02/04/2023
da La Notizia
Siccità, carestie e scioglimento dei ghiacciai. Come ci ripetono da tempo gli esperti, il mondo è a rischio ma alla politica sembra importargliene ben poco visto che si passa dagli annunci roboanti, alla triste realtà che mostra come i passi in avanti per combattere il cambiamento climatico sono insufficienti. Esemplificativo è il caso del Green deal europeo con cui ci si è posti obiettivi ambiziosi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 ma che, secondo l’ultimo report di Openpolis, è già un mezzo flop.
Il Green deal europeo, con cui ci si è posti obiettivi ambiziosi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, è già un mezzo flop.
Davanti al disastro climatico incombente, nel 2019 la Commissione Ue di Ursula von der Leyen ha introdotto una serie di proposte per permettere al Continente di ridurre l’inquinamento ed evitare – o quantomeno contenere – l’innalzamento delle temperature entro il 2050. Un progetto articolato in più punti e che prevede una prima tranche di sfide da portare a casa entro il 2030.
Così quando mancano sette anni alla fatidica data, Openpolis insieme ad altre 7 redazioni che fanno parte dello European data journalism network (Edjnet) hanno deciso di fare il punto sull’attuazione del Green deal. E lo scenario che hanno delineato non è affatto incoraggiante. C’è da dire che riuscire in questo nobile intento appare irrealistico sin dalla sua promessa iniziale tanto che nel report si legge che “come ha evidenziato Greenpeace, gli obiettivi fissati in sede europea potrebbero non essere sufficienti per raggiungere la neutralità climatica” in quanto “l’obiettivo portante del Green deal, oltre alla sostenibilità, è la crescita economica” ma quest’ultima secondo “l’agenzia europea per il clima (Eea, acronimo dell’inglese European environmental agency), è strettamente connessa ad aumenti nella produzione, nel consumo e nell’utilizzo di risorse. E quindi ha effetti dannosi sull’ambiente”.
Per L'European Data Journalism Network il traguardo della neutralità climatica nel 2050 è irrealistico
Ma se tale previsione dovesse essere smentita e nel caso in cui “gli obiettivi fossero di per sé sufficienti a ridurre in modo efficace l’impatto ambientale, l’Europa non sembra essere sulla strada giusta per raggiungerli entro i tempi prestabiliti”. Come noto “uno degli aspetti più problematici dell’impatto dell’uomo sulla Terra è l’emissione dei gas serra”. Contro di essi l’Ue si è posta l’obiettivo di “diminuire le emissioni del 57% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990”, ossia arrivare a “un consumo pari a 2mila megatone (mt) di Co2 equivalente, rispetto alle 4.687 registrate nel 1990”.
Peccato che l’Ue è lontana anni luce da questo risultato visto che secondo i dati “relativi al 2021, l’Ue ha ridotto le sue emissioni totali del 29,3% rispetto a 33 anni fa” arrivando a “3.312 mt di Co2 equivalente nel 2021”. Ma secondo l’Eea “con le misure vigenti si arriverebbe, nel 2030, a 3.109 mt” quindi ben mille megatoni in più rispetto all’obiettivo fissato. Entrando nel dettaglio dei dati si scopre che in tutti i Paesi tranne Cipro, Austria e Irlanda, le emissioni di gas serra sono diminuite tra il 1990 e il 2020.
“Nei Paesi più popolosi la riduzione è stata più contenuta: -43% in Germania, -32% in Italia, -27% in Francia e -5% in Spagna”. Ma la realtà è ben peggiore perché il dato fa riferimento al 2020 e può “essere fuorviante” perché all’epoca vigevano i lockdown per la pandemia da Covid-19. Così guardando alla “variazione tra 1990 e 2019” emerge che “anche in Spagna si è registrato un aumento delle emissioni (+14%) e che in solo tre Paesi il calo ha superato il 57% ossia Estonia, Romania e Lituania”. L’Italia passa così dal -32% del 2020 a un più risicato e realistico -25% registrato nel 2020.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, la Commissione Ue intende raggiungere, entro il 2030, un contributo delle energie Green pari al 45% del totale dei consumi. Peccato che l’Italia, secondo Eurostat, si ferma al 19% – a fronte di una media Ue del 22% – e che dal 2010 a oggi l’incremento totale è stato di 6 punti percentuali”. Ancor più grave la situazione relativa all’energia pulita con l’Italia che ha addirittura ingranato la retromarcia.
In Italia la produzione di Energia dall'eolico è pari al 11,3GW, il solare si ferma al 7,7 GW
Nel nostro Paese la produzione di energia dall’eolico è pari a 11,3 Gw, con un aumento di 3 Gw tra il 2010 e il 2021, mentre il solare si ferma a 7,7 Gw con un dimezzamento rispetto al passato visto che nel 2010 la rpoduzione solare era di 16,8 Gw”. Non va meglio neanche nel settore dei trasporti, uno dei principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, dove l’obiettivo Ue è di arrivare a un -55% delle emissioni di gas serra prodotte dalle auto entro il 2030, rispetto ai livelli del 2021, per poi azzerarle entro il 2035.
Per farlo l’unica via è incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici e spingere sulla diffusione delle auto a basse emissioni. Eppure in Italia si sta facendo molto poco dato che gli ultimi dati Istat, sui comuni capoluogo e sulle città metropolitane, dimostra che i veicoli green sono fermi al palo con un desolante 13,5% sul totale del parco macchine nazionale.