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L'ASSOLUZIONE SU RUBY NON RESTITUISCE A BERLUSCONI ALCUNA CREDIBILITA'

L'ASSOLUZIONE SU RUBY NON RESTITUISCE A BERLUSCONI ALCUNA CREDIBILITA'

18/02/2023

da Tag43

Giulio Cavalli

L’assoluzione su Ruby non restituisce a Berlusconi alcuna credibilità

Dopo che è stato assolto su Ruby per dei tecnicismi, la stampa di destra parla di Silvio come statista incompreso a cui hanno rovinato l’immagine pubblica. Ma le serate con ragazze, anche minorenni, restano. Così come le gaffe sull’Ucraina, la condanna a Dell’Utri e molto altro. Non a caso il Ppe prende le distanze dal Cav. La reputazione non si ricompra da un giorno all’altro. 

Accade questo. Silvio Berlusconi viene assolto nell’ennesimo processo Ruby. Un’assoluzione che ha a che fare con tecnicismi, di sicuro un’assoluzione che non mette in discussione il fatto che un uomo politico, nel ruolo di presidente del Consiglio, si sollazzasse in serate in cui giovani ragazze si accordavano al telefono per spartirsi i completini sexy e per mostrare le proprie grazie. Niente di male, sia chiaro, ma un premier che frequenta un privé (anzi, se lo fa in casa) sarebbe una notizia in qualsiasi situazione.

Ragazze infilate nel listino di Formigoni in Lombardia

Anche perché gli urlati di qualche giornalista amicissimo della destra che accusano le intercettazioni come causa dello spiare mondiale dalla serratura di casa Berlusconi sono totalmente infondati: il Cavaliere viene “scoperto” perché ne parla allegramente con i suoi amici e con i suoi compagni di partito (chiedere al capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale in Lombardia che predisse il disastro proprio per l’ostentazione del capo) e perché una di quelle ragazze venne infilata (senza passare dal voto) nel listino dell’ex presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni, pagate con soldi pubblici per avere un ruolo politico guadagnato in modi immorali, se non illegali.

Feste anche con minorenni, altro che statista incompreso

C’è di più. Berlusconi venne “beccato” perché una di quelle ragazze era minorenne. E qui varrebbe la pena rileggersi cosa disse di lui la sua ex moglie Veronica Lario. Ma stiamo andando oltre. Quello che ora ci interessa è ciò che stanno facendo da due giorni i cantori del berlusconismo, quasi tutti grati a Silvio per i bonifici ricevuti indirettamente con una qualsiasi delle sue tante attività, da quelle editoriali a quelle televisive passando per quelle politiche o imprenditoriali o calcistiche. Il teorema è sempre lo stesso: per colpa di quelle malefatte Berlusconi – che a detta loro sarebbe uno statista incompreso dal Paese – si è ritrovato escluso dalla vita pubblica e si è ritrovato con l’immagine sporcata. Ne parlano tutti per due giorni, gente di destra, gente di centro e presunta gente di una presunta sinistra irresistibilmente attratta dal potere in tutte le sue declinazioni.

Sull’Ucraina Weber del Ppe prende le distanze

Poi accade un fatto semplice, a prima vista marginale. Il capogruppo dei Popolari europei Manfred Weber verga un tweet che lascia poco spazio a interpretazioni: «a seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo». E poi aggiunge: «Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Ue». Tradotto: la riunione dei Popolari prevista a Napoli a giugno si farà senza Silvio Berlusconi. Sono stati molti gli europarlamentari popolari che hanno fatto sapere a Weber di non voler partecipare a un incontro in cui sarebbe stato presente il leader di Forza Italia. «O lui o noi», hanno detto. E il Ppe ha scelto loro.

La credibilità è andata in frantumi per tante cose

Straordinaria la difesa del ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Tajani, che per sua sfortuna si ritrova anche a essere il coordinatore nazionale del partito di Berlusconi: «Berlusconi è Forza Italia. Forza Italia è Berlusconi. Non condivido la decisione di rinviare la riunione di Napoli. Anche perché Berlusconi e Fi hanno sempre votato come il Ppe sull’Ucraina, come dimostrano gli atti del Ppe», dice Tajani. La logica sarebbe semplicissima: il Ppe stima Tajani e Forza Italia, ma disistima Berlusconi, Tajani gli dice che Berlusconi è l’anima e la mente di Forza Italia quindi evidentemente il Ppe disistima Forza Italia ma ha troppo pudore per ammetterlo. Torniamo quindi al punto di partenza. Davvero c’è qualcuno che pensa che la credibilità di Berlusconi si sia frantumata per Ruby Rubacuori e non per cose molto più importanti? Nel dubbio, rileggetevi la sentenza di condanna di Marcello Dell’Utri. Altro che camera da letto.