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Pubblicato
il 30 set 2016
Gli ultimi dati Istat confermano il fallimento ormai conclamato del Jobs Act rispetto alla creazione di nuova occupazione, in particolare per quel che riguarda i giovani. Su base annua, da agosto 2015 ad agosto 2016 gli occupati complessivi aumentano di 162mila ma la crescita è integralmente attribuibile alle persone con oltre 50 anni di età. L’aumento di 401mila occupati in questa fascia di età sta insieme alla diminuzione di 74mila occupati nella fascia tra 25 e 34 anni e di 164mila occupati nella fascia tra 35 e 49 anni. Nonostante la gigantesca quantità di risorse regalate alle imprese, i dati sono un disastro con i nuovi occupati che sembrano dipendere assai più dalla controriforma Fornero delle pensioni che dalle politiche del lavoro.
Nel frattempo il Jobs Act ha abbassato micidialmente i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e incrementato solo la precarietà con i voucher, i contratti a termine senza causale e la cancellazione dell’articolo 18 che rende precaria anche l’occupazione “permanente” giacchè i nuovi assunti sono tutti licenziabili.
La sua abrogazione è necessaria e sono di decisiva importanza i referendum sul lavoro promossi dalla CGIL.
http://www.cgil.it/admin_nv47t8g34/wp-content/uploads/2016/03/Referendum...
Paolo Ferrero
segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea