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Follonica, 20 Giugno 2018.
Partito della Rifondazione Comunista
Abbiamo letto con attenzione l’articolo dell’Associazione Ristoratori Castiglionesi che si lamenta perché non riesce a trovare lavoratori giovani alla prima esperienza, ma abbiamo letto anche i commenti all’articolo apparsi sui social online. “Dovete pagarci”, “ vogliamo essere retribuiti il giusto”, “ non vogliamo più essere sfruttati”, “ pagateli !”. Tutti i commenti sono di questo tono e ci trovano d’accordo.
Le leggi degli ultimi decenni hanno facilitato lo sfruttamento “legalizzato” dei lavoratori e delle lavoratrici. Voucher, contratti a chiamata, cancellazione dell’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (solo Rifondazione raccolse le firme contro la sua cancellazione, ma il Presidente Napolitano sciolse le Camere dopo la consegna delle firme per nominare il Governo Monti), introduzione del jobs act. Dobbiamo continuare ancora? Ora basta !
I lavoratori e le lavoratrici devono aver diritto a un lavoro e a uno stipendio dignitoso, anche nel rispetto di quella Costituzione difesa con il voto del referendum del Dicembre 2016.
I giovani sono stufi di essere ricattati e giustamente si ribellano a questo stato di cose.
Forse le associazioni padronali dovrebbero capire che ormai è finita l’era del ricatto e che non è vero che il lavoro non c’è: è che non lo volete pagare.
Inoltre, il richiamo alle problematiche della “scuola alberghiera” vuole forse essere un’allusione alla possibilità di far lavorare i giovani utilizzando la legge dell’alternanza scuola-lavoro? Quindi farli lavorare gratis?
Se le normative (vedi ad esempio gli studi di settore) danneggiano i piccoli imprenditori, i datori di lavoratori dovrebbero protestare contro di esse e non a far ricadere la colpa sui giovani che cercano un lavoro, magari per mantenersi gli studi o per comprare il loro scooter o per pagarsi la prima vacanza. Oppure per essere semplicemente più indipendenti economicamente dai genitori.
Come sempre saremo dalla parte dei lavoratori. Criticando tutte quelle scelte che mirano a ridurre i diritti e i salari dei lavoratori. Lo abbiamo fatto contro i governi Berlusconi, Monti e Renzi.
Lo faremo oggi contro il governo Salvini-Conte, se non rispetterà la premessa di cancellare il Jobs Act.