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110 E RODE. SUPERBONUS , IL CASO MAZZETTI AGITA LA MAGGIORANZA

110 E RODE. SUPERBONUS , IL CASO MAZZETTI AGITA LA MAGGIORANZA

17/02/2023

da Tag43

Carlo Ciarri  

 

Appena approvato il decreto sul Superbonus 110 per cento che blocca la cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi, Erica Mazzetti di Forza Italia si scaglia sul governo per difendere le imprese. Un’altra spaccatura dopo il precedente di Luca Squeri sul caos carburanti. Ma stavolta il dissenso interno potrebbe essere più ampio. 

Non fa in tempo a chiudersi un caso Luca Squeri in maggioranza che subito se ne apre un altro. Vi ricordate il deputato di Forza Italia che qualche settimana fa si era scagliato contro il decreto sui carburanti, criticando fortemente la scelta del governo di costringere i distributori di benzina a esporre un cartello con il prezzo medio praticato? Ecco, la “nuova Luca Squeri'” è Erica Mazzetti. Anche lei deputata azzurra alla seconda legislatura. I ministri non sono riusciti nemmeno a sbucare fuori da Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri che nella serata del 16 febbraio ha approvato il decreto che blocca, di fatto, la possibilità di cedere i crediti relativi ai bonus edilizi, compreso il Superbonus al 110 per cento, che Mazzetti ha inviato alle agenzie un comunicato al vetriolo.

«Così si getta subito nel panico, per non dire nel baratro, la filiera edile»

Il provvedimento, infatti, stoppa l’acquisto dei crediti pure da parte degli enti pubblici quand’anche ne abbiano capienza. «Significa togliere una delle possibili vie d’uscita al problema dei crediti fermi. Ancora una volta, purtroppo, una notizia relativa ai crediti fiscali e in generale sul Superbonus, una notizia grave e impattante, trapela in modo non ufficiale, gettando subito nel panico, per non dire nel baratro, la filiera edile», ha detto Mazzetti.

E ha annunciato il deposito di un’interrogazione per chiarire «quanto riportato dalla stampa in merito all’opposizione che il ministero dell’Economia avrebbe posto all’ipotesi di acquisto dei crediti relativi ai bonus edilizi da parte degli enti pubblici territoriali», chiedendo, inoltre, di «precisare tecnicamente in quale modo si ritiene possa realizzarsi un risparmio pubblico sui crediti già iscritti in piattaforma. Lo sblocco dei crediti è una priorità e il governo deve seguire la voce delle imprese più che i tecnicismi».

Il precedente dello sciopero dei benzinai e della spaccatura

Insomma, si apre un’altra crepa in maggioranza che vede ancora protagonista Forza Italia che ribolle per l’ennesimo intervento restrittivo sul Superbonus. Come andrà stavolta? Sul decreto carburanti, alla fine, tutto è rientrato. Non senza qualche fibrillazione. Riunioni di maggioranza, sedute di commissione rimandate. Alla fine sono dovuti intervenire i capigruppo per sbrogliare una situazione che stava diventando imbarazzante. Incartarsi su un decreto tutto sommato semplice (anche se, ricordiamolo, ha scatenato il primo sciopero contro il governo Meloni) e bloccarsi su un cartellone da esporre negli impianti di distribuzione di carburante doveva sembrare veramente troppo. E quindi la maggioranza ha deciso di porre la questione di fiducia alla Camera (che sarà incassata la prossima settimana) abbandonando il povero Squeri al suo destino (si asterrà, ma non sono previste al momento decisioni drastiche).

Subito Conte infila il dito nella piaga: «Come farà Forza Italia?»

Il copione si ripeterà con le nuove norme sul Superbonus? Subito il leader del Movimento 5 stelleGiuseppe Conte, ha provato a infilarsi nella crepa. «Ci chiediamo infine come farebbe a restare un minuto di più al governo un partito, come Forza Italia, che in parlamento e a livello locale ha promesso e prospettato numerose iniziative a tutela del Superbonus e della cessione dei crediti d’imposta», ha scritto su Facebook.

Giorgetti: «Misura costosa e a beneficio di pochi»

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva già provato nei mesi scorsi a mettere un freno alla generosità degli incentivi e al tourbillon delle cessioni del credito. «Non si è mai vista nella storia, almeno italiana, una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi», aveva detto a novembre 2022. Ma la maggioranza lo aveva costretto a una marcia indietro. C’è da credere che il ministro metterà sul tavolo l’ultimo dato fornito dalla Guardia di finanza: dal novembre 2021 a oggi, cioè negli ultimi 15 mesi, sono stati sottoposti a sequestro preventivo crediti d’imposta inesistenti per 3,7 miliardi euro. Giorgetti se la dovrà vedere con Erica Mazzetti (che forse non rimarrà sola come Luca Squeri). Stavolta il dissenso potrebbe essere più largo.