23/03/2023
da Il Fatto Quotidiano
È quanto emerge dalle prime battute dell’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, indagato che non è presente in aula. Oltre alle famiglie delle vittime, si sono costituiti parti civili il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione il 28 maggio 1974
Il governo italiano non ritiene di essere parte lesa della strage di Brescia che il 28 maggio fece 28 morti e 102 feriti. La presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, non si è costituita parte civile nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia. È quanto emerge dalle prime battute dell’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, indagato che non è presente in aula. Oltre alle famiglie delle vittime, si sono costituiti parti civili il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione il 28 maggio 1974.
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Zorzi, che, come era ampiamente previsto, non è presente in aula. Nato a Merano, ma cresciuto nel Veronese, il giorno dell’esplosione della bomba non aveva ancora compiuto 21 anni: oggi vive negli Stati Uniti con passaporto americano e gestisce un allevamento di dobermann che ha chiamato Il Littorio. È accusato di concorso in strage con altri tra cui Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per “aver partecipato alle riunioni in cui l’attentato veniva ideato, manifestando la propria disponibilità all’esecuzione dell’attentato e comunque rafforzando il proposito dei correi”, recita il capo di imputazione. Militante di Ordine nuovo di Verona, è accusato di aver portato in piazza l’ordigno della strage insieme a Marco Toffaloni, che all’epoca aveva 17 anni e sarà processato dal tribunale dei Minori.
La mancata costituzione di parte civile della presidenza del consiglio ha ovviamente provocato reazioni. A cominciare dai familiari delle vittime. “Non so se la presidenza del Consiglio sia stata avvertita in merito a questa udienza o se sia stata una scelta di non costituirsi parte civile. Mi auguro che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione”, ha detto Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di piazza della Loggia. Reazioni arrivano anche a livello politiche. “È un brutto segnale, incomprensibile. La verità sulle stragi è un interesse dello Stato, un dovere nei confronti delle vittime”, dice Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. “Faccio appello alla sensibilità del sottosegretario Mantovano – aggiunge – affinché sia rivista questa scelta “, ha aggiunto