24/04/2023
da La Notizia
La ministra Daniela Santanchè ha deciso di lanciare una campagna di comunicazione per celebrare l’inettitudine del governo di cui fa parte. In onore della preservazione della lingua italiana che alcuni vorrebbero preservare hanno deciso di chiamarla “Open to meraviglia” e dovrebbe promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo.
La ministra Santanchè ha deciso di lanciare una campagna di comunicazione per celebrare l’inettitudine del governo di cui fa parte
Alcuni particolari della campagna. L’immagine simbolo è una povera Venere di Botticelli a cui hanno appiccicato i peggiori filtri stile TikTok mentre mangia pizza in giro per l’Italia. Per rendersi conto del dilettantismo che sta dietro alla campagna basta sapere che le immagini sono state pescate da uno dei più famosi siti contenitori di immagini per pochi euro. Nessuna creatività, al di là della faccia filtrata della povera Venere. E c’è da sperare che le abbiano pagate. Almeno questo.
Non solo. Come segnala Selvaggia Lucarelli nel video promozionale al minuto 0,27, per raccontare “il calore che risuona nelle parole e nei gesti” si vedono “le finestrelle azzurre e le piante rampicanti” della cantina Cotar, nel carso sloveno. C’è anche una bottiglia del vino Cotar sul tavolo, nel video. Promuovere l’Italia con immagini slovene. C’è di più: come ha scoperto Lucarelli il video si trova “su Artgrid, una piattaforma straniera che cede video e immagini con un semplice abbonamento per 600 euro l’anno. Il regista è tal Hans Peter Scheep, olandese”.
Un altro utente ha scoperto (basta osservare gli indirizzi delle immagini sul sito) che le immagini sono state caricate da whatsapp. Sempre a proposito di professionalità. Nel testo si legge “ed inconfondibile”. Un errore da matita rossa: l’uso della “d” eufonica dovrebbe essere limitati ai casi d’incontro della stessa vocale. Infine c’è la questione del dominio internet www.opentomeraviglia.it che è stato scippato ai bravissimi creativi del ministero per pochi spicci da un’agenzia di comunicazione. Se n’erano dimenticati, probabilmente.
Quanto è costato tutto? 9 milioni di euro di soldi pubblici per un lavoro che per qualche euro avrebbe fatto meglio qualsiasi grafico. 9 milioni di euro di soldi (nostri) per dimostrarci quanto sono scarsi (loro). Poteva andare peggio: potevano essere 49.