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Il libero pensiero in Rai non piace. Dopo il bavaglio alla stampa devono stare muti pure gli artisti

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Da Ghali a D'Amico. La Rai è in piena censura di Stato. L'ad Sergio in soccorso della Meloni. Il Web insorge e la Venier blocca i commenti sui social. 

Dalle parole del cantante Ghali per chiedere lo “stop al genocidio” in Palestina pronunciate all’Ariston, causando una levata di scudi in Rai con tanto di comunicato stampa che prende le distanze dalla star, fino a quelle di Dargen D’Amico sui migranti durante la puntata di Domenica In, interrotte di fretta e furia dalla conduttrice Mara Venier. Sembra proprio che a viale Mazzini si stia facendo ben poco per smarcarsi dalla definizione di TeleMeloni in quanto, dopo la gestione ‘con i guanti’ della protesta degli agricoltori a cui è stata preclusa la possibilità di salire sul palco del Festival di Sanremo per evitare imbarazzi alla maggioranza, si sono verificati altri due casi – sempre per non infastidire il governo – che le opposizioni non hanno esitato a definire una “censura di Stato”.

DA GHALI A D’AMICO. LA RAI È IN PIENA CENSURA DI STATO. L’AD SERGIO IN SOCCORSO DELLA MELONI. IL WEB INSORGE E LA VENIER BLOCCA I COMMENTI SUI SOCIAL

Il primo episodio ha visto protagonista Ghali che al termine della sua esibizione all’Ariston ha chiesto lo “stop al genocidio in Palestina”, parole che non dovrebbero sorprendere vista la recente pronuncia del tribunale dell’Aja che ha chiesto a Benjamin Netanyahu di fermare il massacro a Gaza, scatenando l’ira dell’ambasciatore di Israele Alon Bar. Il diplomatico, su X, ha tuonato: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile” aggiungendo che sulla strage del 7 ottobre ”il Festival avrebbe dovuto esprimere solidarietà. È un peccato che non sia accaduto”.

Frasi che hanno spinto l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio (nella foto), da giorni impegnato ad ingraziarsi la premier Giorgia Meloni sperando di strappare la riconferma al vertice della Rai, a far leggere un comunicato alla Vernier: “Ogni giorno i nostri tg raccontano la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele è sentita e convinta”. C’è da chiedersi come mai il manager abbia sentito il bisogno di scusarsi per delle dichiarazioni fatte da un artista – questo perché in Italia esiste la libertà di parola – ma, soprattutto, perché non abbia espresso solidarietà sia agli israeliani – vittime di un attentato terroristico terrificante – e sia al popolo palestinese per gli oltre 28mila morti causati dalla reazione di Tel Aviv che sembra essere andata al di là del sacrosanto diritto alla difesa.

Poco dopo, sempre a Domenica In, si è verificato un secondo episodio. Ancora una volta l’incidente è scoppiato per le dichiarazioni di un cantante, questa volta D’Amico, che, rispondendo ai cronisti sul significato della canzone ‘Onda alta’ il cui testo è ricco di riferimenti al dramma dei migranti, ha raccontato: “Io vengo da un Paese, l’Italia, all’interno del quale c’è sempre stata la regola dell’ospitalità e dell’accoglienza. Una volta le porte erano aperte, i bambini entravano in casa e dicevano: “Ho fame”. Nessuno chiedeva loro: “Da dove vieni? (…) Quando ascolto discorsi che si dimenticano del valore istintivo dei cuccioli, noto qualcosa che non funziona. E ciò mi spaventa (…) Non si parla mai del fatto che la bilancia dell’immigrazione economica è in positivo”.

A questo punto Venier è intervenuta bloccando il discorso: “Va bene, qui però è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche. Scusate”. Poi, introdotto l’artista successivo, rivolgendosi ai giornalisti ma senza accorgersi che il microfono era rimasto aperto, ha aggiunto: “Mi mettete in imbarazzo… perché non è questo il luogo”. Un trattamento verso i due artisti che ha scatenato l’ira del web al punto che la conduttrice ha bloccato i commenti su Instagram.

Nel “Festival di Sanremo (…) ciascun artista deve essere e sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni, nel rispetto di tutti. Così ha fatto Ghali, così hanno fatto altri artisti sui temi più diversi e attraverso le proprie canzoni. Amadeus e la Rai hanno garantito questa libertà e gliene va dato atto. Nessuna pressione esterna può limitare la libera espressione delle opinioni di ciascuno, tanto più sul servizio pubblico” ha spiegato la presidente M5S della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia.

“La Rai ha sempre seguito e dato ampio spazio alla tragedia del 7 ottobre (…) e bene ha fatto l’amministratore delegato della Rai a esprimere solidarietà nei confronti di Israele, ma il suo ruolo a differenza di quello di un artista gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto”. Critico anche il consigliere Rai, Davide Di Pietro, secondo cui “il comunicato (dell’ad) letto durante Domenica In” definendolo “a tratti improvvido e parziale” e dopo spiega, com’è giusto che sia, che “non esistono morti di serie A o serie B”.

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13/02/2024

da La Notizia

 

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