21/04/2023
da La Notizia
La Russa di nuovo al centro di bufere politiche per parole fuori luogo sulla questione dell'antifascismo. Ecco le reazioni delle opposizioni.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è finito nuovamente al centro delle polemiche per alcune sue dichiarazioni sul tema dell’antifascismo. Non sono tardate le reazioni delle opposizioni, con tanto di richiesta di dimissioni.
LA RUSSA DI NUOVO NELLA BUFERA PER LE SUE DICHIARAZIONI SULL’ANTIFASCISMO
“Nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Perché? Io credo semplicemente che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa in un colloquio con il quotidiano La Repubblica.
“Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me. Che devo fare? Poi Fini è andato oltre, ma io credo comunque che quando ha definito il fascismo male assoluto parlasse delle leggi razziali. Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata – afferma La Russa – E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele. Faccio un esempio: se togliamo la fiamma dal simbolo di FdI, ci rinfacceranno il riferimento alla Nazione e poi ne troveranno altre. È una gara a cui non sento di partecipare”.
LE OPPOSIZIONI CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL SENATO
Non sono tardate ad arrivare le reazioni delle opposizioni, in particolare dal Partito Democratico. “Ho sentito le parole di La Russa, ha detto che l’antifascismo non è in Costituzione. Ma l’antifascismo è la nostra Costituzione”, precisa Elly Schlein. “La Russa: ‘L’antifascismo non è in Costituzione’. La Costituzione: ‘È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’. Siamo al negazionismo. La Russa è sempre più imbarazzante e inadeguato”, scrive su Twitter il deputato dem Alessandro Zan, componente della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega ai Diritti.
“Presidente La Russa – scrive quindi su Twitter Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico – nella Costituzione il riferimento all’antifascismo c’è ed è molto chiaro. Stefano Ceccanti lo spiega bene oggi, ma basta leggere la XII disposizione finale che ‘vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’”.
“La nostra Costituzione è stata scritta dalle forze che si opposero al fascismo. È antifascista non tanto e non solo per la XII Disposizione transitoria e finale, che vieta ‘la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista’. Quanto perché ogni singolo articolo della Costituzione, soprattutto nella parte in cui si dichiarano i principi fondamentali sui quali si regge la Repubblica, è scritto in modo chiaro in antitesi con le teorie e la prassi del fascismo”, sottolinea quindi il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, che continua: ”I costituenti uscivano da vent’anni di dittatura e da 5 anni di guerra e di orrori provocati da quel regime. Molti avevano fatto la Resistenza e conosciuto il confino e il carcere. Le parole del Duce e i rastrellamenti nazisti e fascisti erano ancora vivi”.
“Il testo – aggiunge Boccia – che hanno scritto è una risposta a tutto quello che era stato detto e praticato nel ventennio precedente. Per questo dico oggi e ho detto ieri, in aula, che la nostra Costituzione è dichiaratamente e per sua natura antifascista. Per questo abbiamo votato contro la mozione della maggioranza che aggirava chiaramente il riferimento alle nostre radici antifasciste. Negarle – dice – è un errore e una offesa alla memoria di chi ha combattuto per liberare il nostro Paese”.
“La libertà e la dignità della persona, la libertà di espressione e di parola, il diritto alla salute e all’istruzione, la libertà di associazione politica e sindacale, la sovranità popolare da esercitare secondo le forme previste dalla Costituzione: tutti i valori negati dal fascismo sono il fondamento della Costituzione. Il presidente del Senato La Russa ignora che se lui riveste quella carica ed è libero di dire tutte le sciocchezze che vuole, incurante del disdoro che reca al suo ufficio, lo deve alla Costituzione. Senza la liberazione non sarebbe mai nata la Repubblica e senza la Repubblica l’Italia avrebbe ancora lo Statuto albertino”. Queste le parole di Osvaldo Napoli, membro delle segreteria nazionale di Azione.
“Dice il Presidente del Senato che nella Costituzione l’antifascismo non c’è. È che non ha guardato bene”, ironizza Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva. “Altra puntata della sitcom ‘Il camerata La Russa’. Sembra il Galeazzo Musolesi delle Sturmtruppen, ma è indegnamente il presidente del Senato. Spero che il 25 Aprile annunci le sue dimissioni. Oggi scopriamo che nella Costituzione non c’è l’antifascismo”, attacca il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, che continua: “Con un ardimentoso sprezzo del ridicolo – aggiunge il leader Si – fa a pezzi la credibilità delle nostre istituzioni, dimostra ancora una volta la sua ignoranza storica e il suo disprezzo per le Istituzioni della nostra Repubblica. Continua ad annunciare che il 25 aprile farà una cosa che metterà d’accordo tutti? Immagino e spero -conclude Fratoianni- che annunci le sue dimissioni da un ruolo istituzionale che occupa in modo indegno”.
“La Russa delira e anziché lamentarsi di essere costretto (da se stesso) a puntualizzare continuamente dovrebbe smentire quello che ha detto se vuole avere il rispetto del Paese e del Parlamento. La Costituzione è antifascista perché lo sono quei principi che sanciscono diritti, democrazia, libertà e partecipazione che segnano le fondamenta della Repubblica, principi di cui La Russa stesso vorrebbe spronare a ‘un’unica lettura’. La lettura è unica ed è antifascista, La Russa ci faccia pace”, dichiara quindi il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
“Ignazio La Russa, la vergogna delle istituzioni, che non conosce la XII disposizione della Costituzione. I fascisti al governo: Umiliazione degli studenti come metodo insegnamento, Sostituzione etnica. Giorgia Meloni anche oggi difenderà i suoi sodali?”, attacca in un tweet il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.