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INCENDIO SUVIGNANO, FATTORI: “TERRIBILE. SU ANTIMAFIA SERVE SISTEMA ISTITUZIONALE DI LOTTA PERMANENTE”

20/08/2020

 

“Quanto accaduto alla Tenuta di Suvignano è terribile. Se l’ipotesi dolosa fosse confermata avremmo ulteriore conferma che la mafia in Toscana c’è, fa affari e distrugge.

 

Per troppo tempo la politica regionale ha affrontato il problema con energie insufficienti. Serve un altro modo per contrastare la mafia. Insieme a magistratura, enti locali e associazionismo dobbiamo creare un sistema di lotta permanente” così Tommaso Fattori, candidato presidente per Toscana a sinistra, a commento dell’incendio che ieri pomeriggio ha devastato la tenuta di Suvignano.

 

“La Tenuta di Suvignano – precisano i candidate e le candidate di Toscana a Sinistra circoscrizione Siena – è un po’ il simbolo dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata, di quella mafia che non è più confinata in Sicilia, ma fa affari e lava i propri denari anche in Toscana”.

 

“Suvignano è un progetto unico nel panorama nazionale che negli intenti della Regione deve vivere e creare sviluppo per il territorio. Per questo siamo spiacevolmente colpiti dai gravissimi danni che l’incendio di ieri notte ha causato. E lo saremo ancora di più se la Procura di Siena ne confermerà la matrice dolosa” proseguono Fiorenza Bettini, Roberto Fondelli, Sabrina Pirri, Michele Pinassi, Lia Valentini e Michele Vittori.

 

“Non dobbiamo abbassare la guardia, anzi pretendere che il tavolo sui beni confiscati della Regione continui, ed anzi rafforzi, il suo operato” concludono le candidate e i candidati di Toscana a Sinistra della circoscrizione Siena. La storia giudiziaria della tenuta inizia con il giudice Giovanni Falcone. Fu lui nel 1983 a sequestrare l’azienda all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra.

 

Ma il costruttore siciliano ne rientrò successivamente in possesso e fu necessario un secondo sequestro nella metà degli anni novanta, diventata confisca dopo la condanna definitiva del 2007. Si è rischiato ad un certo momento, anni fa, che la tenuta fosse messa all’asta, con il rischio che potesse tornare alla mafia attraverso prestanome. Poi, l’anno scorso, è arrivata l’assegnazione alla Regione, che ora la gestisce attraverso Ente Terre, che la fa vivere con iniziative e campi solari per giovani provenienti da tutta Italia.