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CALABRIA, ARRESTATO DOMENICO TALLINI ,IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE (FORZA ITALIA)

19/11/2020

da Il Corriere

Carlo Macrì

 

Tallini, presidente del Consiglio regionale, è ai domiciliari. Insieme a lui, arrestati altri 19 per presunti rapporti tra politici locali e ‘ndrangheta

 

CATANZARO — C’è anche il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini, noto come Mimmo, 68 anni esponente di Forza Italia, tra le 19 persone arrestate giovedì mattina dai carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta «Farmabusiness». Tra gli arrestati, c’è anche Paolo De Sole, commercialista 46enne romano, figlio del primario del laboratorio di analisi del policlinico Gemelli di Roma.



A Domenico Tallini il giudice delle indagini preliminari ha concesso gli arresti domiciliari. L’accusa a suo carico sarebbe voto di scambio. Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria avrebbe fornito al clan Grande Aracri, pur non «facendone organicamente parte», «un contributo concreto specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa», scrivono i magistrati della direzione distrettuale di Catanzaro.

 

In qualità di assessore regionale al Personale, nella giunta Scopelliti, Tallini si sarebbe adoperato intervenendo al fine di velocizzare l’iter di costituzione del Consorzio Farma Italia e della società Framaeko srl, attive nel settore della commercializzazione dei farmaci da banco. Per il suo impegno a velocizzare le pratiche Tallini avrebbe preteso - secondo i magistrati - l’assunzione del figlio Giuseppe, così da contribuire «all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare». L’accordo con i Grande Aracri avrebbe consentito a Tallini di ottenere l’appoggio della famiglia di ‘ndrangheta Aracri alle elezioni del 2014.

 

L’indagine della procura di Catanzaro ha messo in evidenza, infatti, il ruolo della consorteria ‘ndranghetistica Grande Aracri di Cutro(Kr), con ramificazioni anche in Emilia Romagna. Oltre agli appalti e al voto di scambio relativo alle elezioni del 2014, la famiglia di Aracri avrebbe concentrato le proprie risorse finanziarie investendo in farmacie e parafarmacie.