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Come spezzare l’alleanza anti occidentale dei ‘disallineati’ (e far pace con la Russia)

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06/04/2023

da Remo Contro

Massimo Nava 

 

Fare la pace con la Russia (dopo ovviamente quella di Mosca con l’Ucraina) senza essere accusati di Alto tradimento dai sostenitori Nato più incalliti. Lo rischia da tempo Remocontro e anche l’amico Massimo Nava, che per sua fortuna ha alle spalle il prestigio del Corriere della Sera. Visita Macron-Von der Leyen a Pechino per non precipitare negli estremismi politico militari Usa-Nato. Con tante sfaccettature da affrontare senza integralismi e con ragionevole intelligenza.

         

«Mission impossible» senza Tom Cruise

Di solito si definiscono «mission impossible», ma in diplomazia e affari tutto diventa possibile. Questo è almeno il calcolo che ispira la visita in Cina del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che coincide con il momento più alto delle relazioni fra Pechino e Mosca e delle tensioni Usa/Russia. Di mezzo, c’è anche la questione Taiwan, i cui dirigenti hanno fatto una visita negli Usa proprio in questi giorni. La speranza che le tensioni si abbassino e che la via della pace in Ucraina possa essere almeno disegnata dipende molto dalla capacità degli europei di inserirsi in questo drammatico triangolo (Usa/Cina/Russia), senza fare la parte degli spettatori al seguito di Washington e guardando anche ai propri interessi strategici ed economici.

Francia-Germania oltre Polonia-Baltici

Come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il capo di Stato francese è intenzionato a mantenere aperti i canali di discussione con le autorità cinesi, per prendere le distanze dall’approccio più «conflittuale» favorito dagli Stati Uniti di Joe Biden. «Siamo alleati degli Stati Uniti, non siamo equidistanti da Pechino e Washington, ma abbiamo i nostri interessi e il nostro approccio», precisa l’Eliseo. Oggi più che mai il mondo ha bisogno di Europa. Negli ultimi tre anni, dopo la pandemia, molto è cambiato nelle relazioni con la Cina e «riallacciare i rapporti» è il tema lanciato dall’Eliseo.

Macron con Ue al seguito

Macron, al solito, cerca di intestarsi una leadership continentale e si fa accompagnare appunto dalla presidente von der Leyen, che non ha fatto sconti in un ultimo discorso prima del viaggio: «Il modo in cui la Cina continuerà a reagire alla guerra condotta da Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle relazioni tra Ue e Cina».

Alleanza Cina-Russia cambia tutto

In effetti, l’«amicizia illimitata» della Cina con la Russia è un motivo di forte preoccupazione, soprattutto se Pechino si spingesse a fornire armamenti alla Russia per riequilibrare il sostegno occidentale all’Ucraina: una «prospettiva disastrosa» quella di vedere la Cina «passare al campo di guerra», si è detto nel briefing dell’Eliseo riportato da Le Monde. A Parigi si ritiene che la Cina sia «l’unico Paese al mondo in grado di influenzare le scelte della Russia». Si spera anche che Xi Jinping accetti di rispondere al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che lo sta sollecitando ad accettare una visita. «Dobbiamo continuare a spingere affinché la Cina cerchi di influenzare la Russia verso una via d’uscita dalla crisi», ha detto un consigliere di Emmanuel Macron, senza nascondere che «il piano di risoluzione presentato da Pechino il 24 febbraio, un anno dopo l’inizio della guerra, non è un piano di pace», poiché non richiede il ritiro delle truppe russe.

Pace e affari

Emmanuel Macron è accompagnato da una sessantina di imprenditori francesi e incontrerà gli investitori cinesi. «È chiaro che le nostre relazioni sono diventate più distanti e più difficili negli ultimi anni. Il chiaro obiettivo del Pcc [Partito Comunista Cinese] — ha detto Ursula von der Leyen — è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, incentrato sulla Cina. Ma credo che non sia fattibile né nell’interesse dell’Europa prendere le distanze dalla Cina». L’Unione europea deve «riequilibrare le relazioni sulla base della trasparenza, della prevedibilità e della reciprocità». Von der Leyen ha annunciato la creazione di una nuova misura per controllare gli investimenti delle aziende europee al di fuori dell’Ue per evitare la «fuga di tecnologie emergenti e sensibili» dal Vecchio Continente verso la Cina.

Pragmatismo Europa-Cina

«La cosiddetta riduzione del rischio dell’Unione Europea non è un approccio pragmatico alle relazioni Europa-Cina in linea con gli interessi dell’Ue, ma una posizione ideologica e una mentalità ostile nei confronti della Cina. Il risultato sarà una politica europea più in linea con gli Stati Uniti», critica il quotidiano cinese nazionalista Global Times.

In arrivo anche la Germania

La Cina presterà molta attenzione alla posizione tedesca sulla questione. Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock è attesa a Pechino tra pochi giorni. Dal 2019, l’Ue ha definito la Cina «partner, concorrente strategico e rivale sistemico».

Basta dominazione occidentale sul mondo

Da parte sua, nei giorni scorsi, Vladimir Putin l’ha messo nero su bianco: occorre contrastare e possibilmente eliminare la dominazione occidentale sul mondo. E per raggiungere l’obiettivo, è necessario orientare la politica estera russa in funzione di una nuova alleanza strategica in cui Cina e India sono identificate come partner chiave. In un documento del Consiglio per la sicurezza nazionale, si legge che Stati Uniti e l’Occidente rappresentano «minacce esistenziali» per Mosca. Il Paese si è posto la priorità di eliminare la dominazione occidentale ed ergendosi a civiltà che difende i russofoni. «La Russia intende dedicare un’attenzione prioritaria all’eliminazione dei resti del dominio degli Stati Uniti e di altri Stati ostili negli affari mondiali», si legge nel documento pubblicato sul sito del Cremlino.

Sempre più ‘disallineati’ con Washington

La Cina e l’India sono identificate come partner chiave per la Russia. «L’approfondimento globale dei legami e del coordinamento con i centri sovrani amichevoli di potere e sviluppo situati nel continente eurasiatico è di particolare importanza», si legge nel documento, pubblicato sul sito web del Cremlino, nel capitolo dedicato a Cina e India. Secondo il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, il nuovo documento rileva «la natura esistenziale delle minacce (…) create dalle azioni dei Paesi non amici», definendo gli Stati Uniti «il principale istigatore e conduttore della linea anti-russa. (…) In generale, la politica dell’Occidente di indebolire la Russia con ogni mezzo si caratterizza come un nuovo tipo di guerra ibrida», ha aggiunto Lavrov.

La diplomazia cinese vincente

Che questa sia la tendenza non è una novità: la guerra in Ucraina e i pesanti effetti delle sanzioni hanno imposto alla Russia una logica di sopravvivenza e la Cina ha colto l’occasione per rafforzare l’alleanza con Mosca e ampliare la propria influenza mondiale. Ma la tendenza si sta sempre più traducendo in atti concreti e in passi diplomatici a tutto campo che coinvolgono altre aree del mondo, dal Medio Oriente al Sud America, dall’Africa all’Estremo Oriente. Tra qualche mese i musulmani sciiti iraniani potrebbero essere accolti alla Mecca in seguito all’accordo tra Iran e Arabia Saudita per ristabilire le relazioni diplomatiche, un passo favorito dall’iniziativa della Cina. Dal punto di vista diplomatico, l’Arabia Saudita intende aderire alla Sco (Shanghai Cooperation Organization) come «membro osservatore», che potremmo considerare come una coalizione anti-Nato guidata dalla Cina. Per la Cina si tratta di una vittoria importante, soprattutto in termini di scambi commerciali: avrà accesso al petrolio dell’Iran e dell’Arabia Saudita, promuoverà l’uso della sua valuta nella regione (analogamente, un recente accordo commerciale con il Brasile favorirà l’uso dello yuan) e venderà più beni cinesi nella regione. La Cina ospiterà un vertice arabo-iraniano a Pechino nel corso dell’anno.

Placche tettoniche geopolitiche

È quindi in atto un rapido cambiamento delle placche tettoniche geopolitiche. La Cina vuole riallineare il mondo lungo linee autocratiche/orientali contro democratiche/occidentali. La guerra in Ucraina ha visto inoltre l’Iran emergere come un sofisticato produttore di tecnologia militare.

Fine del ‘monopolio del potere o dell’influenza’

Se questo fosse lo scenario che ci attende, non è detto che alla fine l’Occidente vinca. Come ha avvertito, su Le Figaro, l’ex ministro degli Esteri francese socialista Hubert Védrine «non dimentichiamo che non abbiamo più il monopolio del potere o dell’influenza. Guardate l’Onu: una quarantina di Paesi non hanno condannato Putin e non hanno voluto unirsi al campo occidentale, compresa l’India, una democrazia. Rappresentano due terzi dell’umanità! Se trasformiamo questa guerra in Ucraina in una guerra di civiltà, o anche di religione, Occidente contro Russia, eccetera, non finirà mai, non ci saranno mai soluzioni».

A Washington riflettono, alla Nato alcuni ringhiano

«A Washington — ricorda Védrine — i think-tank iniziano a riflettere. Una nota della Rand Corporation (un think tank specializzato in questioni di difesa) pubblicata a gennaio, intitolata “Evitare una lunga guerra in Ucraina” (dannosa per l’Occidente), osa sollevare la questione della neutralità dell’Ucraina alla fine del conflitto e persino l’uso della revoca delle sanzioni come leva! Se gli europei si chiudono a parlare di guerra delle democrazie contro l’autoritarismo, non avranno alcun ruolo nell’esito del conflitto».