ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Fabio Rampelli infilzato pure dagli alleati dopo la proposta contro l’inglese

Fabio Rampelli infilzato pure dagli alleati dopo la proposta contro l’inglese

04/04/2023

da Tag43

Carlo Ciarri

 

La difesa dell’italiano da parte di Rampelli viene presa in giro anche dal viceministro Valentini e da Mulè di Forza Italia: «Come traduciamo Made in Italy? E che succede col Question time? Parleremo francese». Le frecciate, la gaffe sui figli dei gay «spacciati per propri», le bocciature politiche: declino dell’ex mentore della Meloni.

Passino le ironie delle opposizioni, ma se ci mette pure la maggioranza a perculare (gergo «che un linguista definirebbe “giovanile”, vuole dire prendere in giro», copiamo dalla Treccani)… E così la proposta di Fabio Rampelli, uomo forte di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera, di multare fino a 100 mila euro chi usa parole inglesi nelle società partecipate come la Rai e in tutta la pubblica amministrazione, finisce nel mirino anche degli “amici” di Forza Italia. Non un grande momento per Rampelli, che sta facendo terra bruciata intorno a sé, complice una serie di gaffe, come quando durante In Onda su La7 ha parlato di coppie gay dicendo che i genitori «dello stesso sesso non possono “spacciare” bambini per propri figli», venendo subito bacchettato da Concita De Gregorio. Ma torniamo all’ultima polemica, quella più recente e scottante.

Valentini: «Per far arrabbiare un collega di coalizione, parlerei di permetting»

Sono le 8.30 del mattino e parlando di tutt’altro su Radio 24, di energie rinnovabili nello specifico, Valentino Valentini, esponente di Forza Italia e viceministro al dicastero delle Imprese, se ne esce dicendo: «Per far arrabbiare un collega di coalizione, parlerei di permetting». Se l’intento era proprio quello di far arrabbiare un alleato, l’obiettivo deve essere stato centrato. Definirlo attacco sarebbe troppo; più tecnicamente si è trattata di una perculata (il significato lo abbiamo già esplicitato). Ma non finisce qui. Valentini continua la boutade e si rivolge a Simone Spetia che lo sta intervistando rivelandogli un particolare: «Al ministero delle Imprese e del Made in Italy stiamo cambiando l’indicazione (prima si chiamava ministero dello Sviluppo economicondr), adesso ci fermeremo e aspetteremo indicazioni».

«Come si traduce “fatto in Italia” o “fabbricato in Italia”?»

Valentini non si ferma: «Io ho un grosso dilemma», dice in riferimento a quella dicitura ministeriale “made in Italy” voluta proprio dal governo Meloni: si traduce «”fatto in Italia” o “fabbricato in Italia”? Ritengo opportuno creare un ministero sulle Traduzioni autorizzate. Software, per esempio, come lo traduciamo?».

Mulè rincara la dose: «Vorrà dire che parleremo francese»

La giornata di Rampelli poi non è migliorata con il passare delle ore. Poco prima di pranzo, su La7, la giornalista Myrta Merlino apre una parentesi sulla proposta di legge firmata Rampelli. «Si prevede una multa di 10 mila euro. Anzi no (la correggono gli ospiti in studio, ndr), si arriva a 100 mila. Non riusciamo a prendere gli evasori e vogliamo a distruggere la vita a chi parla inglese?», strabuzza gli occhi. «Parleremo in francese», sussurra a quel punto un altro esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè, pensando di non essere sentito.

«È un problema per la presidenza della Camera definire il Question time»

Dopo ci mette il carico da 90: «Il mercoledì alla Camera c’è una cosa che si chiama “Question time“. Quando presiederà Fabio come lo chiamarà? Il “tempo delle questioni” o il “tempo delle domande”? È un problema per la presidenza della Camera definire il Quesion time», aggiunge ghignando. E, come Valentini, nemmeno Mulè si ferma: «Che poi fatta la legge trovato l’inganno. Non parliamo più inglese, parliamo francese e facciamo una legge per non parlare più francese? Poi ne faremo una per il tedescoNon se po fa».

La proposta di Giorgia Meloni sul liceo Made in Italy…

Volendo malignare, ci si mette anche la presidente del Consiglio a trollare decidendo di rilanciare proprio il 3 aprile dal Vinitaly la proposta del liceo Made in Italy. E allora quando su La7, stavolta a Tagadà, si torna a ironizzare sulla proposta a favore della lingua italiana, Rampelli non ci vede più e alza la cornetta. Certo, con meno pathos di un Silvio Berlusconi che chiama un Michele Santoro, ma toccava difendere la sua proposta di legge. O forse ancora di più serviva difendere se stesso: da alleati e presidenti del Consiglio di cui una volta era il mentore. Prima di collezionare una sfilza di bocciature da stroncare anche il più fedele dei membri del “cerchio magico”: niente corsa a sindaco di Roma nel 2021, quando è stato mandato allo sbaraglio il rivedibile Enrico Michetti, nessun posto nel governo e niente candidatura alle Regionali del Lazio, dove è stato scelto Francesco Rocca, eletto governatore. Un brutto periodo per l’esponente di spicco del gruppo-comunità dei “Gabbiani“, una delle correnti interne a Fratelli d’Italia.