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POLITICA NAZIONALE | POLITICA ITALIANA
09/01/2023
da Tag43
Dopo l’assalto ai palazzi del potere da parte dei supporter dell’ex presidente brasiliano, la premier Meloni e Salvini, suoi vecchi estimatori, si sono limitati a condannare l’uso della violenza e a parlare di dissenso democratico. Nessun riferimento a Lula, agli estremisti di destra o al tentato golpe. E sui social spuntano vecchi video…
Sarà preso un golpe anche a loro, dopo aver visto le immagini di quell’assalto. Ma per un motivo o per l’altro la premier Giorgia Meloni e il leader della Lega Matteo Salvini sono stati molto timidi nel condannare il caos in Brasile con l’irruzione nei palazzi del potere da parte dei sostenitori del presidente uscente e sconfitto Jair Bolsonaro, che non ha mai riconosciuto la vittoria elettorale del rivale di sinistra, Ignazio Lula da Silva, al recente voto del 30 ottobre 2022. Anzi, il “Capitano” è rimasto proprio in silenzio sui social, proprio lui sempre così attento a commentare tutto ciò che riguarda l’attualità, senza limitarsi alla sua sfera di competenza ministeriale, e cioè le infrastrutture e i trasporti.
La presidente del Consiglio ha scritto: «Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane». Mancano parecchie parole chiave, non c’è alcun riferimento alla destra, a Bolsonaro, a Lula, alla democrazia in pericolo, ma si parla di un meno chiaro «dissenso democratico». Del resto non è difficile capire il perché, visto che la Meloni, quando era solo la leader di Fratelli d’Italia, esultava per la vittoria della destra di Bolsonaro, sopratutto in chiave anti-Cesare Battisti, «terrorista rosso», e contro «la rete dell’internazionale radical chic», qualsiasi cosa volesse dire.
Il mutismo di Salvini non può invece essere spiegato con la tiepida nota della Lega: «Condanniamo ogni tipo di violenza, in Brasile come ovunque. Il libero voto dei cittadini si rispetta, sempre». Anche qui, il messaggio sembra pre-confezionato, senza alcuna esplicita indicazione della matrice di questa violenza, che arriva dalla destra estremista, tanto che Lula non ha esitato a definire quei rivoltosi «fascisti». La stessa destra estremista, del resto, ammirata da Salvini e Meloni negli anni di governo Bolsonaro.
Nelle ore successive ai gravi fatti di Brasilia, su Twitter è ricomparso un video proprio del numero uno del Carroccio che faceva “filotto”, come si dice in questi casi, lodando i tre leader di politici che poi la Storia ha condannato per vicende completamente diverse tra loro: Vladimir Putin, Donald Trump e Jair Bolsonaro. «Ritengo Putin è un grande uomo di Stato e di governo, così come ritengo Trump una salvezza per gli americani e Bolsonaro un grande presidente brasiliano». È finita male per tutti e tre, per l’imbarazzo di chi si affrettava a scattare foto e sprecare celebrazioni entusiaste quando ancora erano sulla cresta dell’onda.