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28/01/2023
Direttivo Circolo PRC “Raniero Amarugi” Santa Fiora
Alcuni giorni fa è stata pubblicata sull’Albo Pretorio comunale la Determinazione n. 12/2023 con la quale si rinnovava l’iscrizione del Comune di Santa Fiora all’associazione “I borghi più belli d’Italia”. Sì perché come effettivamente è, questo è un club creato dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e non vi si entra partecipando ad un concorso di bellezza, ma semplicemente pagando una quota d’iscrizione.
Certamente il borgo che chiede di farne parte deve possedere caratteristiche tali che ne consentono l’accettazione. Comunque non è cosa disdicevole fregiarsi di questa iscrizione, usata come un marchio di qualità a prescindere, inoltre la quota d’iscrizione è invero assai contenuta. Come costa poco l’iscrizione all’altro club, questa volta del Touring Club Italiano (TCI) per la “Bandiera Arancione”, della quale possiamo orgogliosamente andarne fieri.
Santa Fiora presenta caratteristiche indubbiamente gradevoli dal punto di vista architettonico e paesaggistico, però a noi viene in mente un modo di dire popolare non consueto, usato in alcuni luoghi della Toscana, e che in realtà è un ossimoro che dice: “da lontano fa una bella vicinanza”. Il significato è che una persona, una cosa qualsiasi anche un borgo, alcune volte da lontano appare molto più bello di quanto sia guardandolo da vicino, dettagliatamente.
Diciamo questo perché il nostro paese presenta problemi, determinati a nostro avviso da un approssimativo, se non proprio scorretto, modo di amministrare la cosa pubblica e la mancanza di capacità di mantenere i servizi collettivi a livelli decenti. L’elenco delle doglianze non è breve, i cittadini conoscono ogni singola cosa che funziona male.
Partendo dai servizi sanitari: come dimenticare che durante la pandemia Covid veniva affermato dai politici/amministratori che “niente sarà come prima”, nel senso che la qualità delle prestazioni e dell’assistenza sarebbero cambiate nettamente.
La pandemia per fortuna è andata esaurendosi, ma dietro di sé ha lasciato, oltre a tante vittime, una disorganizzazione più pesante di prima.
I tempi di attesa per le visite o gli interventi sono aumentati, i servizi stessi si sono ridotti, i medici di famiglia che vanno in pensione non sono sostituiti, i cittadini -soprattutto i più anziani e bisognosi- appaiono sempre più affidati a sé stessi o all’assistenza familiare per quelli più fortunati.
Servizi come la consegna della corrispondenza sono casuali e costantemente in ritardo; le indecorose bollette da pagare per i servizi, inviate per posta, arrivano costantemente dopo la data di scadenza dei pagamenti stessi.
Il servizio di teleriscaldamento è sempre più precario, tanto che il sindaco goffamente ha fatto approvare dal consiglio comunale un ordine del giorno per chiedere ad Amiata Energia di provvedere a rimborsare gli utenti per i giorni di fermo del servizio, dimenticando che il Comune si trova nella doppia veste di concedente del servizio pubblico di teleriscaldamento e concessionario essendo proprietario per il 20% di Amiata Energia, quindi l’esortazione era rivolta anche a sé stesso.
noltre, il Comune come proprio rappresentante nel consiglio di amministrazione della Società Amiata Energia ha (incredibilmente) nominato un dipendente della Società stessa. Ma non basta, perché nel documento diffuso dal sindaco, si fa riferimento alla Carta dei Servizi per introdurre i rimborsi in caso di guasto, dimenticando che questo aspetto è disciplinato dal Regolamento di Fornitura o Utenza consegnato ad ogni utente al momento della firma del contratto, Regolamento che è stato redatto dalla Società e approvato dal Comune.
Dovremmo parlare anche del Regolamento TARI ovvero del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, dove le tariffe sono ovviamente alte e le norme contenute nel regolamento stesso sono in alcuni casi vessatorie nei confronti dei cittadini, soprattutto quelli che hanno la sfortuna di possedere qualche vecchio immobile ricevuto in eredità, per il quale, pur essendo disabitato, pagano cifre assurde.
Eppoi di cosa altro dovremmo parlare? Del Mulino di Melampo e del percorso che porta agli orti di Fedro, del Museo dell’Acqua, di Sant’Antonio, della cultura che è completamente assente in questo comune, quindi dell’inutilizzato Teatro Camilleri costato circa 2,5 milioni. Oppure dell’attrezzatura per il fitness collocata all’aperto in un angolo del campo sportivo, della nuova e vecchia scuola media, della scontata sottoutilizzazione del palazzetto dello sport.
Il servizio di trasporto pubblico locale era e rimane largamente insufficiente e chi volesse usare l’autobus per spostarsi nel nostro territorio troverebbe grandi difficoltà. Inoltre, chi risiede a Bagnolo, Bagnore o Selva non saprebbe dove comprare un biglietto per l’autobus di AT (Autolinee Toscane) perché ci sono solo due punti vendita (Marroneto e Santa Fiora) e l’alternativa di comprarlo online è assai complicata. Dal punto di vista delle attività produttive come ignorare che la zona artigianale di Fontespilli, anche per il trasferimento di alcune cooperative, è in stato di semi abbandono?
Così come la struttura della Fornacina, sempre più cattedrale nel deserto.
dati provvisori dell’ISTAT al 30 giugno 2022 danno per Santa Fiora 2.445 abitanti e questo non solo per la consunzione dovuta a una popolazione sempre più anziana, ma anche perché tanti giovani sono andati via e continuano a farlo, per mancanza di lavoro e per la carenza dei servizi che parzialmente abbiamo elencato.
In conseguenza gli iscritti alle scuole del territorio sono ogni anno di meno e questo è un pessimo segno. In questi ultimi anni il Comune e il suo Sindaco hanno fatto tanta animazione, hanno parlato e fatto parlare di Santa Fiora ovunque; questo luogo magico è stato magnificato come perfetto per lo smart working o il lavoro agile, pensando che la pandemia da Covid non sarebbe mai più finita (confidiamo in un errore di valutazione!) e che quindi frotte di lavoratori itineranti si sarebbero precipitati da noi. Forse non è così, ma noi speriamo di sbagliarci e che il futuro sia sempre più legato al fascino di questo Borgo, appunto tra i più belli d’Italia.