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Problemi Usa in Medio Oriente anche col saudita Bin Salman

Problemi Usa in Medio Oriente anche col saudita Bin Salman

16 Aprile 2023

da Remo Contro

Michele Marsonet

 

L’antipatia reciproca tra Joe Biden e il 37enne principe ereditario saudita Mohammad bin Salman sta producendo effetti che rischiano di compromettere l’influenza Usa non soltanto nel regno dei Saud, ma pure nell’intero Medio Oriente. Non è cosa da poco, sostiene Michele Marsonet.
Accondiscendenza in cambio del governo petrolifero planetario, a perdonare e sostenere i dispotismi amici, e contrastare se non addirittura fare la guerra ai concorrenti nemici.
Moralità politica di mercato verso quale futuro?

    

Il troppo perdonato e l’imperdonabile

L’Arabia Saudita è stata per decenni il perno della rete americana di alleanze in quest’area così strategica. La causa scatenante, com’è noto, è l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto nel 2018 nel consolato saudita di Istanbul. Gli Usa (e non solo loro) hanno subito identificato nel principe ereditario il mandante del delitto, che fu molto efferato.

‘Disallineamento’ dall’occidente

Da allora le relazioni tra i due Paesi sono costantemente peggiorate. Bin Salman ha cominciato a giocare su molti tavoli, lasciando capire con chiarezza di non considerare più gli Stati Uniti un alleato privilegiato. La Cina si è inserita con notevole abilità promuovendo uno storico avvicinamento tra i sunniti sauditi e gli sciiti iraniani, per molto tempo nemici mortali di Riad. Non solo.
L’Arabia Saudita ha pure annunciato la sua intenzione di aderire alla “Organizzazione per la cooperazione economica di Shanghai”, organismo intergovernativo guidato proprio dalla Repubblica Popolare e al quale Xi Jinping attribuisce grande importanza per sviluppare la sua politica estera. La reazione negativa di Washington non ha sortito effetto alcuno.

Il despota ‘di casa’ che si ribella

Conviene rammentare, a questo punto, che gli americani hanno avuto un ruolo fondamentale nella stessa nascita del regno saudita, nel lontano 1932. A promuoverla fu la compagnia petrolifera Aramco, che sta per “Arabian American Oil Company”. In seguito fu nazionalizzata, ma agli esordi altro non era che una concessione della “Standard Oil of California”. L’intreccio economico-politico con gli Stati Uniti è dunque evidente già ai tempi della fondazione della monarchia dei Saud.

Neppure il saudita Bin Laden poté tanto

Motivi di tensione tra Washington e Riad si sono già registrati in passato. Per esempio a causa della politica petrolifera saudita nell’Opec, organizzazione in cui Riad esercita un grande potere. E poi dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York nel 2001, con i mai sopiti sospetti di un coinvolgimento, quanto meno indiretto, dei sauditi.
Mai, però, i rapporti avevano toccato un punto così basso. Ha pesato anche l’incapacità Usa di proteggere il Paese dagli attacchi dei ribelli yemeniti Huthi, foraggiati dall’Iran. Ma l’episodio decisivo è proprio l’assassinio di Khashoggi, per il quale Biden ha subito puntato il dito contro Bin Salman senza mai rinunciare all’accusa.

Sanzioni a rigore ed etica variabili

Né si deve scordare che la politica delle sanzioni e l’insistenza sul tema dei diritti umani (a intensità troppo spesso di convenienza Ndr), ha condotto parecchi ex alleati dell’Occidente – e degli Usa in particolare – a prendere in considerazione la possibilità di alleanze alternative.

Ecco perché l’asse Pechino-Mosca per dar vita a un nuovo ordine mondiale viene visto con favore da Paesi un tempo allineatissimi alle posizioni occidentali.