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La produzione industriale crolla a dicembre (- 7,1%), 23esimo mese di fila in negativo

La produzione industriale crolla a dicembre (- 7,1%), 23esimo mese di fila in negativo

E' la 23esima flessione consecutiva. In dicembre viene giù tutto. Le flessioni più marcate sono quelle dei mezzi di trasporto (- 23,6%, ancora affossati dall'auto), tessile e abbigliamento (- 18,3% su dicembre 2023) e la meccanica (- 9,3%)

L’industria italiana ha chiuso un pessimo 2024 con un dato ancora peggiore, inanellando a dicembre la 23esima flessione mensile della produzione consecutiva. Nell’ultimo mese dell’anno il calo è stato del 3,1% rispetto a novembre e di ben il 7,1%. L’intero anno si chiude così con una caduta del 3,5% sul 2023, comunica l’Istat, spiegando che la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per tutti i mesi dell’anno, con cali congiunturali in tutti i trimestri.

In dicembre viene giù tutto. Le flessioni più marcate sono quelle dei mezzi di trasporto (- 23,6%, ancora affossati dall’auto), tessile e abbigliamento (- 18,3% su dicembre 2023) e la meccanica (- 9,3%). Arretramenti consistenti pure per la farmaceutica (- 8,4%) e la chimica (- 8,3%). Tengono gli alimentari e l’elettronica, entrambi con un meno 0,8%. Nell’intero 2024, l’unico settore con il segno più è quelle delle produzioni alimentari.

Quello dell’industria è solo l’ultimo indicatore che segnala la fase di rallentamento dell’economia italiana, ormai entrata in una fase di stagnazione. Nel quarto trimestre del 2024 il Prodotto interno lordo è risultato invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Questo fa si che si sia entrati nel 2025 senza nessuna inerzia e che l’Italia sia tornata nelle ultimi posizioni della classifica europea. Anche dal mercato del lavoro, che sino a qualche mese fa aveva mostrato una qualche vivacità, giungono indicazioni di “stanca”.

Sull’industria pesa certamente anche la crisi che interessa la Germania, primo partner commerciale del nostro paese.Molte aziende del Nord Italia sono pienamente integrate nelle filiere produttive tedesche. Non aiutano gli alti prezzi dell’energia che penalizzano la competitività delle aziende italiane ed europee. Ulteriori incognite sono legate ai rischi di una guerra commerciale tra Usa e resto del mondo. Se la Casa Bianca dovesse attuari i dazi annunciati ci sarebbero quasi certamente ricadute anche sull’attività manifatturiera italiana.

Reazioni – “Un dato clamoroso, davvero preoccupante. Una devastazione del nostro sistema produttivo e ci ritroviamo con le bollette più care d’Europa. Famiglie e imprese si ritrovano alle prese col caro bollette e caro energia. E ancora, più 30% della cassa integrazione”, commenta il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. “Meloni e ministri, ma di che cosa vi state occupando? Ma state governando? Ma siete capaci? Pensate a fare la guerra ai magistrati. A quali magistrati? Quelli che ieri hanno arrestato 180 mafiosi? Ma per piacere”, aggiunge.

“Ancora una volta l’Istat boccia la politica industriale del governo Meloni. La mancanza di una visione strategica e di investimenti adeguati sta penalizzando l’industria italiana, già in difficoltà a causa della congiuntura economica globale. Un anno con il segno meno nella produzione industriale è il viatico per una caduta verticale della ricchezza prodotta dal Paese”, dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione bilancio di Montecitorio.

“Ormai è crisi profonda: il nostro sistema industriale sta morendo nella totale inerzia dell’Esecutivo e dei suoi ministri. La produzione industriale continua a calare da febbraio 2023, è la 23esima volta, ma il governo persevera nel raccontare successi che, semplicemente, non esistono, non sono reali”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. “La presidente Meloni, e con lei il ministro Urso, ne traggano le conseguenze e soprattutto la smettano di scaricare su altri le loro responsabilità”, conclude Gesmundo.

12/02/2025

da Il Fatto Quotidiano

Mauro Del Corno

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