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RIFONDAZIONE COMUNISTA : A PROPOSITO DEI RISULTATI DELLO "STUDIO InVETTA"

NOTIZIE DELLA TOSCANA - SANITA' ED AMBIENTE

 

05/02/2022

Segreteria del Circolo Rifondazione Comunista

Circolo Raniero Amarugi

 

Che l’epidemiologia non sia una scienza esatta e che i risultati degli studi epidemiologici possano essere interpretati in vari modi, come una coperta che ciascuno può tirare dalla parte che più gli interessa proteggere, ne abbiamo avuto varie dimostrazioni, anche in questi due drammatici anni pandemici; e naturalmente la presentazione dei risultati dello Studio InVETTA non si è sottratta a questa regola, con la Giunta regionale concordemente schierata a sostenere, all’unisono, che la salute degli amiatini non ha niente a che vedere con le emissioni prodotte dallo sfruttamento geotermico in atto nell’area.

 

In realtà il comunicato stampa emesso dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) che accompagna la pubblicazione dei tre volumi che compongono lo studio (per un totale di circa 700 pagine, che ci proponiamo di analizzare nei dettagli), qualcosa di più problematico lo lasciano intravedere, come si può rilevare dall’affermazione “…Anche i lavoratori presso le centrali geotermiche, sebbene costituiscano un sottocampione poco numeroso, hanno mostrato livelli urinari di tallio e di mercurio più alti rispetto al resto dei partecipanti…”; cioè, mentre i soggetti esaminati appartenenti al campione generale presentano concentrazioni di metalli nel sangue e nelle urine già superiori alla norma, coloro che svolgono la loro attività lavorativa all’interno delle centrali hanno valori di mercurio e tallio ancora superiori.

 

Basterebbe questo a smentire le affermazioni trionfalistiche, in particolare dell’Assessore all’ambiente (?) Monia Monni, secondo la quale si apre ora concretamente la possibilità quantomeno di raddoppiare il numero e la potenza delle centrali geotermiche da autorizzare, anche in Amiata (il punto interrogativo tra parentesi sta a significare che un Assessore regionale all’ambiente dovrebbe avere, fra i suoi massimi obiettivi, quello della salvaguardia e non certo quello della manomissione, manco fosse Assessore alle attività produttive!).

 

Ma c’è un altro passaggio del comunicato stampa dell’ARS che merita attenzione, ed è dove si dice, riguardo allo studio epidemiologico commissionato dalla Regione Toscana alla Fondazione Monasterio del CNR di Pisa e pubblicato nel 2010, che “… Da questa analisi emerse un quadro piuttosto sfavorevole per numerosi indicatori epidemiologici, sia di mortalità che di morbosità, in particolare nei comuni dell’area dell’Amiata…”.

 

Con 12 anni di ritardo si ammette che, in effetti, i risultati di quella ricerca, che evidenziava la presenza di morti per malattie tumorali nei maschi superiori fino al 30% rispetto ai dati regionali in alcuni comuni maggiormente esposti alle emissioni delle centrali, non erano poi così tranquillizzanti come invece si sostenne all’epoca, tanto che sulla scorta di quella asserita irrilevanza della geotermia nei confronti dello stato di salute della popolazione fu autorizzata la realizzazione della centrale Bagnore 4.

 

Un’ultima considerazione riguarda l’influenza dell’acido solfidrico, una sostanza diffusa a piene mani dai camini geotermici, che dallo studio risulterebbe addirittura assicurare un effetto protettivo nei riguardi di tutta una serie di patologie, crescente all’aumentare della sua concentrazione in aria. Ciò costituisce un completo rovesciamento delle indicazioni sanitarie relative a questa sostanza, dal momento che una semplice ricerca in rete ha portato fino ad ora a questi risultati (Wikipedia):

L'acido solfidrico è considerato un veleno ad ampio spettro, ossia può danneggiare diversi sistemi del corpo... Agisce come l'acido cianidrico inibendo la respirazione mitocondriale.

 

Un'esposizione a bassi livelli produce irritazione agli occhi e alla gola, tosse, accelerazione del respiro e formazione di fluido nelle vie respiratorie. A lungo termine può comportare affaticamento, perdita dell'appetito, mal di testa, disturbi della memoria e confusione”.

 

Negli ultimi anni due studi islandesi, del 2015 e del 2016, hanno accertato che la popolazione residente nelle aree geotermiche è andata incontro ad una maggiore incidenza di tumori; e che si osservava un’associazione significativa tra gli incrementi giornalieri di H2S e il rischio di mortalità acuta per cause naturali.

 

Questa ricerca era stata commentata dalla stessa ARS con una nota del 21.04.2015, in cui si diceva che “…I dati ambientali relativi ad H2S nella città di Reykjavik sono peraltro molto simili a quelli rilevati nelle aree geotermiche toscane. Gli studi basati su registri di malattie o sui database sanitari amministrativi come quelli condotti fino ad oggi in Toscana, in Islanda ed a Rotorua (Nuova Zelanda) fino al 2002 mostrano in generale incrementi di rischio per la salute nelle aree geotermiche.

 

Nel caso invece di studi epidemiologici condotti con metodi più complessi su campioni di popolazione basati su dati sanitari rilevati con test diagnostici, visite mediche e questionari, come nello studio più recente di Bates a Rotorua non solo non si evidenziano effetti negativi dell’acido solfidrico sulla salute, in particolare dell’apparato respiratorio, delle funzioni neurologiche e cognitive, ma emergono anche effetti protettivi sulla salute respiratoria”. La solita storia della coperta…