14/02/2023
da La Notizia
Caporetto del Centrosinistra. E a destra la Meloni non stravince
Sia benedetta l’influenza. Siano benedette le vittorie schiaccianti in Lombardia e nel Lazio. Il centrodestra incassa la conferma di Regione Lombardia e si prende anche la Regione Lazio dopo una giornata iniziata nel peggiore dei modi, con l’imbarazzo di dover gestire l’ennesima sortita di un Silvio Berlusconi che puntella la presidente Meloni giocando di sponda con Putin.
Vittoria senza storia delle destre nel Lazio e in Lombardia. Continua la luna di miele tra la maggioranza che sostiene la Meloni e il Paese
Le parole di Berlusconi sono più o meno quelle già sentite: Zelensky responsabile del massacro che avviene nel suo Paese, il Donbass come elemento determinante per l’inizio del conflitto e un giudizio “molto negativo” sul leader ucraino che lui – chiarisce – al posto di Giorgia Meloni non avrebbe mai incontrato.
Così il lunedì comincia per il centrodestra con l’ennesimo filotto di rassicurazioni che non rassicurano nessuno. Insieme agli applausi della Russia arrivano, scontate, le parole pesanti del governo ucraino che accusa l’ex cavaliere di “baciare le mani insanguinate di Putin”. Così a urne ancora aperte per le elezioni regionali a Giorgia Meloni non resta che trincerarsi dietro a un silenzio tombale, aiutata da una provvidenziale influenza che cancella tutti gli eventi in agenda. Ma la temperatura del centrodestra si può misurare da due dichiarazioni.
La prima è quella del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che di Forza Italia è anche il coordinatore nazionale, che definisce Berlusconi “un uomo di pace” che non avrebbe “mai cambiato idea sul sostegno all’Ucraina”. Lo seguono a ruota i ministri Crosetto e Piantedosi. È stato frainteso, insomma, per la milionesima volta nella sua carriera.
Ma molto significativa è la voce che arriva da Fratelli d’Italia: “Berlusconi non bisogna prenderlo sul serio”, dicono i meloniani. Sarà per questo che hanno deciso di farci un governo insieme. Le elezioni regionali sospendono può la crisi. È una vittoria netta, nettissima, che non lascia dubbi sul fatto che questo centrodestra potrà sconfiggersi solo con le proprie mani, per errori propri. Il primo a esultare al profumo delle prime elezioni è i leader della Lega Matteo Salvini.
“Vittoria. Grazie Lombardia. Grazie Lazio”, scrive su Twitter postando due foto di se stesso con Fontana e con Rocca. Rispetto alle ultime politiche la Lega recupera 3 punti in Lombardia (nonostante qualche vecchio colonnello che si è spostato nelle liste di Letizia Moratti) e sostanzialmente tiene nel Lazio. è facile immaginare che il segretario leghista – che già ha tenuto botta nonostante il destino calo alle politiche – ora usi questi risultati per consolidare la sua leadership.
E questa per Giorgia Meloni potrebbe essere anche una notizia pericolosa, sapendo che Salvini (come Berlusconi) soffre a stare nelle retrovie. Non è un caso che Salvini rivendichi la vittoria in Lombardia come “una vittoria della Lega” provando a sovrapporsi al riconfermato presidente Attilio Fontana.
Chi scende invece è Forza Italia, con Silvio Berlusconi sempre più incapace di riprendere smalto. Ci pensa, come al solito, Antonio Tajani a parlare di “un voto di fiducia al governo di centrodestra”. Dalla sede di Forza Italia arrivano porche voci. I dirigenti del partito sanno bene che i risultati delle elezioni regionali hanno solo rimandato una resa dei conti con gli altri partita della maggioranza, Meloni in testa, e i numeri sono sempre troppo bassi per poter chiedere posizioni di rilievo.
La vera partita Silvio Berlusconi ha intenzione di giocarsela sui temi che da sempre gli stanno a cuore: televisione e giustizia. E tra i suoi serpeggia il dubbio che con un partito così debole l’unica arma che gli resta in mano sia quella del ricatto della crisi del governo. “Ma con questi numeri rischiamo di essere irrilevanti anche nelle polemiche”, confessava ieri un deputato lombardo.
Per Meloni invece è il giorno della festa ma soprattutto l’ennesimo giorno delle recriminazioni. Non sono nemmeno finiti gli scrutini che i suoi uomini stanno già facendo i conti sugli assessorati che gli spettano (“Nuovi equilibri nella coalizione, ora è un destra-centro, dice soddisfatta Daniela Santanchè che chiede “almeno 8-9 assessori in Lombardia”).
A metà pomeriggio si fa sentire anche la presidente del Consiglio e leader di Fdi Giorgia Meloni sui social, gongolando per l’en plein e il nuovo exploit del suo partito: “Complimenti a Francesco Rocca e Attilio Fontana per la netta vittoria di queste elezioni regionali, sicura che entrambi daranno il massimo per onorare il voto e il mandato ricevuto dai cittadini di Lazio e Lombardia”.
La premier si sente più forte, lo dice espressamente: si tratta di “un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del governo”. E mentre il risultato elettorale assume i contorni del trionfo, secondo quando apprende l’Adnkronos la presidente del Consiglio alza la cornetta per chiamare i due vincitori, Rocca e Fontana, congratulandosi con loro per la vittoria. La presidente del Consiglio esprime a entrambi la soddisfazione “per un risultato netto”, sia nel Lazio che in Lombardia.
Al di là dell’entusiasmo del momento, ora però, sul tavolo della Meloni c’è sempre di più il nodo dei nuovi equilibri interni alla coalizione. Il cambio dei rapporti di forza tra gli alleati con Fdi nel ruolo di asso pigliatutto, infatti, peserà e non poco. In Via della Scrofa c’è la piena consapevolezza dei risvolti del voto regionale e si guarda con una certa preoccupazione alla coabitazione con Lega e Fi, anche se l’input all’esterno è mettere la sordina a qualsiasi polemica. Vincere è un fatto, stravincere è altra cosa, dice a mezza bocca un big azzurro.
Francesco Lollobrigida prova a minimizzare (“nessuna polemica, ha ragione Salvini quando parla di risultato di squadra, di tutti”) per poi ammettere: “è evidente che il primo governo di centrodestra della storia repubblicana con una donna come Giorgia Meloni premier sta premiando anche il centrodestra nel suo complesso, permettendogli di raggiungere dei risultati non solo alle politiche, ma anche nel primo test elettorale”. Dopo la vittoria arriverà l’assestamento. E non sarà indolore.