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USA - CINA E LA GUERRA DEI DRONI. QUELLI DI PECHINO A PUTIN ,E GLI ALTRI

USA - CINA E LA GUERRA DEI DRONI. QUELLI DI PECHINO A PUTIN ,E GLI ALTRI

20/02/2023

da Remo Contro

Piero Orteca

Dietro la confusa storia del pallone meteo/spia cinese abbattuto dagli Usa, si è aperta la ‘guerra dei droni’ tra Washington e Pechino. L’illusione della proposta di pace annunciata da Pechino per chiudere la guerra in Ucraina. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, l’incontro a porte chiuse tra i due Ministri degli Esteri, Antony Blinken e Wang Yi, pare sia stato ‘estremamente franco’. Tradotto dal linguaggio diplomatico, veramente burrascoso. Gli americani sanno che la Cina rifornisce di armi e tecnologia la Russia. Ma finora hanno fatto finta solo di ‘sospettare’ l’esistenza di questi scambi, per lasciarsi un margine di trattativa con Pechino.

La guerra dei droni. I Leleka, i Furia, i kamikaze Switchblade, i Warmate e, infine, i famosi Bayraktar turchi, Mercato clandestino anche europeo.  

Diffida ufficiale Usa e nuovo fronte cinese

Blinken ha diffidato ufficialmente i cinesi ‘dal fornire armi letali ai russi’ e lo stesso ha fatto la vicepresidente Usa, Kamala Harris. Il Washington Post scrive che, già da molti mesi, l’Intelligence americana è informata dell’export di materiale bellico verso Mosca. Ma, come fa intuire anche la storia molto confusa intorno all’abbattimento del pallone-sonda, forse alla Casa Bianca ci sono punti di vista divergenti sull’atteggiamento diplomatico da assumere nei confronti di Pechino. Tuttavia, i fatti parlano chiaro: sabato, Blinken e Wang Yi si sono visti per cercare di chiarire o, comunque, per tenere aperta una finestra di dialogo. La risposta cinese è che oggi Wang sarà in Russia, per incontrare Putin e per discutere del rafforzamento del loro partenariato strategico, che ancora l’Occidente si ostina a non vedere o a minimizzare.

La guerra dei droni

L’ultima notizia in ordine di tempo, che interessa il campo di battaglia ucraino, è l’uso sempre più massiccio di droni che, dai magazzini del colosso asiatico, arrivano direttamente o tramite sponde e triangolazioni, all’esercito di Putin. In particolare, sembra che i distributori russi di droni per usi civili (ma con possibili impieghi militari) si appoggino alla “DJI” (una società cinese di componenti elettroniche). I documenti doganali testimoniano, inoltre, che i piccoli velivoli, così come le sezioni da assemblare, riescono anche a essere ‘circuitati’ con una catena distributiva che passa attraverso gli Emirati Arabi Uniti. Secondo un rapporto esclusivo del Wall Street Journal, gli esperti del Pentagono temono, poi, che l’utilizzo dei piccoli ‘quadrirotori’, lungo il fronte ucraino, possa servire a studiare la strategia e le manovre tattiche suggerite dai consiglieri militari occidentali.

Mercato clandestino anche europeo

Il vero problema è che i droni o le loro parti da assemblare, avendo in linea di principio un uso civile, possono essere acquistati in ogni parte del mondo e poi contrabbandati. Uno dei crocevia più trafficati, per questo tipo di commercio, è il Golfo Persico, dove possono essere acquistati (a prezzo maggiorato) per un po’ meno di 7 mila dollari l’uno. Da un tale mercato parallelo, non sarebbe immune nemmeno l’Unione Europea. In questo momento, la magistratura olandese sta indagando una società commerciale, che sarebbe coinvolta in un traffico di droni venduti alla Russia. Grandi utilizzatori dei ‘quadricotteri’ sono anche i mercenari del gruppo Wagner, i veri pretoriani di Putin. Pare che sfruttino le esperienze maturate in Siria (quando combattevano le forze anti-Assad), ricevendo le informazioni che passava loro il GRU, il servizio segreto militare russo. Grazie ai droni, adesso i mercenari possono ripetere ciò che facevano in Medio Oriente: acquisire bersagli e valutare i movimenti delle truppe nemiche. La stessa cosa, però, avviene da parte ucraina.

Droni-giocattolo per uccidere

In questo caso, molti piccoli velivoli di ultima generazione hanno tecnologia Usa. Ci sono quelli un po’ più grandi, come i Leleka, i Furia, i kamikaze Switchblade, i Warmate e, infine, i famosi Bayraktar turchi, che hanno fatto strage di corazzati russi. Paradossalmente, i droni-giocattolo, meno sofisticati, sono quelli che a volte si dimostrano più efficaci, perché non possono essere ‘confusi’ dalle contromisure elettroniche.

Insomma, quella Ucraina è una guerra ottocentesca combattuta con le tecnologie del XXI secolo. Per questo deve fare paura e per questo nessuno può dire come finirà.

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Pechino, false le notizie degli Usa che diamo armi a Mosca

Pechino ha respinto quelle che ha definito «false» affermazioni degli Stati Uniti, secondo cui la Cina starebbe pensando di armare la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. «Non accettiamo che gli Stati Uniti puntino il dito sulle relazioni Cina-Russia, né tanto meno che esercitino coercizione e pressione», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin durante un regolare briefing, accusando Washington di «diffondere false informazioni».