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APOLOGIA DI FASCISMO, PER IL M5S LA LEGGE DEL PD E' LIBERTICIDA

Luca Fazio
da il Manifesto
11.07.2017

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La polemica. Il provvedimento a firma Emanuele Fiano che introduce il reato di propaganda del regime fascista - peraltro già esistente nell'ordinamento giuridico - è stato duramente criticato dai pentastellati (e dalla Lega): "E' un pastrocchio anti costituzionale e lesivo della libertà di pensiero". Immediate le reazioni del Pd e di Matteo Renzi: "Liberticida è il fascismo, non la legge"
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Voi siete un po’ fascisti, e voi siete ignoranti. Questo, in sintesi, il nuovo scontro. L’oggetto del contendere dell’ennesima baruffa propagandistica tra Pd e M5S è materia delicata che andrebbe maneggiata con cura, perché il problema esiste e non si risolve con un inasprimento del codice penale: stiamo parlando di fascismo (e per contro dell’efficacia dell’antifascismo). Tracce di fascismo, con le parole che lo accompagnano in forme più o meno rinnovate, ci sono ovunque: nelle strade, nelle edicole, nelle scuole, negli stadi, nel web, nella musica, nelle istituzioni, in tv, nelle librerie. Oggi di più? Può essere. La discussione da aprire semmai è se per arginare questo fenomeno, non solo italiano, sia utile o possibile vietarne l’espressione e il pensiero, per quanto ripugnanti.
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La pensano così, legittimamente, i parlamentari che hanno sottoscritto la proposta di legge a firma Emanuele Fiano che introduce il reato di propaganda del regime fascista e nazista, con reclusione da sei mesi a due anni (a dire il vero le leggi ci sono già, Scelba e Mancino). Ieri, in un parere depositato in Commissione giustizia alla Camera, il M5S si è detto contrario definendo il provvedimento “liberticida” e lesivo della libertà del pensiero (come la Lega di Salvini). Apriti cielo. Il terreno del resto è scivoloso, soprattutto per una formazione che fatica a spiegare e spiegarsi e che si vanta di non essere né di destra né di sinistra. Da qui all’accusa di filo fascismo (smentita con sdegno) è un attimo.
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La lezione di storia che dà il là alla polemica è a cura di Matteo Renzi, che una volta tanto crede di vincere facile: “Liberticida era il fascismo non la legge sull’apologia del fascismo. Bisogna dirlo al M5S: era il fascismo liberticida. Almeno la storia!”. Più argomentato il ragionamento di Emanele Fiano (Pd) che da sempre si batte contro chi minimizza la portata dei neofascismi e per questo definisce “molto preoccupante” la decisione del M5S. “La libertà – ha detto alla Camera – non deve offrire casa a chi la vuole negare. A chi dice che questo provvedimento è liberticida rispondo che liberticida è l’ideologia della quale vogliamo evitare l’esaltazione e la propaganda. E’ necessario dire basta all’indifferenza verso chi ancora oggi professa idee di violenza, sopraffazione, discriminazione o fascismo”.
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Vista la replica pentastellata – “l’antifascismo per noi è un valore, per loro uno spot” – verrebbe da pensare a un malinteso. Ma è solo campagna elettorale. “La proposta di legge è l’ennesima legge scritta con i piedi dal Pd – replica Vittorio Ferraresi, capo gruppo in Commissione giustizia M5S – che è stata criticata dai giuristi. Un pastrocchio non necessario, visto che esistono due leggi che puniscono l’apologia del fascismo che per noi è da condannare senza se e senza ma. Questa legge non serve al nostro paese perché si andrà a sovrapporre alle leggi Scelba e Mancino, infatti i comportamenti previsti in essa, come le manifestazioni di propaganda e il saluto romano, sono già punibili e puniti”.
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Secondo Ferraresi, “questa proposta maldestra è scritta talmente male da non distinguere fra prodotti propagandistici e prodotti storico-artistici. Il paradosso è che potremmo vedere chiuso il Foro italico o l’intero quartiere Eur”. Ironia a parte, l’argomento ha provocato le reazioni di tutta la sinistra per una volta unita contro il partito di Grillo.
Senza entrare nel merito della polemica, il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, a Radio Popolare invece si è chiesto “come mai per tanto tempo si è data così scarsa applicazione a norme che già esistevano”.
Pur apprezzando la proposta Fiano, il presidente dell'Anpi sa che “la legge non risolve i problemi”. Tanto più se si tratta di fascismo: “Ci vuole il funzionamento delle istituzioni e una coscienza collettiva convinta che questa è una Repubblica democratica e antifascista: purtroppo questa coscienza antifascista mi pare che non esista”.