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Arabia e Russia tagliano il greggio e mandano in tilt il prezzo del diesel

Arabia e Russia tagliano il greggio e mandano in tilt il prezzo del diesel

Arabia saudita sempre meno ‘americana.’ Senza badare alla geopolitica (o forse, al contrario, soppesandola in maniera più raffinata) hanno tagliato la produzione di greggio. Un milione di barili al giorno con l’obiettivo di fare lievitare i prezzi. Se si aggiunge la sforbiciata della Russia (circa 300 mila barili/die), lo scenario cade nel momento peggiore per l’economia mondiale e per il sistema-paese America. Solo un segnale, ma forte, che il vento potrebbe girare anche sui mercati a stelle e strisce.
Opec ‘plus’, il greggio da diesel e quello da benzina, la diarchia dei bin Salman, trasporto merci alle stelle

Opec ‘plus’

Una novità, che ha colto di sorpresa tutti. A giugno, di fronte alle resistenze di molti soci africani, l’Opec ‘Plus’ (l’organizzazione dei produttori allargata) aveva deciso di non decidere. Per tenere un livello decente di prezzi, si era pensato di rimandare tutto. Ma poi l’Arabia Saudita, dando prova di buona volontà, aveva optato per i suoi tagli volontari, che dovevano essere verificati di mese in mese e che tutti si aspettavano potessero concludersi a ottobre. Invece, l’ultimo comunicato ufficiale, in arrivo da Riad, parla di una diminuzione che si protrarrà fino alla fine dell’anno. E subito la stretta ai rubinetti ordinata dal Principe Abdulaziz bin Salman ha avuto una ricaduta su un settore specifico: quello del diesel. Il prezzo di questo tipo di carburante, da quando sono entrati in vigore i tagli (cioè, a partire da maggio) è aumentato mediamente del 40%, sia negli Usa che in Europa. Quelli medi del petrolio, da destinare alla raffinazione per la benzina, invece, si sono attestati su un incremento intorno al 14%.

Il greggio da diesel e quello da benzina

Il problema? Presto detto, il greggio saudita e quello russo sono più ‘pesanti’ e quindi sono ritenuti più adatti alla produzione di carburante diesel. Gli altri tipi di petrolio, come il Brent del Mare del Nord o il West Texas Intermediate, leggeri e aromatici, sono ideali per fare la benzina. Il riscontro è subito offerto dal prezzo al dettaglio. Sulle strade americane, ad agosto, la benzina è aumentata di sette centesimi di dollaro al gallone. Il carburante diesel, invece, è già salito di 42 centesimi al gallone e viene dato in ulteriore ascesa.

La diarchia saudita dei bin Salman

Secondo gli analisti, la diarchia saudita dei bin Salman ha compiti ben precisi: Mohammed, l’uomo forte, vara e sovrintende i faraonici progetti di sviluppo, mentre Abdelaziz segue la politica finanziaria legata all’impero energetico. In questo senso, il ‘punto critico di rottura’ di tutto il piano è il prezzo del petrolio, che da calcoli fatti a Riad non dovrebbe mai scendere sotto gli 81 dollari al barile.

Trasporto merci alle stelle

Riflessi politici e geoeconomici. Se le tensioni sui carburanti diesel, massicciamente usati nel gommato pesante, dovessero continuare, è possibile che il costo del trasporto delle merci si scarichi sui consumatori. Stiamo, ovviamente, parlando del medio-breve periodo, dato che il ristagno della domanda internazionale non fa prevedere particolari tensioni sui prezzi dell’energia. A questo proposito, gli specialisti legano l’eventuale ascesa del prezzo del greggio a una possibile ripartenza della locomotiva cinese. Un’eventualità che, in questo momento, appare molto complicata. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, lo sviluppo è a macchia di leopardo. «Martedi il greggio americano ha registrato il suo ottavo giorno consecutivo di rialzi – scrive il Wall Street Journal -. Si è trattato di pressioni esercitate sui consumatori americani attraverso prezzi più alti alla pompa e costi aggiuntivi per generi alimentari e beni per la casa, che devono essere trasportati attraverso il Paese».

Diesel più alto, inflazione a salire

«Prezzi del petrolio più alti, inflazione più alta e tassi più elevati per un periodo più lungo. Questa è la corda sul filo del rasoio, sulla quale stiamo camminando in questo momento». Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank non ha dubbi. Secondo lui, ‘vedere denaro, comprare cammello’ non è solo un vecchio e saggio proverbio arabo, ma anche l’abc dell’economia, che oggi molti ‘statisti’ semplicemente ignorano. 

07/09/2023

da Remocontro

Piero Orteca