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Guerra elettorale sulla guerra: Repubblicani Usa contro le sanzioni

Guerra elettorale sulla guerra: Repubblicani Usa contro le sanzioni

09/04/2023

da Remo Contro

Michele Marsonet

 

Cresce negli Usa l’opposizione alle sanzioni anti Russia decretate da Joe Biden che comunque colpiscono anche l’economia e la valuta di casa. Le posizioni più dure all’interno del Partito repubblicano, dove è in corso una lotta che vede coinvolti i seguaci di Donald Tump da un lato, e gli esponenti del vecchio establishment dall’altro.
Ma anche nel campo democratico, i dubbi sono consistenti e riguardano non solo la sinistra estrema che ha come punto di riferimento Alexandria Ocasio-Cortez, ma pure esponenti moderati che, in teoria, dovrebbero essere vicini a Joe Biden.

 

Stop sanzioni dei Repubblicani

Per quanto riguarda i repubblicani, hanno fatto parecchio rumore le dichiarazioni di Marco Rubio, senatore della destra del Partito, figlio di cubani anticastristi espatriati. Contese la candidatura a Trump ma, come tutti gli altri, fu battuto dal tycoon newyorkese, del quale divenne in seguito un fedele sostenitore.
Rubio ha parlato, come è solito fare, senza peli sulla lingua. Dopo la notizia dell’accordo tra il presidente brasiliano Lula e la Repubblica Popolare Cinese per eliminare il dollaro negli scambi commerciali tra i due Paesi, ha rilasciato una dichiarazione preoccupata sul futuro degli Stati Uniti, e sulla loro capacità di poter penalizzare economicamente le nazioni che non si allineano alle direttive di Washington sul tema sanzioni.

Potenza Usa e non prepotenza

Rubio ha notato che il Brasile, il più grande Paese dell’emisfero occidentale, ha concluso un accordo commerciale con la Cina.
Grazie a esso, d’ora in poi Pechino e Brasilia effettueranno scambi commerciali con le loro valute, aggirando il dollaro.
Stanno insomma creando un’economia secondaria nel mondo totalmente indipendente dagli Stati Uniti. «Tra cinque anni – continua il senatore repubblicano – non potremo più parlare di sanzioni, perché ci saranno così tanti Paesi che effettueranno transazioni in valute diverse dal dollaro che non avremo la possibilità di sanzionarli».

‘De dollarizzazione’ nel mondo

Si tratta della cosiddetta “de-dollarizzazione”, che dovrebbe preoccupare molto gli americani, mentre le autorità Usa non sembrano prenderla sul serio. Proprio per questo Rubio ha messo il dito nella piaga, invitando tutti a riflettere di più sull’argomento. L’influenza Usa nel mondo si basa in modo primario sulla forza della loro valuta, che viene utilizzata in pratica da tutti per le transazioni economiche internazionali.

I giganti Cina e India come esempio

Il quadro sta tuttavia cambiando rapidamente. Finora non si è concretizzata la proposta cinese di usare lo yuan come valuta base per i suddetti scambi. Ma è un dato di fatto che molte nazioni hanno cominciato a usare le loro valute aggirando il dollaro. Cina e India, per esempio, hanno deciso di utilizzare yuan e rupia, la Federazione Russa il rublo. Ciò significa che le sanzioni perdono gran parte della loro efficacia, che è già dubbia.

Ue obbediente e perdente

Usa e Ue hanno avviato un ‘balletto di sanzioni’ destinate a colpire istituzioni, enti di ricerca e singoli individui. Non sono però efficaci come in Occidente si pensava e, al contrario, hanno scatenato la corsa a sostituire il dollaro. Effetto contrario a quello sperato.

Dal che si evince che Washington e Bruxelles dovrebbero avviare una seria riflessione sul rapporto costi/benefici, dal momento che i primi sembrano superare i secondi.