questione centrale della legittimità politica. «Non è la folla ma il popolo», la risposta all’infelice riferimento di Macron a Victor Hugo in tv («a volte la folla tradisce il popolo»). Immagini con Macron camuffato da Margaret Thatcher. Macron con la corona da re, persino Macron ghigliottinato.

Rivolta sociale contro l’«editto sovrano»

Gli scioperi si sono rafforzati ieri nelle ferrovie e nella scuola. Tutte le raffinerie Total bloccate. Minacce di stop al riempimento degli stock di gas. Manca in kerosene negli aeroporti. Blocchi stradali un po’ dappertutto (820 km di coda complessivamente). Parigi è sommersa dalla spazzatura. Equilibrio difficile tra il bloccare il Paese e più attenzione al consenso della popolazione.

Possibile tregua se ‘riforma in pausa’

Il sindacato chiede di nuovo al governo di «mettere la riforma in pausa», ma avverte che la Cgil francese rispetterà un ‘periodo di distanza’ prima di eventuali trattative sui vari fronti proposti da Macron mercoledì (lavoro, scuola, salute, clima), a causa delle pesanti frasi anti-sindacali del presidente, accusato di aver versato «non olio ma un bidone di benzina sul fuoco della rabbia sociale».

Governo precario e riforma ‘a fette’

Il governo ufficialmente aspetta il parere del Consiglio costituzionale. La prima ministra che ha il compito di allargare la maggioranza per evitare la paralisi, annaspa. No dei moderati. Al massimo, il governo può sperare di attrarre la ‘fronda’ dei républicains.

L’intenzione è di presentare ‘leggi a fette’, per trovare alleati pezzo per pezzo. In caso di vera paralisi, c’è sempre la possibilità del cambio di governo o delle elezioni anticipate, giocando la carta dell’ordine se la protesta si esaspera. Intanto, per martedì 28 i sindacati hanno proclamato un altro sciopero generale