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POLITICA NAZIONALE | POLITICA ITALIANA
06/01/2023
da Tag43
Giulio Cavalli
Il decreto di Piantedosi sui migranti non ha fermato gli sbarchi ma un effetto lo ha ottenuto: mettersi tutti contro. Dalle Ong secondo cui il dl «ostacolerà il soccorso causando un numero maggiore di morti nel Mediterraneo» alla Commissione Ue che ha ricordato all’Italia il rispetto delle leggi internazionali. Benvenuti all’inferno. Di nuovo.
Un primo effetto il decreto del ministro dell’Interno Piantedosi sulle Ong l’ha ottenuto: è riuscito a mettersi tutti contro. Non c’è solo, come ripetono in molti da giorni, un problema di legittimità che cozza contro tutti i trattati e gli accordi internazionali: «Il nuovo decreto» del governo Meloni su migranti e Ong «ostacola il soccorso in mare e causerà un numero maggiore di morti». Questo è infatti il titolo di un documento unitario delle Organizzazioni non governative impegnate nelle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, diffuso giovedì.
Per le Ong, il dl renderà «ancora più pericoloso il Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più letali al mondo. Il decreto è apparentemente rivolto alle Ong di soccorso civile, ma il vero prezzo sarà pagato dalle persone che fuggono attraverso il Mediterraneo centrale e si trovano in situazioni di pericolo». Tra i firmatari del documento, Emergency, Iuventa Crew Mare Liberum, Medecins sans frontieres, Mediterranea Saving Humans, Mission lifeline, Open Arms, Resq – People Saving People, Resqship, Salvamento Maritimo Humanitario, Sea-Eye Sea-Watch, Sos Humanity e Alarm Phone.
Il governo italiano, continua il documento, «richiede alle navi di soccorso civili di dirigersi immediatamente in Italia dopo ogni salvataggio. Questo provocherebbe ulteriori ritardi nei soccorsi, considerato che le navi di solito effettuano più salvataggi nel corso di diversi giorni. L’ordine alle Ong di procedere immediatamente verso un porto, mentre altre persone sono in difficoltà in mare, contraddice l’obbligo del comandante di prestare assistenza immediata alle persone in difficoltà. Questo elemento del decreto è aggravato dalla recente politica del governo italiano di assegnare più frequentemente porti lontani, che distano fino a quattro giorni di navigazione dall’ultima posizione delle navi. Entrambe le disposizioni sono progettate per tenere le navi Sar fuori dall’area di soccorso per periodi prolungati e per ridurre la loro capacità di assistere le persone in difficoltà».
«Piuttosto che aprire una riflessione sulle eventuali mancanze della legislazione internazionale e del mare, si preferisce», sottolinea la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, «operare una stretta rispetto a chi mette in salvo le persone a rischio di vita, che siano vittime di guerra o di povertà. Una scelta che si pone drammaticamente in continuità con le sprezzanti parole della Presidente del Consiglio dei giorni scorsi, in cui sosteneva che l’accoglienza è destinata nel nostro Paese a chi è finanziatore degli scafisti». Perfino la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper ha dovuto ricordare che le autorità italiane «devono rispettare le leggi internazionali e la legge del mare». E per rendersi conto della natura del decreto di Piantedosi si può ascoltare Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo: «Mentre il governo Meloni continua con la sua propaganda anti-Ong a Pozzallo gli sbarchi aumentano. Negli ultimi due mesi abbiamo registrato più arrivi ma di navi di Ong non c’è traccia». In totale secondo i dati del Viminale dall’1 al 3 gennaio sono sbarcati sulle nostre coste 1.651 migranti. Benvenuti all’inferno. Di nuovo.