24/03/2023
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, segretaria federazione di Roma del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Anche oggi Giorgia Meloni non è riuscita a condannare il nazifascismo. Non le riesce proprio.
Nel 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine facciamo presente al presidente del consiglio Giorgia Meloni che definirla meramente come una strage “di italiani” è un modo per distorcere la memoria storica.
Le vittime dell’eccidio furono selezionate tra ebrei, comunisti e antifascisti a cui furono aggiunti dei detenuti comuni nella confusione di quel momento storico.
A fornire ai tedeschi i nominativi fu il questore della Repubblica Sociale di Salò Pietro Caruso, cioè l’incarnazione del fascismo nella capitale.
Dopo la liberazione della capitale Caruso fu condannato e giustiziato. La Repubblica di Salò al nord lo celebrò come innocente martire fascista: “Caruso è stato condannato per la sua fede e la sua qualità di fascista”.
I fascisti – compreso il loro fucilatore di italiani Giorgio Almirante – erano schierati dalla parte di Hitler e delle truppe di occupazione tedesche contro i patrioti partigiani che combattevano per liberare l’Italia dalla barbarie e dalla dittatura.