18/02/2023
da Il Riformista
Redazione Il Riformista
Anche se non sarà come in passato L’Europa rivaluta la leva obbligatoria, la guerra in Ucraina fa salire la paura delle caserme vuote
Nessun automa che sostituisce i giovani col fucile in braccio, nessun drone capace di sopperire completamente all’uso dei caccia o dei carri armati, nessun robot che fa il lavoro ingrato degli sminatori. Almeno non ancora, non a sufficienza. Così l’Europa si mostra impaurita dal grande movimento di aria, di mare e di terra ai confini russo-ucraini e mette sul piatto una portata che da anni non era sul menù del vecchio continente: il servizio militare obbligatorio.
Nei paesi della Nato la leva obbligatoria è stata abolita quasi ovunque ad eccezione di Grecia, Lituania e Danimarca (da gennaio anche in Lettonia). Ma oggi si torna a parlare di servizio militare obbligatorio anche in Germania, da quando il neoministro della Difesa socialdemocratico Boris Pistorius l’ha rilanciata a causa di esigenze militari e civiche: “Abolirla è stato un errore e potrebbe dimostrare l’importanza di queste istituzioni per il funzionamento della nostra società”. Così “l’operazione speciale” di Vladimir Putin ha riaperto dibattiti sopiti, spingendo anche Svezia e Finlandia verso la Nato in cerca di protezione.
Anche il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si è espresso favorevolmente: “Penso che un anno di insegnamento delle regole, della buona educazione e dei doveri formerebbe dei buoni cittadini”. Mentre il presidente del Senato ed esponente di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa ha annunciato un disegno di legge che porterebbe a una mini-naja volontaria di 40 giorni per “imparare cosa è non solo l’amore per la Patria, ma il senso civico, il dovere che ciascuno di noi ha di aiutare gli altri in difficoltà”.
I piccoli eserciti di professionisti della Nato, concepiti per l’epoca delle ‘missioni di pace’ quando bastavano squadre altamente specializzate e contingenti ridotti, non sono funzionali alle battaglie combattute su un fronte di centinaia di chilometri e sono troppo piccoli per affrontarle. Le caserme, qui da noi, sono sempre più vuote. Anche se quello che vorrebbe ricreare l’Europa non sarebbe una vera e propria naja, bensì la creazione di una riserva composta da personale addestrato e pronto a entrare in azione con un minimo preavviso, come avviene negli Usa con la Guardia Nazionale.