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La crisi nera dell'industria italiana affossata dal caro prezzi. A gennaio crollano la produzione e i beni di consumo

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Economia

I dati Istat certificano il crollo dell'industria con il caro prezzi che comporta un'ampia flessione per i beni di consumo e strumentali. 

Peggio del previsto. A gennaio l’indice della produzione industriale è in calo dell’1,2% rispetto a dicembre e del 3,4% rispetto a un anno prima. Le stime dell’Istat rivelano che l’indice torna ai livelli del novembre 2023, con diminuzioni mensili estese a tutti i principali comparti. L’unica eccezione è rappresentata dall’energia. 

Anche su base trimestrale si segnala un quadro negativo. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si registra una caduta in 13 settori su 16. In particolare è molto ampia la flessione per i beni di consumo e strumentali, mentre al contrario si registra una lieve crescita per l’energia. 

LA CRISI DELL’INDUSTRIA ITALIANA

I dati sull’industria italiana preoccupano le associazioni a tutela dei consumatori. Il Codacons, sottolineando le cifre fornite dall’Istat, evidenzia che “la produzione crolla in tutti i principali settori con l’unica eccezione dell’energia, ma il vero allarme riguarda i beni di consumo che scendono su base mensile del -2% e addirittura del -5,4% su anno, con un vero e proprio tonfo per quelli durevoli, che crollano del -12,3% su base annua”.

A pesare sui numeri dell’industria, prosegue il Codacons, “è il livello elevato dei prezzi in Italia, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che negli ultimi due anni hanno registrato una marcata crescita ed effetti negativi diretti sulla spesa e sui consumi, come hanno evidenziato i recenti dati Istat sulle vendite al dettaglio”. L’associazione ribadisce quindi “la necessità di intervenire in maniera più efficace sui prezzi, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia”. 

L’Unione Nazionale Consumatori parla di “inizio dell’anno pessimo”, dopo un 2023 “nero”. Su base annua, sottolinea l’associazione, si assiste a un crollo verticale dei beni di consumo durevoli, che precipitano del 12,3%, un vero e proprio “precipizio”. Per il presidente, Massimiliano Dona, la caduta anche su dicembre è “decisamente allarmante”: “Il governo, invece di cantare vittoria per i dati economici positivi, come quelli sull’occupazione, farebbe bene a prendere seriamente in considerazione questi campanelli d’allarme, tutti indicativi di una difficoltà delle famiglie sul fronte dei consumi”.

21/03/2024

da La Notizia

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