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Ucraina 2 anni di guerra: cosa pensano gli italiani?

Ucraina 2 anni di guerra: cosa pensano gli italiani?

Politica estera Russia Ucraina 

La percezione del conflitto nel nostro paese è molto cambiata dopo due anni di guerra: ecco cosa emerge dall’ultimo sondaggio dell’Istituto di Studi di Politica Internazionale, l’ISPI, realizzato da Ipsos. Opinione pubblica su posizioni spesso molto diverse e critiche da quelle ufficiali del governo e dalle linee ufficiali della Unione europea.

L’opinione pubblica più avanti dei governi

A due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, gli italiani hanno sempre meno certezze sull’andamento della guerra (forse la Russia sta vincendo?) e sulle sue possibili soluzioni (Kiev dovrebbe negoziare con Mosca a qualsiasi condizione?).

Solo un anno fa

Se l’anno scorso la percezione prevalente era che la NATO, gli Stati Uniti e l’UE stessero tutti guadagnando influenza e coesione interna, oggi le opinioni sono cambiate, e la Russia di Putin è vista in forte ripresa. Guardando all’intero scenario internazionale, gli italiani sentono di vivere in un mondo più insicuro e frammentato, in cui guerre e crisi economiche sono minacce ormai costanti per il mondo e per l’Italia.

1. Guerra: esito incerto, ma Mosca in vantaggio?

Quasi sette italiani su dieci (69%) pensano che nessuno, tra Russia e Ucraina, stia attualmente prevalendo nel conflitto in corso. Una posizione che certifica uno stallo ormai chiaro anche sul campo: i più significativi mutamenti nel controllo del territorio risalgono ormai a fine 2022, con la riconquista ucraina di Kharkiv e Kherson. Allo stesso tempo, la caduta di Avdiivka nei giorni scorsi e la crescente consapevolezza delle difficoltà dell’esercito ucraino si traducono in una percentuale risicata per la vittoria di Kiev, data come meno probabile rispetto a quella di Mosca (7% contro il 23%).

2. Gli italiani vogliono un negoziato, anche a caro prezzo per Kiev

Circa un italiano su due ritiene che l’Ucraina dovrebbe accettare un negoziato a fronte di un’offerta russa di un ritiro, anche parziale, dai territori occupati. Ma ancora più interessanti sono le posizioni dell’altra metà o quasi (44%) di italiani che ritiene che l’Ucraina dovrebbe accettare di negoziare anche a condizioni nettamente meno favorevoli: quasi un italiano su cinque (18%) pensa che l’Ucraina dovrebbe accettare anche un semplice cessate il fuoco, mentre uno su quattro (26%) ritiene addirittura che un negoziato dovrebbe cominciare ad ogni condizione. Solo il 6% degli intervistati ritiene che l’Ucraina non dovrebbe accettare un negoziato di pace in nessun caso.

3. Sì agli aiuti all’Ucraina, ma no alle armi. E le sanzioni dividono

Gli italiani restano nettamente favorevoli quando si tratta di inviare aiuti umanitari all’Ucraina (74%) o di accogliere i profughi in fuga dal conflitto (68%). Ma pur rimanendo maggioritario, il sostegno comincia a diminuire quando si passa agli aiuti finanziari diretti nei confronti del governo ucraino (55%) e alle sanzioni contro la Russia (52%).

Opposizione netta alle armi

Chiara opposizione, invece, all’invio di armi a Kiev: solo un terzo degli italiani (32%) si dice favorevole, ma ben cinque su 10 che si pronunciano in maniera contraria. Per quanto riguarda nello specifico l’invio di armi, i più contrari all’invio si trovano alle ali estreme dello schieramento politico: si dice contrario il 58% degli elettori che si collocano a sinistra e il 70% degli elettori di destra. Maggioranza relativa di favorevoli all’invio, invece, tra gli elettori di centro (44% favorevoli, 37% contrari) e di centrodestra (47% favorevoli, 45% contrari).

4. Gaza ‘spegne le luci’ su Kiev?

La popolazione italiana si divide in due quando deve scegliere quale conflitto sia più rilevante per l’Italia, tra quello in Ucraina e quello a Gaza. Emerge, però, un trend molto netto tra le fasce più giovani della popolazione: per chi ha meno di 35 anni d’età, la guerra a Gaza è nettamente più rilevante rispetto a quella in corso in Ucraina. Divario che diventa fortissimo per i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che indicano Gaza nel 58% dei casi e l’Ucraina solo nel 16%.

5. Il vento è cambiato? Putin guadagna più ‘punti’ di Zelensky

Messi di fronte a un elenco di 22 leader politici mondiali, tra cui indicarne tre che nel corso dell’ultimo anno hanno guadagnato maggiore influenza, quasi 4 italiani su 10 non hanno dubbi: indicano in modo netto Vladimir Putin.  I due possibili leader americani del post-voto USA (Biden e Trump), insieme tallonano Putin al 32% delle preferenze. Colpisce poi il distacco tra Putin e Zelensky, a riprova del clima di difficoltà che gli italiani percepiscono a Kiev piuttosto che a Mosca.

6. Ucraina nell’UE? Italiani divisi

Sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, gli italiani sono spaccati su tre posizioni praticamente identiche, tra chi si dice favorevole (34%), chi contrario (32%) e chi si dichiara incerto (34%). Posizioni molto diverse da quelle espresse soltanto un anno fa: in quell’occasione due italiani su tre (67%) si dichiaravano tendenzialmente favorevoli all’ingresso dell’Ucraina.

7. Cina, Russia, USA e NATO più influenti. Giù Onu ed europei

Rispecchiando in parte le opinioni sui leader politici, anche quando si guarda a quali attori internazionali abbiano guadagnato in influenza, gli italiani mettono la Russia ai primi posti della classifica. Le opinioni di chi pensa che la Russia abbia guadagnato in influenza prevalgono nettamente rispetto a quelle di chi pensa che ne abbia persa, per un giudizio netto del +25%. Solo la Cina (+33%) fa meglio, mentre USA e NATO devono accontentarsi del terzo e quarto posto (rispettivamente con il 20 e l’8%).

Gli italiani reputano invece che abbiano perso di influenza sia Nazioni Unite (-6%), l’UE (-8%), e diversi paesi europei, dalla Francia (-3%) alla Germania (-7%) fino all’Italia (-20%).

Il mondo è più frammentato

Una cosa è certa: gli italiani pensano che il mondo di oggi sia più frammentato (87%), più insicuro (86%) e con maggiori disuguaglianze (75%) rispetto a quello di qualche anno fa. Vogliamo chiudere però con un dato positivo: i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno opinioni meno pessimiste. Malgrado la percentuale di chi pensa che il mondo sia diventando più frammentato si riduca solo di poco (dall’87% all’80%), quella di chi pensa sia più insicuro scende al 68%, mentre sulla questione dell’equità si arriva addirittura al 50%.
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