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12/03/2023
da Tag43
Paolo Landi
Chi è l’anti-ecologico? Un kamikaze che snobba il riscaldamento globale, non capisce la differenza tra clima e meteo, odia gli eco-attivisti, pensa che quelli di Fridays for future manifestino il venerdì per allungarsi il weekend. E ovviamente chiama Greta “gretina”. Un profilo molto frequente tra i politici di destra.
Ispirandosi al libro uscito nel 1985 La prevalenza del cretino, di Fruttero & Lucentini, Tag43 tenta di aggiornare l’insuperabile raccolta con una carrellata di ritratti sull’ottusità contemporanea.
Il cretino no-green non è solo quello che chiama «gretina» Greta Thunberg. Il cretino anti-ecologico è un kamikaze che si schianta a forza di sghignazzi e prende le sembianze di Matteo Salvini, che non perde mai l’occasione per stare zitto proclamando senza un minimo di imbarazzo: «Riscaldamento globale? Un freddo simile non si era mai visto in Italia», perché la mattina aveva fatto tardi ad accompagnare la figlia a scuola per sbrinare i vetri ghiacciati della macchina. «Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale fa un freddo cane e c’è nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale», ha detto quel simpaticone, casualmente ministro di questo e di quello nel corso degli ormai lunghissimi anni della sua carriera politica, e giù risate dal pubblico intellettualmente ritardato che sempre lo segue nei comizi e nelle sue apparizioni televisive.
Essendo costretto ad accendere il riscaldamento perfino con la primavera alle porte, Salvini si fa coraggioso portavoce di tutti i cretini d’Italia, dai quali per una volta noi, sempre così autocritici e coinvolti quando si parla di stupidità, prendiamo pubblicamente le distanze. Uno degli eventi più inquietanti che la specie umana si trovi ad affrontare viene rubricato dal leghista a “bufala”, un termine che gli viene spontaneo e che i suoi ce la fanno a comprendere, con il rimando a quelle mozzarelle coi pomodorini che ha baciato più volte nei post su Instagram, quando Luca Morisi gli dettava la linea. Incoraggiato da Donald Trump, un altro intelligentone presidente per sbaglio degli Stati Uniti che, di ritorno da un viaggio in un Canada innevato, aveva twittato: «Che diavolo sta succedendo con il riscaldamento globale? Torna presto, abbiamo bisogno di te», Salvini continua a ribadire il concetto.
Sette anni fa, quando l’Europarlamento votò l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, tutti gli europarlamentari italiani lo firmarono, tranne Salvini e altri quattro leghisti, uno dei quali Lorenzo Fontana, che oggi è presidente della Camera, dove si dice abbia voluto far rimodernare l’impianto di aria condizionata, come in camera sua, in previsione di questo benedetto riscaldamento climatico che non arriva ma non si sa mai, meglio farsi trovare pronti. A questa stupidità conclamata della Lega hanno fatto da megafono – e purtroppo continuano, con titoloni incresciosi – i quotidiani della destra, capitanati da Vittorio Feltri, il “grande giornalista” che continua a definire «provocazione» il suo spirito di patata, al quale quelle carogne dei suoi collaboratori non dicono che ci sarebbe differenza tra meteo e clima e lo mandano al massacro con articoli e tweet sul caldo e il freddo che fanno rimpiangere l’ormai dimenticato colonnello Bernacca, quando annunciava pioggia o sole sul Tg1 mettendo un ombrello aperto o una padella gialla su una cartina dell’Italia.
Mentre il meteo si riferisce a una breve durata ed è variabile da un giorno all’altro, il clima si basa su osservazioni metereologiche pluridecennali, dai 20 ai 30 anni: sono queste indagini a indurre preoccupazione per le condizioni atmosferiche che stanno sensibilmente cambiando, come rilevano gli specialisti che studiano i fenomeni fisici responsabili del tempo che fa. Ma è inutile spiegarlo ai cretini no-green, loro ne sanno una più del diavolo. Quando gli studenti hanno scelto di dedicare una giornata alla sensibilizzazione di questo drammatico problema, ecco che il cretino no-green – a lui non gliela si fa – nota subito che il giorno scelto è il venerdi, così, nella sua idea, il Friday for Future non è altro che una scusa per allungare il weekend e bigiare la scuola (per non parlare di quanto i cretini vengono triggerati dalle proteste degli eco attivisti che bloccano il traffico o imbrattano di vernice, solitamente lavabile, le opere d’arte).
Sono troppi i tweet e i post avventati dei cretini no-green, i meme su Greta con l’impermeabile, le informazioni in diretta sulle temperature sotto zero per prendere in giro le prefiche della siccità prossima ventura, per elencarli tutti. Bisogna però dire che non sono solo persone comuni, sono moltissimi i politici che non resistono a esternare quanto loro la sappiano lunga sul clima, rassicurando così gli sventurati che li votano, danneggiando sé stessi, ma purtroppo anche noi.