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Netanyahu per salvare se stesso spacca Israele e caccia il ministro della Difesa. Chi caccerà lui?

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27/03/2023

da Remo Contro

Remocontro

 

l premier Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa Galant (pentito sul provvedimento Giustizia). La protesta di piazza si trasforma in rivolta. Voli bloccati e sciopero generale. Il presidente Herzog chiede di fermare la ‘controriforma’. E i partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism sarebbero pronti a sostenere la sua decisione. Ma il leader di estrema destra Ben Gvir minaccia la caduta del governo se ritirerà il provvedimento liberticida. Consiglio di sicurezza nazionale Usa: «Profondamente preoccupati, urge un compromesso»

Netanyahu contro tutti

Quando il dispotismo esagera. Netanyahu caccia il ministro della Difesa dissidente sulla contestatissima controriforma della giustizia per salvare se stesso, e scatena nuovamente la piazza ormai oltre la protesta, verso la rivolta contro l’autoritarismo che minaccia la democrazia in Israele. Nell’arroganza personale che segna il personaggio, l’ulteriore inciampo in casa teocratica segnalato dal Corriere della Sera: «irrita i religiosi mangiando il cibo vietato, un’aragosta, e durante lo Shabbat. E licenzia Yoav Gallant che gli aveva chiesto di fermare la riforma della giustizia in Parlamento».

«La spaccatura nella società sta coinvolgendo l’esercito. Questa situazione rappresenta un pericolo grave e imminente per il Paese. Non lo permetterò», aveva dichiarato l’ex generale entrato in politica nel Likud di Netanyahu.

L’obbedienza non è più una virtù

Yoav Galant, ministro della Difesa (ex?) per primo ha ordinato il rompete le righe e ha chiesto a Netanyahu di fermare la marcia forzata in parlamento di quel piano giustizia che l’opposizione e gli israeliani in strada a da 11 settimane lo considerano un blitz per smantellare la democrazia. Netanyahu ci ha messo un giorno a licenziarlo, mentre i manifestanti hanno impiegato pochi minuti a invadere di nuovo le strade dopo l’annuncio: centinaia di migliaia nei viali di Tel Aviv e verso la residenza del premier a Gerusalemme.

A New York il console Asaf Zamir se ne va per protesta, le università oggi sono in sciopero e i sindacati preparano il blocco generale.

Fronte teocratico ultraortodosso

Le notizie da casa avevano inseguito il leader conservatore anche a Londra, con quella dannata aragosta blasfema e mangiata alla tavola del premier britannico Sunak. Menù che diventa politico perché la sua coalizione religiosa di estrema destra punta a sfornare la «legge del pane azzimo» negli ospedali in tempo per le festività pasquali tra una decina di giorni: i partiti ultraortodossi, sulla scia integralista sia politica che religiosa del nuovo governo vogliono impedire a medici, pazienti, parenti in visita di mangiare in corsia una pagnotta, anche solo una pita per gli arabi.

Americani ‘estremamente preoccupati’

Da Washington gli americani dicono di essere «profondamente preoccupati» e riecheggiano le parole di Galant: «La capacità di reazione delle forze armate potrebbe compromettersi». Mentre i riservisti rifiutano di presentarsi all’addestramento e stanno già inceppando l’operatività di unità d’élite come lo Squadrone 69 dell’aviazione (sono i piloti dei gli F-35, quelli che dovrebbero guidare un’eventuale missione contro i centri atomici sviluppati da Teheran). Si rivoltano anche i combattenti delle forze speciali, aggiunge Davide Frattini, fino ai militari che devono prestare servizio nei territori palestinesi, dove ci sarebbe stato un aumento delle rinunce fino al 15 per cento.

Stato maggiore in allerta

Lo Stato Maggiore ha convocato i giornalisti: «I nemici ci vedono deboli, calcolano che le nostre possibilità di risposta a un attacco siano limitate», ha spiegato una fonte precisando che questa analisi è condivisa dai servizi segreti. Per la prima volta anche i due partiti ultraortodossi sembrano disposti proporre una pausa ma Netanyahu per ora non avrebbe intenzione di fermarsi, sapendo che senza quella controriforma (la magistratura sotto il controllo del governo), lui rischierebbe la galera nel processo aperto ma per ora bloccato con l’accusa di corruzione.

Pentimento o rischiatutto?

Ora, agenzie stampa internazionali, il contestatissimo premier sta per parlare via tv, alla nazione, e -sempre i ‘si dice’-, potrebbe fermare il provvedimento contestato (come chiesto da Presidenza interna e quella esterna Usa), ma già il leader di estrema destra Ben Gvir minaccia la caduta del governo. Il leader del partito di estrema destra ‘Potenza ebraica’ e ministro per la sicurezza nazionale, ha minacciato Netanyahu che farà cadere subito il governo se il premier decidesse di fermare la riforma giudiziaria.

Senza il partito di Ben Gvir Netanyahu perderebbe la maggioranza alla Knesset.

O cade il governo o sciopero generale

Il leader dell’opposizione Yair Lapid: «il premier può licenziare il ministro, ma non può licenziare la realtà del popolo di Israele che sta resistendo alla follia della maggioranza». Il segretario generale dell’Histadrut, il potente sindacato laburista, Arnon Bar-David, conferenza stampa per annunciare lo sciopero generale.