04/05/2023
Riprendiamo l'articolo
da Remo Contro
«Colpiremo il cuore dell’Ucraina». I russi incolpano Kiev e annunciano ritorsioni.
Droni sul Cremlino. Mosca: «Colpiremo il cuore dell’Ucraina»
«Un piccolo velivolo in planata tra la cupola del Cremlino e la luna in lontananza, poi un’esplosione». Scenario quasi da favola anche nel racconto che ne fa Sabato Angieri sul Manifesto, ma è il video del presunto tentativo di attentare al simbolo di Mosca non al suo potere. «Il palazzo che fu degli zar, dei vertici dell’Urss e infine dei presidenti della Federazione russa. Un simbolo di potere secolare che da oltre vent’anni è identificato con Vladimir Putin e con la sua politica».
I fatti per quanto noto
La scorsa notte, come riportano i media statali russi, la residenza presidenziale sarebbe stata presa di mira da due droni, che subito attribuiti all’Ucraina. Poi, versione ufficiale dal Cremlino, «a seguito di azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali con l’uso di sistemi di controllo radar, i droni sono stati disabilitati e resi innocui prima di essere colpiti». Quindi, solo un relitto di drone ad abbattersi sul tetto della cupola.
Comunque Putin non era in casa
Un secondo video, da una distanza maggiore, mostra qualcosa sul tetto della cupola che continua a bruciare, proprio sotto la bandiera bianca blu e rossa. Il portavoce del presidente russo, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che il presidente non si trovava nel palazzo al momento dell’attacco ma nella sua residenza di Novo Ogarevo, poco fuori Mosca.
Reazione ufficiale
In una nota ufficiale, il Cremlino dichiara l’attentato «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione russa alla vigilia del Giorno della vittoria, che si festeggia il 9 maggio e celebra la vittoria dell’Armata rossa contro le forze naziste». La coincidenza pesa. E subito la minaccia di ritorsione per l’offesa all’orgoglio ferito.
le autorità russe si riservano «il diritto di mettere in atto misure di ritorsione contro i mandanti dell’attentato in qualunque momento e in qualunque luogo sarà ritenuto necessario».
Allarme e timori
Dichiarazione quasi scontata ma comunque preoccupante, con valutazioni più o meno allarmate di analisti e politici. La più dure ovviamente in Russia. Con molto politici che chiedono di colpire Kiev nel suo cuore, i bersagli del potere presidenziale e politico e militare sino ad oggi risparmiati. Sempre esplicito ed esagerato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev: «Dopo l’attacco terroristico di oggi non rimangono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky e della sua cricca».
Sfregio simbolo per quale obiettivo?
Quei droni abbattuti a poca distanza dal bersaglio, sono un tentativo di assassinio del presidente o una sfida simbolo? Reazione comunque scontata ma di diversa portata da mettere in conto. Anche da parte di chi l’attacco l’aveva organizzato, se di parte ucraina, quasi a cercare una qualche reazione scomposta da parte russa e per ravvivare solidarietà stanche.
Cremlino a Casa Bianca assieme
La linea rossa evocata in più occasioni sia dal Cremlino sia dalla Casa bianca per evitare la catastrofe nucleare: il divieto di colpire i centri del potere russo. Quanto accaduto è oltre la ‘linea rossa’? «Gli Stati uniti sin dall’inizio non hanno incoraggiato o messo l’Ucraina in condizione di colpire al di là dei propri confini» ha chiarito la portavoce della Casa Bianca, Karine Jeanne-Pierre.
Kiev si dice estranea ai fatti
Kiev, come prevedibile, si dice estranea ai fatti. Il portavoce di Zelensky, alla Bbc: «Non abbiamo informazioni sui cosiddetti attacchi notturni al Cremlino, ma come il Presidente Zelensky ha ripetutamente affermato: l’Ucraina sta dirigendo tutte le forze e i mezzi disponibili per liberare i propri territori, non per attaccarne altri».
Presunta opposizione russa
Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, l’attacco sarebbe una operazione delle stesse autorità russe. «La Russia – scrive – sta chiaramente preparando un atto terroristico su larga scala». «La comparsa di droni presso impianti energetici o sopra il Cremlino può solo indicare attività di guerriglia delle forze di resistenza locali; la perdita del controllo del potere sul Paese da parte del clan di Putin è evidente. Qualcosa sta accadendo in Russia».
Usa e Ue, timorose distanze
Dagli Usa, il segretario di Stato Antony Blinken si è mostrato molto cauto: «Non possiamo confermare nulla e comunque bisogna prendere tutto quello che arriva da Mosca con le pinze». E come a fugare il campo da un eventuale coinvolgimento di Washington: «Qualsiasi cosa sia accaduta, non c’è stato alcun preavviso». Per la Commissione europea gli attacchi con i droni filmati in diretta diventano ‘presunti’ e temuto di ‘pretesto’ da parte di Mosca per una escalation.
Tre attacchi in territorio russo
Sempre dal Manifesto, nelle ultime ore si sono verificati almeno 3 attacchi in pieno territorio russo.
- Un deposito di carburante è stato colpito a Krasnodar, vicino a dove sorge il pilone del danneggiato Ponte di Crimea,
- un treno è deragliato a Bryansk per un sabotaggio alle linee ferroviarie,
- e una base dell’aeronautica a Seshcha è stata colpita da missili ucraini nei pressi della frontiera con l’Ucraina.