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Il 25 aprile di Giorgia Meloni e le subdole insinuazioni della destra

Il 25 aprile di Giorgia Meloni e le subdole insinuazioni della destra

05/04/2023

da Tag43

Paolo Landi

Fosse Ardeatine, via Rasella, Salvo D’Acquisto: aspettiamoci il peggio da questa destra revisionista in occasione della Festa della Liberazione. Da La Russa in giù, i nostalgici sdoganati dalle elezioni si sentono autorizzati a sparare sciocche verità manipolate, in preda a un certo piacere esibizionistico.

All’avvicinarsi del 25 aprile gli appartenenti a una destra antica, sdoganati dalla vittoria alle ultime elezioni, si mostrano con un certo piacere esibizionistico: per troppo tempo costretti a riservare all’intimità dei loro salotti le sciocchezze negazioniste, le teorie strampalate su partigiani e rappresaglie e i busti in marmo dei dittatori, si sentono oggi autorizzati – alcuni dall’alto delle loro cariche istituzionali, come Ignazio La Russa, presidente del Senato – a rendere pubbliche le incrostazioni ideologiche di cui non riescono a liberarsi. Su Twitter, TikTok e Instagram ci sono profili tipo @ammiraglio7mari, @Matte1one3, @ilcupomietitore @primatonazionale che si incaricano di fare il lavoro sporco, a forza di meme di Adolf Hitler che telefona a Mario Draghi: «Ciao, volevo farti i complimenti», «Se tutti sono fascisti allora non lo è più nessuno», «Saluti ai bimbiminchia ambientalisti», «Zecche rosse di merda», così, tanto per confondere e acchiappare qualche like da follower di bocca buona.

Fasulle ricostruzioni a opera di riemersi alfieri della verità

Lo sprezzo del pericolo, o del ridicolo, e la frivola sventatezza di questi personaggi rinviano alla sorda ottusità con cui nell’Italia mussoliniana o nella Germania del Terzo Reich si procedeva a orchestrare il più abominevole genocidio della storia come se si dovessero sbrigare fastidiosi affari correnti. La sproporzione tra l’enormità di quanto si andava compiendo contro persone innocenti e la leggerezza con cui sindaci, impiegati, piccoli burocrati dell’anagrafe, militari, vicini di casa lo facevano, la si ritrova oggi sui social nelle tesi negazioniste dell’olocausto ma anche nelle puntigliose e fasulle ricostruzioni storiche a opera di questi riemersi alfieri della verità: «Non erano nazisti le vittime dell’attentato partigiano in via Rasella, erano pensionati di una banda musicale… i partigiani conoscevano benissimo il rischio di rappresaglia sui cittadini romani, antifascisti e non».

I nostalgici riscrivono la storia fatta dai «professori di sinistra»

Secondo La Russa se i partigiani non avessero compiuto quel «vile attacco» alla banda musicale, o se si fossero almeno costituiti dopo l’appello dei tedeschi a consegnarsi in cambio della rinuncia alla rappresaglia, la strage delle Fosse Ardeatine (335 trucidati) non ci sarebbe stata. Cos’altro, se non il puntiglio di un nostalgico poco lucido, può muovere oggi, nel 2023, una personalità politica di primo piano ad andare a rivangare un episodio mostruoso che il tempo vorrebbe fosse solo consegnato alla memoria per non dimenticare, con lo scopo di andare a sottilizzare con i se e con i ma, per ridimensionare evidentemente la responsabilità agghiacciante di chi eseguì il massacro, per ristabilire «l’obiettività» dei fatti, per dire finalmente quello che i libri di storia scritti dai professori di sinistra hanno sempre taciuto?

       Immagine rimossa.

La destra celebra solo Salvo D’Acquisto, strumentalizzandolo

Ci aveva già provato Indro Montanelli, perché questa bugia sulle Fosse Ardeatine e sulla banda musicale che era invece una colonna di occupanti tedeschi circolava già quando la vecchia Democrazia cristiana aveva provato a mettere in circolo l’idea di una resistenza “buona”, fatta da eroi cattolici non schierati, e “una cattiva” fatta di avventurieri fanatici della lotta armata e del comunismo. Fu il “grande giornalista” a mettere a confronto, in un articolo sul Corriere della Sera del 1995, l’eroico gesto del brigadiere Salvo D’Acquisto, che si era accusato di una colpa, da innocente, per salvare da una rappresaglia un gruppo di 22 persone, con “l’odioso attentato” dei partigiani che provocò la rappresaglia di via Rasella. La destra celebra oggi Salvo D’Acquisto su Twitter, prima tra tutte Giorgia Meloni, che gli dedica molti post e che se, al contrario, spende una parola per il 25 aprile lo fa solo per mettere al confronto gli assembramenti e i cortei per celebrarlo con i divieti che la sinistra imponeva in tempo di Covid: «Qualcuno spieghi agli italiani questa disparità di trattamento, i cortei per il 25 aprile sì, i pranzi al ristorante no… ecc.ecc.».

        Immagine rimossa.

Rimuovere fascismo e antifascismo per mischiare tutto in salsa patriottica

Vediamo come si comporterà tra una ventina di giorni, ora che non è più all’opposizione. Sempre Giorgia Meloni ha tenuto a precisare che i trucidati alle Fosse Ardeatine furono uccisi «solo perché italiani». Il vittimismo della destra, le insinuazioni subdole, le verità manipolate, rimuovere il fascismo e quindi l’antifascismo per mischiare tutto in una non meglio identificata salsa patriottica, strumentalizzare Salvo D’Acquisto facendone l’eroe di una destra che lui sicuramente esecrava, per agganciare giovani generazioni ignare, senza alcun senso della storia, per dissodare il terreno del qualunquismo sul quale seminare i germi dell’estremismo a venire: tutto questo ricorda molto da vicino il libro di Raul Hilberg Carnefici, vittime, spettatori (Mondadori, 1992), dove soprattutto gli spettatori non fanno una bellissima figura.