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Emergenza fame, aiuti sganciati come bombe e vince sempre la morte

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Politica estera  Aiuti Umanitari

Dopo la strage nell’assalto ai camion, nel nord senza cibo, gli Usa consegneranno i soccorsi dal cielo come già fanno Egitto e Giordania. Ma non servirà a salvare i palestinesi allo stremo. «Perché paracadutare gli aiuti a Gaza non è la soluzione», provano a spiegare ai ‘grandi zucconi della terra’. Perché solo ora, o c’è qualche altro problema? Mentre Biden all’Onu ‘salva’ per l’ennesima volta Israele suscitando scandalo. Quantità di aiuti insufficienti e costosissimi.
«I lanci dagli aerei sono una buona opportunità fotografica ma un pessimo modo per fornire aiuti», commenta il direttore delle Nazioni Unite dell’International Crisis Group. Per Oxfam America i lanci di aiuti «servono principalmente a ripulire la coscienza sporca degli alti funzionari statunitensi le cui politiche stanno contribuendo alle atrocità in corso».

A sorpresa il vecchio amico e collega Filippo Landi.

                                     

Amman: il cielo su di noi

Su di noi, ad Amman, c’è un cielo da giorni attraversato da grandi aerei militari. Sono aerei da trasporto, con le grandi eliche che ricordano altre guerre. Non incutono paura, bensì inquietudine. Si capisce che vengono a rifornirsi qui per andare poi non troppo lontano: Gaza. Ormai anche la gente comune che vive ad Amman è stata informata dai notiziari televisivi o della radio che quegli aerei vanno a gettare «aiuti umanitari» sul cielo di Gaza. Il Re di Giordania, Abdallah, e suo figlio si sono fatti riprendere più  volte su questi aerei mentre aiutano i militari giordani nel loro lavoro umanitario.

Non contro la fame, ma contro lo sdegno interno

Un modo per affrontare e venire incontro alla fame che regna tra i due milioni di abitanti di Gaza. Un modo anche per affrontare lo sdegno e la rabbia degli abitanti di questa terra, la Giordania, molti dei quali sono profughi o figli o nipoti di profughi palestinesi giunti qui per altre guerre. Il Re di Giordania aveva chiesto, all’Onu, di imporre ad Israele e ad Hamas il cessate il fuoco. Israele, gli Stati Uniti, l’Europa (compresa l’Italia, che si era astenuta come Ponzio Pilato) avevano rifiutato. In nome di una guerra che avrebbe dovuto schiacciare il nemico.

In realtà ha fin qui distrutto una terra, ucciso 30 mila palestinesi, ferito altri 71 mila, tolto la casa a un milione e mezzo di persone.

La fame come arma

Gli aiuti umanitari sono bloccati ai confini.  Adesso che i bambini a Gaza cominciano a morire come mosche, non solo per le bombe, ma anche per fame di cibo e acqua, e per la diarrea, i politici che sostenevano la guerra ad ogni costo, Israele e Stati Uniti in testa, temono che la vergogna li travolga. Hanno mandato l’altro ieri qualche camion di farina, scortati dai soldati israeliani, e si sono trovati nell’abisso della disperazione e della rabbia ed hanno aggiunto, per incompetenza, un massacro ad altri massacri.

Gli aiuti dall’alto dell’arroganza

Allora hanno deciso: meglio lanciare gli aiuti dall’alto, per non essere coinvolti in quell’abisso. Così sui cieli di Amman stamane volano anche aerei americani, francesi, giordani, direzione i cieli di Gaza. Non è carità, ma elemosina, non è giustizia ma un modo per prolungare il lavoro dei militari. I vecchi parroci mettevano in guardia dall’elemosina che serve a lavare la coscienza.

Non sapevano che anche l’elemosina, a Gaza, scende dal cielo, ma spesso finisce in mare. Dove altre persone muoiono per strapparla ai pesci.

E Anna Maria Borgi da Avvenire

L’Onu: mille camion in fila al confine egiziano

«I lanci con il paracadute sono estremamente difficili, ma tutte le opzioni sono sul tavolo», osserva Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. «Piuttosto che lanciare cibo dal cielo, dovremmo esercitare una forte pressione sul governo israeliano affinché permetta la distribuzione degli aiuti attraverso canali più tradizionali, che consentono di fornire aiuti su scala più ampia». Sempre secondo l’Onu, quasi mille camion aspettano di entrare a Gaza al confine egiziano.

«Già morti di fame e sete dieci bambini»

Il portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), sostiene che «gli aiuti che arrivano in questo modo possono essere solo l’ultima risorsa: la consegna via terra è migliore, più efficiente e meno costosa». E denuncia: «Se non cambia nulla, la carestia è quasi inevitabile». Stando al ministero della Sanità di Gaza, già dieci bambini sono morti di «malnutrizione e disidratazione».

Ma Biden non si corregge e copre ancora Netanyahu

Fermata dal veto Usa la dichiarazione Onu che condannava l’esercito israeliano «per aver fatto fuoco sulla folla che assaltava camion di aiuti alimentari». All’indomani della strage dei civili affamati sulla quale la comunità internazionale invoca un’indagine indipendente, diventa più difficile parlare di accordo di tregua per l’imminente Ramadan.

Vittime vantate o millantate

Secondo Israele gli ultimi dieci giorni sarebbero stati uccisi «450 terroristi». Il portavoce militare afferma che ne sono stati «eliminati oltre 13mila». Nessun maschio rimasto ucciso che non fosse di Hamas, e tutti da condannare a morte? «Vittime civili solo i 25.000 morti fra donne e bambini denunciati dal ministro della Difesa Lloyd Austin?»E la somma dei morti con contabilità amica salirebbe e 38 mila vittime. Troppi a barare.

05/03/2024

da Remocontro

Filippo Landi

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