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31.01.2021
da Rosso di Sera
Sergio Bovicelli
Usiamo (ancora una volta) come titolo l’incipit del Manifesto scritto da Marx ed Engels nel 1848 che esattamente recita così: «Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. [...]
È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso.». Questa necessaria premessa per dire che a Santa Fiora ci sono ancora dei comunisti organizzati sotto il proprio simbolo, che è quello del Partito della Rifondazione Comunista, nato nel 1991 dopo lo scioglimento (o distruzione) del PCI, del quale peraltro si sono celebrati i cento anni dalla sua fondazione solo pochi giorni fa. E noi siamo ancora qui, organizzati e presenti in ogni circostanza.
Questo soprattutto quando c’è da ricordare chi ha lottato per la Costituzione repubblicana. A Togliatti è attribuita questa frase: “Non c’è città, paese, piazza, dove non sia morto un comunista per la liberazione e la democrazia dell’Italia”. Scriviamo questo perché spesso ci coglie la sgradevole sensazione di non essere accettati quando ci presentiamo a qualche manifestazione pubblica, che commemora queste circostanze, impugnando la nostra bandiera.
Abbiamo la fondata impressione di risultare “ingombranti”, anche nei confronti di chi per anni ha militato nel PCI, quando a Santa Fiora ci mostriamo per quello che siamo, con nessun timore nel farci riconoscere. Ma forse la morale, se così vogliamo definirla, è che noi (i comunisti) risultiamo indigesti e mal visti, solo perché conserviamo le nostre idee che nascono proprio con il Manifesto di Marx ed Engels che citiamo all’inizio; idee che nel corso dei secoli sono invero cambiate, ma sono coerenti con la difesa dei soggetti più deboli della società e soprattutto perché riteniamo che il capitalismo non sia il migliore dei mondi dove vivere. Certo, lo sappiamo bene che siamo sempre meno, che facciamo difficoltà a sopravvivere in questo tipo di società, però siamo tenaci, nonostante i risultati elettorali ci vedano molto indietro.
Però, se avete voglia di visitare la pagina (http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=45337) della nostra Direzione troverete questa notizia pubblicata il 20 gennaio 2021.
Rifondazione Comunista: è il 4° partito nel 2×1000 ma invisibili sui media.
Alla vigilia del centenario di Livorno ci arriva una bella notizia dal sito del Ministero delle Finanze: il nostro partito risulta al quarto posto nelle indicazioni dei contribuenti italiani nel 2020, dietro soltanto a Pd, Lega e Fratelli d’Italia. Inoltre, il nostro dato continua a essere in aumento rispetto agli anni precedenti.
Ringraziamo i 53.800 contribuenti che hanno scelto di indicare il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea nella loro dichiarazione dei redditi. Altri partiti pur raggiungendo un numero di sottoscrizioni di gran lunga inferiore al nostro, ottengono contributi in misura molto più alta di noi. Questo perché i contribuenti che hanno deciso di sostenere Rifondazione Comunista, appartenendo ai ceti popolari, dispongono di un reddito medio molto più basso di quelli che si rivolgono ad altri partiti che, in tutta evidenza, non rappresentano come noi le classi lavoratrici.
È un fatto che ci rende orgogliosi. Da questo dato emerge però che in Italia il livello di oscuramento che subiamo è degno del periodo maccartista. Esistiamo nel paese molto più di altri partiti ma siamo assolutamente invisibili sulla grande stampa e sulle televisioni. Un oscuramento che dovrebbe indignare qualsiasi democratico. Questo dato, che è frutto di un miracolo di militanza e lavoro volontario, ci incoraggia a continuare nel nostro impegno per ricostruire una sinistra degna di questo nome nel nostro paese.