20/02/2023
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale PRC-SE
La guerra in Ucraina e la concomitante ondata di speculazioni sulle materie prime sono pagate, come tutte le guerre, dalle persone comuni in termini di vite umane e sofferenze materiali. Iniziata nel 2014 come guerra civile etnico-nazionalista sobillata dalla intelligence anglo-statunitense è definitivamente esplosa a seguito dell’invasione da parte della Federazione russa il 24 febbraio dello scorso anno.
Come in ogni guerra che l’ha preceduta anche in questa abbiamo di fronte a noi una facciata di dichiarazioni ufficiali e di propagande incrociate che servono spesso a coprire la realtà dei rapporti di forza, dei fini ultimi e dei posizionamenti reali.
Il governo Meloni, in perfetta continuità con Draghi, porta avanti e sostiene la linea atlantista della prosecuzione della guerra ad oltranza con un nuovo invio di armi al governo di Kiev e più in generale con una prospettiva di riarmo sempre più pesante.
L’Italia, che è già il quinto avamposto militare degli Stati uniti nel mondo, si schiera così in una guerra tra superpotenze dagli esiti imprevedibili.
In piena crisi sociale sistemica, aggravata dalla pandemia, il governo e le finte opposizioni stanno inabissando il Paese in una lugubre economia di guerra il cui conto viene già fatto pagare alle classi lavoratrici.
Il nostro compito di comunisti e internazionalisti è quello di opporci a questa ennesima inutile strage partendo dalle precise responsabilità di guerra del nostro Paese. Nessuna politica redistributiva, nessun piano di rilancio di sanità e scuola pubbliche o di vera conversione ecologica sarà realizzabile in uno stato di belligeranza permanente.
Per queste ragioni il Partito ha aderito all’appello lanciato dai portuali genovesi per una grande manifestazione nazionale il prossimo 25 febbraio a Genova contro la guerra e l’invio di armi e per i negoziati
Invitiamo pertanto le federazioni ed i circoli ad attivarsi per partecipare a questa giornata nazionale di mobilitazione che vede protagonisti i lavoratori e le lavoratrici della logistica ossia uno degli ingranaggi fondamentali della belligeranza del nostro Paese.
L’obiettivo è quello di mettere in campo un nostro spezzone che possa sfilare in corteo a Genova il 25 febbraio ben caratterizzato dalle nostre bandiere e da quelle della pace ovviamente insieme alle altre componenti di Unione Popolare.