26/03/2023
da Remo Contro
Notizie diverse ma sempre di armi e di guerra. E di impudicizie senza vergogna, come la presenza di Jens Stoltenberg, Nato, alla riunione del Pse, le forze socialiste europee. O Putin che annuncia il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, ma -bontà sua-, «nel rispetto del Trattato Start», come se la cosa non mettesse lo stesso il mondo nel terrore, come Denuncia Tommaso Di Francesco. O l’ormai criminale copertura di quell’ossido di uranio da leucemie che spandono attorno i proiettili all’uranio impoverito esplosi.
Il nodo scorsoio del riarmo
Polemica politica di casa sul fronte sinistra, per Tommaso Di Francesco dal Manifesto. Stoltenberg, Nato alla riunione dei socialisti europei fa oggettivamente impressione. Quasi un ritorno ai leader ‘neoliberisti di sinistra’. Clinton, Blair e altri, che hanno avviato guerre (bombe Nato sulla Jugoslavia o Iraq2, anniversari) che hanno preceduto l’aggressione di Putin all’Ucraina. «C’era una volta nel Pd, la scellerata guerra di Putin iniziata, un’area significativa che sull’invio di armi insisteva sul controllo, perché non dovranno essere di offesa ma di difesa’, e che allo stesso tempo diceva no al riarmo italiano».
Questa strategia ora a dir poco vacilla, di fronte al fatto che ormai l’Occidente invia armi apertamente d’offesa come cacciabombardieri, droni e micidiali proiettili all’uranio impoverito – alla faccia della difesa.
Alleanza atlantica e ‘guerre ciliegia’, una tira l’altra
«Il governo Meloni-Crosetto, per il quale la guerra ucraìna è la polizza assicurativa quanto a durata di legislatura e legittimità atlantica». Quindi l’obiettivo del 2% di Pil in spese militari. Spalmati negli anni fino al 2028, sarebbero 13 miliardi in più sul bilancio dello Stato (‘vietato’ il rapporto con le spese sociali tagliate e ‘revisionate in un’ottica privatistica’). La guerra in Ucraina verso l’epilogo? E subito arriva l’avvertimento del segretario di Stato Usa Blinken che dice che «nel 2027 la Cina attaccherà Taiwan», mentre riprende la guerra in Siria.
Stagione bellica infinita mentre per la quarta volta il capo di stato maggiore dell’esercito Usa Mark Milley ha ripetuto, pochi giorni fa, che non c’è soluzione militare al conflitto e che la restituzione all’Ucraina dei confini del 1991, è obiettivo troppo ambizioso».
Riarmo o ‘riarmetto’ democratico
Ora che Putin ridisloca le armi tattiche nucleari, per ‘riequilibrare’ dovremmo forse inviare armi atomiche? «Se finora -ai margini della terza guerra mondiale con linee rosse invalicabili colpite ‘per sbaglio’- gli ‘incidenti’ sono stati gravi ma eccezioni e alla fine l’abbiamo scampata bella, ora nello scontro definitivo, si moltiplicheranno». Con uno schieramento di Paesi del Sud che vuole un negoziato, mentre la Cina è andata a Mosca ricevendo critiche da tutte le parti, mentre tutti corrono a Pechino scoprendo, come lo spagnolo Sanchez, «punti interessanti nella proposta cinese», tutti preoccupati delle sorti delle economie occidentali legate a filo doppio alla Cina
Missili nucleari a Minsk, vendetta mediatica di Putin
Causa ed effetto. Siccome la Gran Bretagna ha deciso di fornire proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina, Putin ha annunciato che sarà ultimato un deposito di testate nucleari in Bielorussia, ‘come se avessero iniziati ieri’, denuncia Sabato Angieri. «Il primo luglio sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Mosca e Minsk affermano che non violeranno il Trattato Start». Operazione soprattutto mediatica in risposta a Londra sulle armi all’uranio impoverito per Kiev. Con Putin che ha ricordato come il suo Paese «possiede centinaia di migliaia di queste munizioni, ma non le ha ancora usate. Sono molto pericolose per l’uomo e la natura a causa della polvere radioattiva». Ma se ci costringete…
Missili Iskander da tempo in Bielorussia
Putin è poi andato a colpire il nervo scoperto dell’Occidente che più divide le opinioni pubbliche interne, ovvero la fornitura di armi. E poco importa se gli ‘Iskander’ russi erano già stati consegnati alla Bielorussia, come sembra. E poco importa che il Cremlino minacci da mesi di spostare le proprie testate atomiche ai confini occidentali di Minsk, dove si trova la Polonia, Paese Nato più agguerrito. La guerra è fatta di tanti annunci che servono a spaventare il nemico, a confonderlo o a costringerlo a mosse false.
Mossa sbagliata dell’Uranio impoverito
«Scellerato l’invio all’Ucraina di armi all’uranio impoverito», denuncia Vincenzo Riccio dell’Associazione delle vittime italiane, perché l’Italia ha già pagato, nascostamente e dietro vergognose menzogne, con molte vite per l’uso di quelle armi scelerate». L’uranio impoverito è uno scarto delle centrali nucleari trasferito all’uso militare. Un grande business: le multinazionali dell’energia nucleare risparmiano milioni di dollari per lo stoccaggio sicuro passandolo alle multinazionali delle armi che lo utilizzano come «materia prima» gratuita per produrre le munizioni anticarro.
Dalla Jugoslavia la denuncia italiana
Negli anni delle bombe Nato sulla Jugoslavia (prima o poi Remocontro racconterà come) qualche matto è andato nella zone più colpire dai bombardamenti, ha raccolto campioni di terriccio, e poi li ha portati in Italia dove, laboratori Enea volontari, è avvenuta la scoperta di tassi di radioattività a volte anche 1000 volte superiori al consentito e denunciati in parlamento. Ma soprattutto, la scoperta quel micidiale ‘ossido di uranio’ che si produce alle altissime temperature della esplosione, che si sparge e avvelena aria e terreno attorno. Oltre alla strana morte nel Danubio di uno scienziato serbo amico troppo curioso che quei problemi stava indagando.
Fuoco di paglia e sottovalutazione
«Gli eserciti di alcuni Paesi acquistano munizioni così prodotte e poi chiudono il ciclo dello smaltimento criminale utilizzandole nei teatri di guerra. Un affare, che porta con sé una devastante pandemia tumorale che colpisce sia civili che militari», denunciano oggi i reduci italiani sentiti da Gregorio Piccin. «Sappiamo quei territori già duramente provati da oltre un anno di guerra saranno irrimediabilmente contaminati dalle nano polveri frutto delle esplosioni di proiettili all’uranio impoverito, ammesso che non siano già stati usati dalle forze armate russe.
Le conseguenze saranno pagate dalla popolazione civile e dai militari che stanno operando sul terreno, soprattutto negli anni a venire com’è successo in Bosnia, Serbia, Iraq e negli altri teatri di guerra dove queste armi sono state usate negli ultimi 30 anni e dove l’incidenza dei tumori è salita a livelli altissimi».