18/02/2023
Conferenza di Monaco, Occidente prigioniero della guerra: «Non è il momento di parlare con Mosca»
La «Davos della sicurezza»: più armi, più grosse, più in fretta. Bisogna prepararsi a una guerra di lunga durata, dicono i leader di Francia e Germania. Zelensky insiste con ‘Davide’ destinato a vincere ‘Golia’, ma i dubbi, oltre gli slogan, restano molti.
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Più armi più potenti e più in fretta
L’organizzazione, gestita dall’agenzia di consulenze McKinsey, quest’anno ha portato a Monaco una quarantina di capi di stato e di governo, un centinaio di ministri e una miriade di consulenti e esperti del settore al forum ‘globale della diplomazia e della difesa, che si sta concentrando sull’occidente e sulla relazione transatlantica’. Contano le presenze quanto almeno le assenze, come rimarca Anna Maria Merlo sul Manifesto. C’è la Cina con Wang Yi, ministro degli esteri dal 2013 allo scorso dicembre e oggi ‘top diplomatico del partito comunista’, mentre l’India è rappresentata a un livello di secondo piano. L’Iran non è stato invitato, così come la Russia, anche se ci sono importanti presenze africane, mediorientali e latinoamericane). L’Occidente degli amici degli americani, e non va affatto bene.
La guerra tornata in Europa
Il tema è la guerra tornata in Europa, «in un mondo che sta diventando un posto sempre più pericoloso», come dice il testo di presentazione: E l’analisi di fondo proposta è di una guerra in corso tra democrazia e autocrazie, ‘una competizione sistemica dove i regimi autoritari cercano di riscrivere le regole internazionali’, in tutti i campi, non solo sulla sicurezza (anche sull’energia, per esempio). Va anche detto che tra i Paese invitati, non tutti brillano per forma di democrazia in casa.
Putin e le ‘zone di influenza’
Qui a Monaco, nel 2007 Putin aveva espresso la sua teoria delle zone di influenza, e aveva attaccato «il mondo unipolare sotto egemonia Usa e un anno dopo aveva aggredito la Georgia». Il Forum di Monaco getta le basi, anticipa il vertice Nato a Vilnius l’11 e 12 luglio prossimi nella corsa che ormai sempre inarrestabile, a un aumento sostanziale della spesa militare, già avviato dal 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia.
Zelensky ovunque. Armi armi armi e di corsa
Zelensky, in collegamento video, ha invitato a «accelerare»: «Abbiamo bisogno di velocità, velocità per concludere accordi, velocità delle forniture per rafforzare il nostro combattimento, velocità delle decisioni per limitare il potenziale russo».
L’Europa dai dubbi alle promesse
- Il cancelliere tedesco Scholz promette «di fare veramente» le consegne di carri armati promesse dagli alleati. Una campagna intensa», ha promesso, dopo la confusione sui Leopard.
- «Siamo pronti a un conflitto prolungato» afferma Macron, invitando anch’egli a «intensificare il sostegno» a Kyiv da un lato e dall’altro a reinvestire massicciamente nella difesa» per gli europei.
- Macron propone una Conferenza sulla difesa aerea in Europa, con Germania, Gran Bretagna, Italia e altri, per «abbordare il soggetto sotto l’angolo industriale ma prima di tutto strategico, includendo la questione della dissuasione».
E di pace nessuno ne parla
«Adesso dobbiamo essere credibili nella capacità di durare nello sforzo, dobbiamo «intensificare il sostegno» a Kyiv. I paesi europei occidentali per ora parlano poco del dopo, dell’uscita dalla crisi e del nuovo scenario per stabilizzare l’Europa, Russia compresa, mentre prevale in questi mesi di guerra la visione dell’est (ma anche di Scandinavia e Finlandia), che non vuole ‘un’altra Monaco’, quella che 85 anni fa, con Chamberlain e Daladier, cedette i Sudeti alla Germania nazista».
Problemi in casa Nato
Il segretario uscente della Nato ma sempre lì, Jens Stoltenberg, ha denunciato i ritardi nella produzione di armi, a Bruxelles. Ancquisti comuni di sul modello dei vaccini per il Covid. La proposta è dell’Estonia, che propone di utilizzare 4 miliardi dell’European Peace Facility, per comprare (anche in Corea del Sud o addirittura c’è chi pensa alla Cina) un miliardo di proiettili.
Tribunale internazionale dell’Aja
Il commissario alla giustizia Ue, Didier Reynders, annuncia che sarà operativo all’Aja dal prossimo luglio un tribunale sui crimini di guerra russi. Problema irrisolto, la non adesione alla Corte di giustizia internazionale degli Stati Uniti. Giustizia di mercato.
Monaco ‘formato Weimar’
Ieri c’è stato un «formato Weimar» con Macron, Scholz e il presidente polacco Duda, l’ala dura della Nato baltica in guerra storica con la Russia. Oggi Rishi Sunak, il premier britannico, discuterà con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sul Protocollo irlandese degli accordi Brexit. Gli Usa sono presenti con una grossa delegazione che comprende la vicepresidente Kamala Harris e il segretario di stato Blinken. Presenza di assaggio prima di decisioni difficili che attendono Casa Bianca e Pentagono.