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Comunicato stampa Sì Toscana a Sinistra – 1 agosto 2018
Beni comuni. Fattori (Sì): “Approvata la nostra legge statutaria. Toscana prima regione a riconoscere i beni comuni. Fermare privatizzazioni e valorizzare le tante esperienze di condivisione di beni che si moltiplicano nei nostri territori”.
Via libera definitivo alla proposta di legge statutaria in materia di tutela e valorizzazione dei beni comuni. L’atto, dopo la prima votazione avvenuta nel maggio scorso, è stato approvato in seconda lettura questa mattina, primo agosto, dal Consiglio regionale con il voto favorevole di Sì - Toscana a Sinistra, Pd, M5S, Gruppo misto. Si tratta di un testo unificato che deriva dalla sintesi di due proposte di legge, l’una a firma di Sì-Toscana a Sinistra e l’altra del PD.
“La Toscana è la prima Regione a riconoscere i beni comuni nel proprio Statuto, impegnandosi a valorizzarli e a tutelarli”, afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì - Toscana a Sinistra, che di beni comuni si occupa fin dalla fine degli anni ’90 e che è stato uno delle figure di riferimento del referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua. Con la modifica approvata, nello Statuto si prevede che la regione Toscana tuteli e valorizzi “i beni comuni, intesi quali beni materiali, immateriali e digitali che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo, alla coesione sociale e alla vita delle generazioni future e la promozione di forme diffuse di partecipazione nella gestione condivisa e nella fruizione dei medesimi”. “Una formulazione che riprende la definizione datane da Stefano Rodotà”, ricorda Fattori, che con Rodotà ha avuto “la fortuna di fare un bel pezzo di strada assieme”.
“E’ un momento storico, a 7 anni dalla vittoria del referendum per l’acqua” - continua Fattori - “Ora si tratta di porre un argine alla privatizzazione e mercificazione dilagante di beni comuni fondamentali, come appunto l’acqua, che devono essere preservati e la cui gestione deve essere condivisa e partecipata. Non a caso a gennaio scorso abbiamo presentato la prima legge regionale che si propone di ripubblicizzare il servizio idrico integrato.”
“Ma si tratta anche - aggiunge Fattori - di saper riconoscere e tutelare la gran quantità di esperienze che si stanno moltiplicando grazie a gruppi di cittadini che si prendono cura di beni comuni urbani o rurali. Che sia il piccolo orto urbano, il giardino restituito alla fruizione collettiva grazie all’impegno di abitanti della zona o la fattoria prima abbandonata e degradata e ora finalmente riattivata da un collettivo di contadini, si tratta sempre di forme con cui gruppi di persone si autorganizzano per condividere una risorsa, generando effetti positivi per la collettività e l’ambiente, contrastando lo spreco e il degrado. Queste esperienze sono state perlopiù ostacolate, adesso vanno incoraggiate e protette”.
“Siamo ricchi di beni comuni, di risorse condivise materiali ma anche immateriali, come ad esempio il software libero o wikipedia. La capacità cooperativa e collaborativa umana deve essere valorizzata e dobbiamo proteggere questi beni dall’assalto del mercato e del profitto. Non ci sono beni comuni senza relazioni di condivisione, senza una gestione partecipativa, insomma, i beni comuni non esistono senza le persone che se ne prendono cura, che li creano e li ricreano a vantaggio della collettività”, commenta Fattori.
“I beni comuni obbligano anche a ripensare il principio di sussidiarietà, spesso distorto, secondo una nuova logica che riassumerei così: ‘ubi minor, maior cessat’, ossia, dove c’è una comunità di persone si sta prendendo cura di un determinato bene, non solo se ne deve impedire la mercificazione ma anche l’istituzione deve farsi da parte o eventualmente partecipare, ma in forma non dominante, senza sottrarre spazio alla capacità di autorganizzazione di chi tutela e vivifica il bene”, afferma Fattori.
“Questa legge statutaria interviene sulle finalità della Regione, adesso si tratterà di tradurre i principi in atti concreti: per questo abbiamo da tempo depositato una legge ordinaria sui beni comuni, un’altra legge l’ha invece depositata il PD, di segno diverso, e il dibattito in commissione e in un apposito gruppo di lavoro è aperto”.
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