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«Maestà, il popolo ha fame». «Dategli le vacanze»

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I "diritti" secondo Santanché, una ministra

Ieri la ministra al Turismo Daniela Santanchè ha assestato un colpo alla propaganda di governo producendo un video che la ritrae in Versilia, lì dove ha cofondato lo stabilimento Twiga da 600 euro al giorno e di cui ha venduto le quote al compagno per non avere “conflitto di interessi”. «Oggi», ha detto, «mi auguro che tutti possiate passare una giornata serena e di spensieratezza. Vi faccio veramente tanti auguri e vi dico che il governo sta lavorando per avere tutte le offerte turistiche, perché tutti devono poter fare le vacanze», ha detto in un video, in cui alle sue spalle si vedono decine di persone in piscina. E poi: «Auguro buon Ferragosto anche a coloro che magari quest’anno le vacanze non le hanno fatte. Li voglio rassicurare, perché il governo sta lavorando perché le vacanze devono essere accessibili a tutti e perché bisogna lavorare sulla destagionalizzazione».

Il video (finito al telegiornale della televisione pubblica, come notizia) conferma alcuni aspetti di questo governo. Il primo, più evidente, è che i ministri intendono il proprio ruolo come influencer del proprio settore. Più del “fare” ritengono indispensabile “dire” e “fare parlare”, come se il ministero di cui si occupano sia semplicemente il momentaneo cliente da soddisfare. Ne esce un’accozzaglia in cui uno dice che «l’agricoltura salverà l’economia italiana», questa dice che «l’industria del turismo deve essere la prima della nazione», quell’altro che «solo le infrastrutture potranno fare ripartire il Paese». Piazzisti in contraddizione tra loro.

L’egoismo con cui esercitano il proprio ruolo produce in loro la preoccupazione che i (pochi) soldi a disposizione degli italiani finiscano nelle casse del proprio settore. Il coro della squadra completa che indichi come rendere dignitosa la vita degli italiani è un aspetto secondario. Quindi “le vacanze sono un diritto”, “i prodotti italiani sulle tavole degli italiani a Ferragosto” è un diritto, “attraversare il ponte di Messina è un diritto”, “non avere come vicini di casa una coppia gay con figli è un diritto”, “negare i neri che potresti ritrovare per strada è un diritto”, “che gli attivisti ambientali protestino con le buone maniere è un diritto” e così via. Il salario minimo e la sussistenza dei poveri no.

16/08/2023

da Left

di Giulio Cavalli