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26.01.2021
Maurizio Acerbo segretario nazionale PRC-S.E.
Cinque anni fa si perdevano al Cairo le tracce di Giulio Regeni, ricercatore italiano che si interessava delle vertenze sindacali in Egitto. Giorni dopo veniva ritrovato il suo corpo, sfigurato e con evidenti segni di tortura. Anni di indagini in cui la famiglia e la sua legale non si sono mai arresi, anni in cui i diversi governi che si sono succeduti hanno dapprima alzato la voce, ma poi ha vinto la logica degli affari da non interrompere. Interessi per le commesse militari e progetti dell’ENI.
Ci sono quattro funzionari di polizia egiziani accusati dell’omicidio e delle torture ma l’Egitto non collabora e il governo italiano non reagisce. Da poco è stata approvata una importante risoluzione del parlamento europeo con cui si chiede di prendere provvedimenti contro il regime di Al Sisi, e oggi, in contemporanea fra i temi in discussione all’incontro dei ministri degli esteri UE si discuterà sui provvedimenti da prendere, con un’Europa spaccata.
Rifondazione comunista chiede l’interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali, soprattutto in campo militare, col regime egiziano. Chiediamo che si interrompano i rimpatri di migranti egiziani che chiedono asilo in Europa perché nel loro paese i diritti umani non sono garantiti. Oggi è anche l’anniversario della splendida manifestazione di Piazza Taharir che fece crollare il regime di Mubarak.
Chiediamo giustizia e verità per Giulio, la liberazione dello studente dell’università di Bologna Patrick Zaki, come dei tanti detenuti politici. Altrimenti che l’UE e i suoi Stati membri, rompano le relazioni con l’Egitto.
Lo dobbiamo a Giulio alla sua splendida famiglia, a Patrick e ai tanti detenuti politici di cui siamo corresponsabili.